Crisi idrica, Bardi: “L’emergenza non finisce col Basento”

  • Postato il 26 novembre 2024
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Crisi idrica, Bardi: “L’emergenza non finisce col Basento”

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Dibattito sulla crisi idrica in consiglio regionale, il governatore Bardi interviene: “l’emergenza non sarà finita fino a quando avremo risorse limitate


POTENZA – «L’emergenza non è affatto finita, sino a quando avremo risorse idriche limitate non potremo dirci fuori dall’emergenza»; Lo ha dichiarato ieri il governatore Vito Bardi intervenendo nel dibattito sulla crisi idrica in Consiglio regionale.
«Siamo partecipi e consapevoli dei gravi disagi a cui è sottoposta la popolazione e avvertiamo tutta la responsabilità nel mitigare le conseguenze di questo stato di crisi e rispondere, sebbene nei limiti delle possibilità attuali e che lo stato di emergenza rende possibile, alle diverse esigenze delle famiglie, delle imprese, del mondo agricolo». Ha aggiunto al governatore.

«Non credo sia questo il momento per focalizzarci sulla catena di responsabilità che ha portato a questo stato di cose». Ha proseguito Bardi. Avremo modo e tempo per riesaminare tutta la storia dalle origini: dalla costruzione degli invasi mai collaudati, o addirittura progettati senza interconnessione con gli altri schemi, alla scelta di regionalizzare l’acquedotto, alla strana storia dei potabilizzatori, non tutti nella piena disponibilità della Regione Basilicata, alla questione manutentiva delle condotte, per troppi anni trascurate e causa delle tante dispersioni idriche, al mancato completamento dello schema irriguo Basento-Bradano, alla condizione di difficoltà finanziarie dell’AQL aggravate dal rincaro energia su cui siamo dovuti intervenire con determinazione, sino ai tanti, troppi enti, che si dividono le competenze in questa materia».

L’INVASO DELLA CAMASTRA

«L’inadeguatezza dell’invaso della Camastra in combinato disposto con la siccità ha determinato una situazione surreale, riportandoci a metà degli anni ’70 quando a Potenza, mi hanno ricordato, c’erano solo tre ore di erogazione d’acqua». Ha sottolineato il governatore. «Venendo ad oggi. Dall’analisi dei bilanci idrologici dell’invaso degli ultimi 38anni (dal 1986 ad oggi) gli afflussi che si sono avuti nel periodo autunno/inverno 2023/2024 (per complessivi 21milioni di metri cubi) sono i più bassi registrati con un decremento dell’80% rispetto alla media di 110milioni di metri cubi all’anno (ricordo che in questo periodo si verificano il 65% delle precipitazioni piovose).
Questo ha comportato bassissimi, o quasi nulli, afflussi nell’invaso del Camastra durante il periodo estivo; mancanze che stiamo registrando anche in questo autunno. iamo tutti consapevoli come in seguito al concomitante incremento di prelievo dall’invaso a scopo potabile, dovuto alla magra delle sorgenti passate da un apporto del 60% a quasi il 40%, ed al perdurare della straordinaria assenza di afflussi ancora alla data odierna, ha comportato il raggiungimento delle quote di queste settimane mai registrate negli ultimi 40anni, fino all’esaurimento».

LE MISURE DA ADOTTARE PER IL FUTURO

Quanto alle misure da adottare perché tra qualche mese non si ripeta quanto accaduto da settembre a questa parte, quindi, Bardi ha elencato una serie di lavori in partenza e in via di ultimazione che dovrebbero aumentare la capacità di invaso a disposizione per rifornire i rubinetti dei 140mila lucani serviti dalla diga Camastra.
Rispetto all’acqua del Basento potabilizzata e immessa in rete, infine, Bardi ha ribadito le evidenze scientifiche a sostegno della qualità della stessa.
«Se non avessi autorizzato un mese e mezzo fa il prelievo delle acque del Basento, assumendone tutte le responsabilità, oggi saremmo semplicemente e drammaticamente senza acqua». Ha sottolineato Bardi aggiungendo che «in una logica di massima prudenza», rispetto alla disputa sulla classificazione dell’acqua, sono state date indicazioni di «utilizzare il livello più alto dei processi di potabilizzazione per garantire la massima sicurezza ai cittadini e far giungere chiaro il messaggio che il nostro solo interesse è quello di tutelare la salute delle comunità e mitigare i disagi derivanti dalla crisi idrica».

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