“Criticata per avere avuto 4 figli da 3 uomini diversi dal medico che mi ha fatta partorire? Non me lo aspettavo, ho chiuso gli occhi…”: il racconto di Nicoletta Romanoff
- Postato il 9 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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È una lunga intervista a Vanity Fair quella rilasciata da Nicoletta Romanoff. L’attrice ha scritto un libro, Il tralcio alla vite (Rizzoli), nel quale parla di dolore e vita. Il dolore, quello della perdita del fratello Enzo Manfredi, che si è suicidato quando lei aveva appena 18 anni, nel 1997: “(Rabbia per quella scelta, ndr) non l’ho mai avuta. La rabbia è un sentimento che è dentro di me ma che non ho mai accostato alla perdita di mio fratello. Mi arrabbio per altre cose”, spiega. Quando le viene chiesto per cosa provi rabbia, va dritta: “Per le ingiustizie che l’uomo fa verso un altro uomo, per esempio. Su un dolore come il lutto, penso che la tristezza sia così grande che non lascia spazio a molto altro”.
E Romanoff parla anche del giudizio al quale è stata sottoposta per avere avuto quattro figli da tre uomini diversi: Francesco e Gabriele, nati dalla relazione con il produttore Federico Scardamaglia, Maria, assieme all’attore Giorgio Pasotti e Anna, nata dalla relazione con Federico Alverà. Chi mai può esprimere un giudizio così violento e immotivato? Ebbene, il medico che l’ha fatta partorire per la quarta volta e l’attrice lo racconta: “È un giudizio del quale sono purtroppo abituata. Certo, non me l’aspettavo in quel momento da un medico… ma che devi fare? Come ho scritto nel libro, in quel momento ho chiuso gli occhi e ho detto: ‘Signore mio, meno male che tu non mi giudichi con questa severità’“. E quando le viene chiesto che rapporto abbia col perdono, è sicura: “Riesco a perdonare, ma tendo ad allontanare. Non sempre ho la forza di superare un torto, ma cerco di liberarmi dalla rabbia perché è un veleno che uccide chi lo trattiene. Continuare ad avere rancore verso una situazione che ti ha ferito non la cambierà: è per questo che, con il tempo, sono diventata brava a creare una linea tra me e l’evento traumatico. La santità non ce l’ho ancora”.
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