Crotone, processo Ciclope: 19 condanne ma cade l’associazione a delinquere
- Postato il 3 giugno 2025
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Crotone, processo Ciclope: 19 condanne ma cade l’associazione a delinquere
La sentenza nel processo Ciclope contro una presunta organizzazione dedita a frodi fiscali tra le province di Crotone e Verona: le condanne
CROTONE – Diciannove condanne ma meno alte rispetto alle richieste del pm, perché è caduta l’associazione a delinquere. Reggono le accuse di riciclaggio e quelle relative ad altri reati di natura finanziaria. E scatta la prescrizione per tre imputati. Questa la sentenza del Tribunale penale chiamato a pronunciarsi su una presunta organizzazione criminale, attiva tra il Crotonese e il Veronese, che sarebbe stata in grado di sottrarre al fisco quasi 5,6 milioni di euro fra Ires, Iva ed Irap. In una precedente udienza il pm Umberto Iurlaro aveva chiesto 22 condanne.
IL PROCESSO
Il processo è scaturito dall’inchiesta che nell’aprile 2018 portò all’operazione Ciclope. Al vertice della presunta gang, secondo l’accusa, ci sarebbero stati Antonio Aversa De Fazio, 63enne imprenditore di Melissa da tempo trasferitosi a Belfiore (nel Veronese), dove ha intrapreso un’importante attività nel settore del commercio di inerti e dell’autotrasporto, e Alfredo Minervino, 63enne di Cutro, con compiti di reclutamento dei sodali. Per loro due la condanna più alta, a 6 anni ciascuno di reclusione.
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GLI IMPUTATI
Spiccava tra gli imputati il pentito del processo Aemilia Giuseppe Giglio, l’ex bancomat della cosca Grande Aracri al Nord, che fu condannato in Appello a 6 anni. Era accusato di fatture per operazioni inesistenti (sua “specialità”) nei confronti dell’impresa di autotrasporti di Antonio Aversa De Fazio. Ma i reati sono ormai estinti. Sul banco degli imputati anche Agostino Donato Clausi, già condannato a 10 anni e 2 mesi come commercialista della cosca Grande Aracri, sempre nel processo Aemilia, e Antonio Giglio, altro imputato di Aemilia, che rispondeva di fatture per operazioni inesistenti nei confronti della Adige Inerti srl. Per il primo è scattata la prescrizione, per il secondo una pena lieve. Di 2 anni e 2 mesi la pena per il commercialista Leonardo Villirillo, altro uomo dei conti del clan Grande Aracri.
LE INDAGINI
Le indagini iniziarono nel marzo 2015, con un’ attività di analisi svolta sulle segnalazioni inviate alla Guardia di Finanza di Crotone dai colleghi della Compagnia di Soave e su una nutrita serie di “Sos”, giunte da parte di banche o di intermediari finanziari. Le intercettazioni telefoniche avrebbero consentito di scoprire l’esistenza di una «radicata associazione a delinquere», che avrebbe avuto lo scopo di realizzare ingenti risparmi di imposta attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false, riciclandone, poi, i proventi.
IL MODUS OPERANDI
Il rodatissimo modus operandi prevedeva tre fasi. Nella prima, Aversa De Fazio, come amministratore delle aziende Euro Inerti, Aversa, Autotrasporti Aversa De Fazio e A.D.F., avrebbe impartito disposizioni a Minervino – suo referente a Cutro – per predisporre fatture false da far emettere nei confronti delle sue società, così da aumentare fittiziamente i costi e creare un indebito credito Iva. In una seconda fase, Minervino avrebbe creato società “cartiere”, intestate a se stesso o a prestanome al solo fine di emettere le fatture a suo favore. Infine, una volta che le aziende avevano ricevuto i pagamenti per le false fatture, il denaro sarebbe stato fatto sparire con prelievi per cassa, bonifici o assegni da parte di “riciclatori”.
Ma ecco, nel dettaglio, le decisioni del Tribunale (in parentesi le richieste del pm).
LE DECISIONI
- Antonio Aversa De Fazio (63), di Melissa: 6 anni (13 anni e 6 mesi)
- Alfredo Minervino (63), di Cutro: 6 anni (9 anni e 6 mesi)
- Raffaele Tucci (48), di Crotone: 2 anni e 8 mesi (7 anni e 2 mesi)
- Rocco Arena (54), di Crotone: 3 anni (7 anni e 4 mesi)
- Vincenzo Migale (48), di Cutro: 2 anni e 8 mesi (7 anni)
- Domenico Arena (54), di Cutro: 3 anni (7 anni)
- Pasquale Macrì (55), di Cutro: 2 anni e 8 mesi (7 anni)
- Francesco Maggiore (52), di Cutro (2 anni e 8 mesi)
- Giuseppe Martino (47), di Cutro): 2 anni e 8 mesi (4 anni e 10 mesi)
- Giuseppe Pizzimenti (47), di Isola Capo Rizzuto: 2 anni e 8 mesi (5 anni)
- Giovanni Pizzimenti (37), di Isola Capo Rizzuto: 1 anno e 4 mesi (4 anni)
- Salvatore Nicastro (54), di Isola Capo Rizzuto: 1 anno e 5 mesi (4 anni)
- Giuseppe Giglio (58), di Crotone: prescrizione (4 anni)
- Eligio Lovece (47), di Santa Severina: 1 anno e 3 mesi (4 anni)
- Giuseppe Maiolo (46), di Isola: 1 anno e 5 mesi (4 anni)
- Leonardo Villirillo (58), di Crotone: 2 anni e 2 mesi (4 anni e 6 mesi)
- Donato Agostino Clausi (53), di Crotone: prescrizione (3 anni e 4 mesi)
- Pietro Lerose (38), di Cutro: prescrizione (4 anni)
- Antonio Giglio (47), di Cutro: 1 anno e 2 mesi (4 anni)
- Daniela Nicastro (43), di Isola: 1 anno e 2 mesi (4 anni)
- Pasquale Scida (42), di Crotone: 1 anno e 2 mesi (4 anni)
- Ferdinando Menzà (64), di Cutro: 2 anni e 8 mesi (4 anni)
LA DIFESA
Folta la pattuglia difensiva, composta dagli avvocati Salvatore Rossi, Gianni Russano, Aldo Truncè, Mario Nigro, Luigi Villirillo, Luigi Morrone, Roberto Coscia ed Elio Vrenna. Accolta la tesi secondo cui mancavano i presupposti oggettivi dell’associazione a delinquere. Diversi imputati, hanno osservato le difese, non avrebbero avuto contatti tra loro ma soltanto con uno dei presunti esponenti di vertice.
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Crotone, processo Ciclope: 19 condanne ma cade l’associazione a delinquere