Crotone, agenti cancerogeni sui pazienti dell’area Sin
- Postato il 19 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Crotone, agenti cancerogeni sui pazienti dell’area Sin
Area Sin a Crotone e agenti cancerogeni, dati preoccupanti sulla salute pubblica. L’allarme dell’oncologo Montilla dell’Ona (Osservazione nazionale amianto)
CROTONE – Dati piuttosto preoccupanti in termini di salute pubblica e la necessità di un approccio scientifico più integrato e avanzato per comprendere a fondo gli impatti sanitari legati all’area Sin di Crotone. Questi gli elementi più rilevanti che emergono dalla dettagliata nota firmata dal dottor Pasquale Montilla, specialista in oncologia medica, medicina interna Ucsc Roma e Specialist consultant Ona Roma.
AGENTI CANCEROGENI E AREA SIN, LE PAROLE DI MONTILLA
«In seguito – si legge nella nota – al sospetto di neoplasie correlabili all’accumulo di cancerogeni da esposizione in aree Sin Crotone l’Osservatorio nazionale amianto ha valutato con consulenze onco-tossicologiche e in assistenza legale pazienti oncologici e analizzato con screening tossicologici di puntualizzazione la presenza di agenti mutageni e cancerogeni su loro matrice urinaria e su sangue intero secondo tecniche diagnostiche di laboratorio». Questo perché, per lo specialista oncologico «ogni lavoro scientifico risulterà incompleto se esclusivamente osservazionale» e che la situazione del Sito d’interesse nazionale di Crotone richiede uno sforzo ulteriore.
IL «PESO DELLE EVIDENZE» NELLA NOTA DI MONTILLA
A suo parere, infatti, non basta solo l’osservazione epidemiologica, ma anche un approfondimento tossicologico clinico, così come l’analisi dei dati molecolari e l’interazione tra queste differenti branche della medicina ancorando il tutto alla logica del «peso delle evidenze». Da queste analisi, prosegue Montilla le risultanze analitiche «hanno mostrato sui campioni biologici di pazienti esaminati in area Sin di Crotone valori tabellari di agenti chimici inorganici mutageni al di sopra dei valori di riferimento della popolazione generale (Sivr2017)».
AGENTI CANCEROGENI, RISCONTRATI DETERMINATI INDICATORI CHIMICI
In sintesi: si sono riscontrati determinati indicatori chimici legati al cancro che, oltre a essere dannosi per il Dna, si fissano e agiscono soprattutto su certi organi o tipologie di tessuti tumorali, suggerendo una loro specifica responsabilità nel causare o favorire il tumore proprio in quelle sedi.
Proseguendo nella sua analisi, l’Ona afferma che «le caratteristiche di composizione chimica degli agenti chimici inorganici identificano mix di cancerogeni ad alta reattività ossidativa e densità elettronica segnalandone i rischi da cancerogenesi multifattoriale in esposizione long-term a patogenesi ambientale professionale».
L’ONA OFFRE ANCHE SPIRAGLI DI SPERANZA
L’Ona però offre anche spiragli di speranza: spiegano che, eliminando dal corpo i cancerogeni e i loro residui, in molti casi si è riusciti a bloccare la riattivazione dei processi chimici che favoriscono la crescita dei tumori.
Secondo quanto riportato da Montilla, «la disattivazione dei cancerogeni fluidi nei pazienti ha impedito, in molti casi, la riattivazione dei processi infiammatori a base chimica che portano all’avanzamento tumorale. Le evidenze dei pilota suggeriscono che, raggiunta una soglia relativa alla concentrazione di uno specifico cancerogeno trattato, sia possibile favorire la successiva espulsione di altre sostanze tossiche tramite le urine, determinando condizioni cliniche migliori e attenuazione dei meccanismi genetici alla base della malattia».
LE IPOTESI AL VAGLIO DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA
L’ipotesi, al vaglio della comunità scientifica, è di una «potenziale attivazione di un vero e proprio interruttore molecolare sulle transizioni instabili cellulari: le sostanze impiegate potrebbero agire come uno “scudo” selettivo, catturando e disattivando frammenti genetici malati».
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