Crisi idrica, è caos: agricoltori verso la mobilitazione

  • Postato il 26 giugno 2025
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Crisi idrica, è caos: agricoltori verso la mobilitazione

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POTENZA – La crisi idrica morde e gli agricoltori chiedono che si indichi con chiarezza al mondo agricolo tempi, modalità e quantità di risorsa su cui poter contare per garantire i servizi essenziali a partire da quelli irrigui. In gioco c’è la campagna di raccolta delle produzioni ortofrutticole stagionali e le ordinarie attività agronomiche. «La situazione di grave carenza idrica che stanno vivendo i titolari delle nostre aziende agricole, in particolare delle aree a più alta densità di produzioni ortofrutticole e di pregio, vale a dire quelle a maggiore valore produttivo agricolo, del Metapontino, dell’area Vulture-Alto Bradano, ha specifiche responsabilità politiche e di governo regionale», scrive in una nota Cia Agricoltori Potenza e Matera.

E’ da mesi che «chiediamo al presidente Bardi di chiudere con urgenza e senza ulteriori rinvii l’intesa al tavolo Istituzionale per la gestione dell’acqua con la Regione Puglia e gli altri Enti preposti». Allo stato, l’accordo della segreteria tecnica con la Regione Puglia «non si è tradotto, come abbiamo rivendicato, in un piano concreto così da conoscere in dettaglio su quale quantitativo di acqua sui diversi schemi si può contare e come gestirli o interconnetterli». E siamo quasi a luglio. «La nostra posizione – scrive ancora Cia Agricoltori – è di far valere nei vari tavoli interregionali, un principio che solo a parole viene sostenuto da politica e governo regionale: le nostre risorse idriche oltre che per l’uso potabile che va tutelato e garantito, vanno riservate all’agricoltura per quello che rappresenta nell’economia regionale lucana al pari di quelle che sono le attività produttive economiche industriali e turistiche. Non è tollerabile che si programmino “strumenti e quote preferenziali” per grandi industrie come l’ex Ilva di Taranto e ai resort pugliesi “sacrificando” le nostre aziende agricole. Se ci devono essere limitazioni ci devono essere anche per il potabile che non è prettamente ad uso civico».

Per Cia non è più tollerabile agitare «l’alibi dei cambiamenti climatici», che hanno comunque un loro peso sulla crisi idrica «ma non possono offuscare responsabilità di quanti da anni non hanno programmato e realizzato investimenti e interventi di manutenzione straordinaria per i nostri grandi invasi che, ricordiamo, così come sono attualmente, risultano limitati nella loro portata originaria». Ciò che preme agli agricoltori lucani è poter programmare. Cia Potenza e Matera annuncia quindi iniziative di mobilitazione sui territori oltre che sulla grave carenza idrica, sulla Pac e il problema della fauna selvatica (cinghiali) con la partecipazione del presidente nazionale Cristiano Fini. «Si tenga conto – scrive ancora la Confederazione di agricoltori lucani – che usciamo da annate difficili, i costi di produzioni crescono e i bilanci sono in rosso, abbiamo il dovere come associazione di rappresentanza delle imprese agricole Lucane di segnalare con fermezza e la necessaria tensione la necessità di rivendicare soluzioni di emergenza da condividere con il mondo agricolo. Rinnoviamo la proposta di un Piano per una governance più vicina ai territori, differenziata e adattiva, per una visione d’insieme che superi la frammentazione decisionale e restituisca valore a Consorzi di Bonifica e Autorità di Bacino, ottimizzando le funzioni e snellendo i vincoli, anche per recepire al meglio la futura strategia Ue per la crisi idrica».

Quella resilienza che Cia immagina «comprensiva di interventi strutturali nelle zone a più alto rischio; di grandi invasi integrati, e non alternativi ai piccoli, di finanziamenti per le infrastrutture resilienti, di riuso agricolo delle acque reflue, come di una legge contro il consumo di suolo e un quadro normativo per le funzioni di custodia e presidio del territorio».

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