Crisi nel subcontinente: India – Pakistan, venti di guerra

  • Postato il 25 aprile 2025
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Crisi nel subcontinente: India – Pakistan, venti di guerra

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L’attentato nel Kashmir riaccende lo scontro India – Pakistan, rappresaglie di Delhi contro Islamabad rischiano di far scoppiare una guerra.

L’India e il Pakistan sono nuovamente sul piede di guerra. A seguito della decisione di Nuova Delhi di sospendere il trattato che regola la distribuzione delle acque dell’Indo, arrivata in risposta all’attacco terroristico che ha colpito la cittadina turistica di Pahalgam lo scorso martedì, le tensioni tra i due Paesi asiatici sono aumentate considerevolmente. Islamabad ha infatti condannato la mossa dei vicini e ha blindato il confine, bloccato il commercio e chiuso il suo spazio aereo ai voli indiani, organizzando contestualmente una grande esercitazione missilistica dalle parti del porto di Gwadar, nel Balochistan.

In risposta, l’India ha schierato la sua nuova e imponente nave da guerra, la portaerei INS Vikrant, non troppo lontano dalle coste del Pakistan con al seguito un nutrito gruppo di supporto. Stando a quanto riportato dai media locali, alla partenza dell’unità dal porto di Karwar a bordo c’era il reparto aereo della nave al completo. Lungo il confine, invece, negli ultimi due giorni sono stati segnalati numerosi incidenti, il più grave dei quali ha visto un effettivo delle forze di sicurezza indiane venir catturato dai corrispettivi d’Islamabad mentre tentava, armato, d’infiltrarsi in territorio pakistano.

SCONTRO A LIVELLO GOVERNATIVO E MINACCE RECIPROCHE

Anche a livello governativo lo scontro non è meno acceso. Per due giorni i governi di Nuova Delhi e Islamabad hanno continuato a minacciarsi, con il Primo ministro indiano Narendra Modi che promette di «inseguire fino ai confini del mondo» i terroristi di Pahalgam e i loro alleati e il governo e i militari pakistani che invece continuano a garantire che in caso di attacco il Paese reagirà con forza. Entrambi i governi hanno minacciato, sempre nell’ottica di questa escalation nelle dichiarazioni ufficiali, di sospendere l’accordo di Shimla del 1972 con cui era stata ristabilita la fragile pace tra i due belligeranti.

La questione centrale, comunque, resta quella delle acque dell’Indo. Questa fonte di approvvigionamento idrico risulta infatti fondamentale per il Pakistan e la scelta degli indiani di minacciarne il corso, chiudendo eventualmente tutte e quattro le paratie disponibili, potrebbe avere conseguenze gravissime nel lungo periodo. Le regioni centrali del Pakistan dipendono infatti da quel fiume per sostenere l’agricoltura, uno dei settori più importanti a livello tanto economico quanto sociale per tutto il Paese. Proprio per questo Islamabad non potrà restare a guardare qualora il corso d’acqua dovesse essere effettivamente bloccato o ridotto a tempo indeterminato. Islamabad, in tal senso, ha fatto sapere ieri che qualsiasi mossa di Delhi per quanto concerne il fiume sarebbe stata considerata una dichiarazione di guerra.

«L’India sta pianificando un attacco. Siamo pronti e in attesa. A una pietra lanciata, risponderemo con un mattone», è stato il commento ufficiale del ministero della Difesa pakistano, una minaccia che sembra lasciar intendere una risposta molto importante da parte d’Islamabad in caso di scontro.

LE FRAGILITÀ INTERNE DEL PAKISTAN

Il problema, per il Pakistan, è però la mancanza di opzioni tattico-strategiche. Il Paese è infatti al momento troppo frammentato internamente e si ritrova assediato su più fronti: a sud la minaccia sempre presente dei movimenti indipendentisti del Balochistan, negli ultimi anni tornati a operare con una certa intensità; a nord-ovest i continui tafferugli e gli scontri di confine con i Talebani di Kabul; e ora lo scoppio della crisi con Nuova Delhi.

Le forze armate d’Islamabad, già molto più deboli rispetto a quelle indiane, hanno poche speranze di riuscire a gestire un aumento della tensione lungo l’immensa zona di confine che separa il Paese dall’India e contemporaneamente mantenere la presenza in tutte le altre aree critiche. In caso di conflitto aperto la situazione sarebbe decisamente critica per Islamabad e potrebbe spingere il governo pakistano a prendere in considerazione misure drastiche pur di contenere un’eventuale avanzata indiana.

Intanto, le popolazioni dei due Paesi continuano a soffiare sul fuoco delle ostilità. In India, a Delhi e in altre grandi città, si sono già tenute molte proteste, anche piuttosto violente, contro il Pakistan mentre dall’altra parte del confine si registrano oceaniche manifestazioni a Lahore, Rawalpindi, Peshawar e Gujrat. Il clima interno continua dunque a scaldarsi e a conferma di questo anche l’opposizione indiana, tradizionalmente molto ostile verso il governo nazionalista di Modi, sembra schierarsi a favore di un nuovo conflitto. O per lo meno non sembra volersi opporre con particolare fermezza alle misure drastiche previste dal Primo ministro.

VENTI DI GUERRA TRA INDIA E PAKISTAN: UN RISCHIO PER LA STABILITÀ GLOBALE E LA MINACCIA NUCLEARE

La questione indo-pakistana, in poche parole, potrebbe riesplodere in tutto il suo potenziale destabilizzante proprio in un momento in cui la comunità internazionale sta cercando di risolvere le altre due grandi crisi degli ultimi anni, vale a dire quella ucraina e quella israelo-palestinese. A rendere più preoccupante la situazione in Asia, però, è il fatto che entrambe le potenze possono impiegare, almeno a livello ipotetico, armamenti devastanti come quelli nucleari in caso di conflitto. Al momento l’ipotesi resta, per fortuna, assolutamente irrealistica.

Tuttavia, visto il livello di tensione e la fermezza con cui le élite politico-militari dei due Paesi continuano a minacciarsi guerra, l’impiego di armamenti molto devastanti, seppur non nucleari, resta una possibilità. Anche senza le armi nucleari tanto l’India quanto il Pakistan possono infatti infliggere gravi danni all’avversario. Proprio per questo motivo, l’escalation nel subcontinente rischia di portare a un conflitto che ha tutte le potenzialità per diventare uno degli scenari geopolitici più violenti e devastanti sullo scacchiere globale.

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