Crociate, tirate di naso e flop, Mourinho saluta il Bosforo

  • Postato il 29 agosto 2025
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  • Di Agi.it
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Crociate, tirate di naso e flop, Mourinho saluta il Bosforo

AGI - Un anno di panchina, con 62 partite, 37 vittorie, 14 pareggi e 11 sconfitte e un secondo posto a nove punti dal Galatasaray: non bastano i freddi numeri a sintetizzare l'avventura appena conclusa di Josè Mourinho alla guida del Fenerbahce, un anno vissuto pericolosamente tra proclami, denunce e accuse al sistema turco e ai grandi rivali cittadini del 'Gala'.

Il divorzio è arrivato a sorpresa, considerando il mercato di buon livello del ricchissimo club di Istanbul e il rinnovamento dello staff ottenuto del tecnico portoghese. Da tempo, però, covavano malumori nella tifoseria e il cambio di presidente nelle imminenti elezioni ha fatto il resto. Per Mou rimane la consolazione dei 9 milioni di euro di buonuscita e le voci sul ritorno in Premier League al Nottingham Forest al posto del connazionale Nuno Espirito Santo per un nuovo tentativo di tornare lo Special One.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso sulla sponda asiatica del Bosforo è stata l'eliminazione dai preliminari di Champions a opera del Benfica. Una doppia beffa, sia per il Dna 'dragoes' di Mou che iniziò la carriera al Porto, sia perché arriva dopo che i 'canarini' di Istanbul avevano fallito la qualificazione nell'Europa che conta anche l'anno scorso, battuti dal Lille.

"Giocheremo in Europa League per vincerla", aveva promesso lo Special One dopo il ko per 1-0 allo Stadio da Luz di Lisbona che ha chiuso la porta della Champions in faccia al 'Fener'. Parole già sentite lo scorso anno, quando però la corsa della squadra di Istanbul si fermò agli ottavi contro i Glasgow Rangers. Del resto, la dirigenza proiettata verso le prossime elezioni e il cambio di proprietà era già rimasta infastidita dalle dichiarazioni di Mou alla vigilia del preliminare con il Benfica che sapevano di resa: "Se avessero avuto la Champions come priorità avrebbero dovuto fare qualcosa in più, la rosa ora è più adatta per l'Europa League". 

La scontata uscita di scena di Ali Koc, il rampollo di una delle famiglie più ricche della Turchia che lo aveva scelto, non ha aiutato il tecnico 62enne di Setubal. Il nuovo presidente, come spesso accade in Turchia, rivoluzionerà gli organigrammi per non dover condividere eventuali successi con nessuno.
Altro fattore è lo strapotere del Galatasaray, sia economico che sportivo, che obbliga il Fener a battere un colpo, soprattutto dopo l'approdo di Victor Osimhen dai rivali.

La stessa tifoseria che aveva accolto Mou come un re a Istanbul eleggendolo a condottiero della crociata contro il 'Gala', è rimasta delusa da una stagione in cui non è stato vinto neanche un derby, neppure contro il deludente Besiktas. Non basta, insomma, aver alzato il livello dello scontro politico. Koc, nell'anno precedente l'arrivo di Mou, aveva mandato la primavera in campo in coppa di Turchia per protesta proprio contro il Galatasaray (la squadra fu ritirata dopo pochi minuti sotto di uno a zero, ndr). In seguito ha minacciato per mesi il ritiro da un campionato che lo stesso Koc e i tifosi hanno ritenuto falsato da torti contro il 'Fener' e favori per il 'Gala'.

Mou, uno che si esalta quando sente il "rumore dei nemici", ha portato innegabili risultati in questa battaglia. Le parole e le immagini del portoghese hanno fatto il giro del pianeta calcio e portato sul campionato turco un'attenzione senza precedenti. Ultimo atto le mani nel naso dell'allenatore del Galatasaray, Okan Buruk, ex Inter e Perugia. Un gesto eclatante e fuori misura, buono a distogliere l'attenzione da un derby che il Fener doveva assolutamente vincere.

Non erano stati diversi i primi mesi dell'esperienza turca. Iniziati con proclami pesanti: campionato che "puzza di marcio" dopo una partita con il Trabzonspor, "scandalo" dopo un match tra Galatasaray e Hatayspor. Accuse pesanti accompagnate da post polemici sui social: video alla moviola per mostrare presunti favori per il Galatasaray, tocchi di mano, falli da rosso e rigori mancati. Una campagna i tifosi del Galatasaray hano risposto ribattezzandolo l'ex allenatore di Inter e Roma "The crying one", il piagnone.

A sopire le polemiche è stato ancora una volta il campo: il Fenerbahce con una rosa da 200 milioni di euro, non ha mai impensierito il Galatasaray e il gap rischia di allargarsi in questa stagione. 

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Autore
Agi.it

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