Crotone, la storia di un ex detenuto diventa un cartone animato
- Postato il 19 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Crotone, la storia di un ex detenuto diventa un cartone animato
Premio Europa per il monitoraggio civico degli studenti del liceo Pitagora di Crotone. La storia di un detenuto diventa cartone animato. I ragazzi volano a Bruxelles
La storia di riscatto di un ex detenuto diventa un cartone animato grazie agli studenti del liceo classico Pitagora di Crotone, che hanno vinto un premio europeo e presto voleranno a Bruxelles per presentare alla Commissione Ue il loro progetto su un cambiamento possibile. Anzi reale. Il team di ragazzi si chiama “Insid3 out”. Il “3” si riferisce all’articolo della Costituzione che si occupa di diritti sociali. Quelli calpestati dalle mafie. Ma cambiare si può. Lo raccontano bene gli studenti crotonesi, che hanno vinto il Premio Europa nell’ambito del progetto “A scuola di Opencoesione”. Un percorso didattico innovativo finalizzato a sviluppare principi di cittadinanza attiva e consapevole attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici. Un’iniziativa nazionale di open government, coordinata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
LA PREMIAZIONE
La premiazione si terrà il prossimo 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, a Napoli, presso il Campus Universitario di San Giovanni a Teduccio. Successivamente, a Bruxelles, gli studenti incontreranno i referenti della Commissione europea per confrontarsi sul lavoro di monitoraggio civico realizzato. In questa attività di cittadinanza attiva, fortemente voluta dalla dirigente scolastica Natascia Senatore, gli studenti, coordinati dalla professoressa Rossella Frandina, sono stati supportati dal Centro Europe Direct di Gioiosa Jonica e dall’Istat. Il progetto monitorato, pubblicato di recente su Monithon, la più grande piattaforma europea di monitoraggio civico indipendente, è “Realizzazione di work-experience per soggetti in misura penale pregressa o attuale”. Programmatore e beneficiario è la Regione Calabria, attuatore il Consorzio Jobel.
LA STORIA DEL DETENUTO
L’aspetto più innovativo consiste nella capacità di Jobel di coinvolgere il Terzo settore e le aziende operanti sul territorio calabrese realizzando un modello di inclusione sociale in cui chi ha finito di scontare la pena ha potuto confrontarsi con la realtà lavorativa. Gli studenti del Pitagora hanno raccontato, attraverso le tecniche del data journalism, la storia di di Giovanni Bifezzi, ex detenuto e oggi custode del Museo di Pitagora, il parco tematico gestito dal consorzio che negli anni è diventato il principale contenitore culturale di Crotone. Una storia assai commovente che funziona da monito. Una storia in tre tempi. Prima il reato, poi l’arresto e la vita in prigione. Ma c’è anche un quarto tempo, quello del riscatto. Un tempo che diventa, nella creatività dei giovani studenti, una storia raccontata attraverso un cartone animato. Una storia di donne e uomini che lottano per una cultura del cambiamento dando centralità ad un lavoro che diventa una possibilità concreta per restituire dignità a persone e territori.
DETENUTO, IL RISCATTO
Nella trama non ci sono solo i momenti positivi che hanno portato alla possibilità per gli ex detenuti di ricostruirsi una vita. C’è l’ansia e la disperazione di chi prende coscienza del suo errore. Ci sono, nel racconto di Bifezzi, gli anni «privi di luce, perché in carcere anche i tuoi occhi si abituano al buio». Tra lacrime e sorrisi, rammenta il forte e sincero sentimento che lo ha spronato a riprendersi una vita: l’amore incondizionato per una figlia che è il centro della sua esistenza. Nel luglio 2012 ha terminato di scontare la pena. Poi, il reinserimento sociale grazie a chi gli ha offerto una seconda possibilità, il Consorzio Jobel. «Se qualcuno non avesse creduto in me, forse, avrei sbagliato di nuovo. Ed io, invece, volevo una vita che fosse mia», ripete.
IL CAMBIAMENTO
Bifezzi insiste sull’importanza per i giovani, che si ritrovano in situazioni simili a quella che egli stesso ha affrontato, di trovare uno scopo nella vita, di fare della famiglia l’elemento fondamentale della propria esistenza, di lavorare. «Non è facile uscire dal carcere. Un mio compagno, dopo aver trascorso gran parte della sua vita dietro quattro sbarre, una volta uscito non sapeva come ricominciare. È morto qualche settimana dopo». Nella parte finale del videoracconto, mentre Giovanni è seduto accanto ad una ragazza del team Insid3 out, squilla il telefono. Il suo volto si illumina. Sorride. È la figlia. Deve andare a prendere il nipote in piscina. È un nonno felice. Oggi la sua vita è piena. Il reinserimento sociale è possibile. Inside and out.

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