Crisi Torino, Baroni rischia il primo esonero della stagione. I candidati? La mossa di De Rossi è più di un indizio
- Postato il 2 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Marco Baroni rischierà di odiare la Lazio due volte (sportivamente parlando, non si creino fraintendimenti). Perché l’anno che si è chiuso con il divorzio dal club di Lotito è stato sì di alti, ma anche di bassi. O la separazione non si sarebbe consumata. Ma la partita che si giocherà sabato prossimo, tra il ‘suo’ Torino e proprio la Lazio, a Roma, rischia di sancire anche la fine del suo percorso in granata. Breve, brevissimo. E per ora tutt’altro che positivo.
Non è tanto una questione di classifica, che dopo 5 giornate lascia sempre un po’ il tempo che trova, ma di interpretazione della gara e di altri numeri che, invece, preoccupano parecchio. Primo dato: i gol segnati. Sono solo due. E un reparto che vanta Simeone, Zapata (non ancora del tutto recuperato post infortunio al crociato), Adams (che non convince l’allenatore, si vedano le panchine), oltre a tutti gli esterni e trequartisti di livello come Vlasic e Ngonge, più altre scommesse, non può avere una vena realizzativa così bassa. Secondo dato: i gol subiti. Dieci. Tantissimi. E pesa molto quel 5-0 all’esordio contro l’Inter.
Poi, la sensazione: la squadra, composta da giocatori comunque di una certa esperienza anche internazionale (si pensi all’arrivo di Asllani dall’Inter proprio all’ultimo giorno di mercato) faccia fatica ad avere personalità. O non avrebbe perso in maniera abbastanza rocambolesca contro un Parma che sembra un vero e proprio cantiere aperto. O non avrebbe faticato in Coppa Italia contro un Modena abbordabilissimo o un Pisa che Gilardino, per questioni di turnover, aveva farcito di giovanissimi (tra cui anche il figlio di Gianluigi Buffon, Louis Thomas, di professione attaccante). La situazione non è buona, delle primissime valutazioni sul futuro dell’allenatore sono in corso, nonostante le smentite di rito dei dirigenti granata che vogliono provare a preservare la tranquillità del gruppo a una partita dalla sosta per le nazionali.
Proprio la sosta potrebbe essere il momento giusto per prendere una decisione così sofferta come l’esonero. Che sarebbe il primo di questa Serie A 2025/2026. I candidati? Ce ne sono. E sono possibili nomi interessanti per una piazza che sta vivendo una contestazione molto dura nei confronti del suo presidente, Urbano Cairo, e che sembra sfiduciata da questo inizio di campionato un po’ in continuità con il finale decisamente negativo dello scorso anno, quando si arrivò alla decisione di salutare Paolo Vanoli. A proposito, un ritorno di quest’ultimo è escluso. Mentre sono sul tavolo, come minimo, due profili: quello di Daniele De Rossi e, più difficile, di Raffaele Palladino.
Il primo era un candidato alla panchina dei granata già nella scorsa estate. Aveva parlato con la dirigenza, aveva presentato il suo progetto tattico. E da ieri, mercoledì 1 ottobre, ha risolto il suo contratto con la Roma, proprio per essere immediatamente libero a firmare con un nuovo club. Che potrebbe essere il Toro, se decidesse di esonerare Baroni, o il Monza, che con la nuova proprietà sta valutando un possibile avvicendamento con il non convincente Bianco. Diverso è il discorso di Palladino: l’ingaggio sarebbe più alto e le garanzie richieste dall’allenatore certamente più importanti. Ma ha un impianto di gioco che, di fatto, non è così lontano da quello di Ivan Juric, la cui eredità si è in qualche modo perpetrata sia lo scorso anno, con Vanoli, sia quest’anno con Baroni. Che contro la Lazio si gioca davvero molto. Se non tutto.
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