Crisi dell’industria senza fine: ventiduesimo calo consecutivo (-1,5%) della produzione. Bankitalia: “Peggiorano le aspettative”

  • Postato il 14 gennaio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una crisi senza fine, su cui la politica continua a balbettare. Lo scorso novembre, fa sapere l’Istat, la produzione industriale italiana è calata in termini tendenziali per il ventiduesimo mese consecutivo. L’ultimo dato, corretto per gli effetti di calendario, è un -1,5% anno su anno, che segue il -3,5% di ottobre. Bisogna risalire la serie fino a gennaio 2023 per trovare un segno “più”. “Prosegue la lunga fase di contrazione dell’indice”, commenta l’istituto di statistica. Si registrano incrementi per l’energia (+4,3%) e i beni di consumo (+2,6%), tra cui alimentari e prodotti farmaceutici, ma cala la produzione di beni intermedi (-2,5%) e strumentali (-4,9%). Nell’elenco delle maggiori flessioni spiccano ancora una volta la fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,8%), che risente del periodo nero di Stellantis, e quella di macchinari e attrezzature (-6,2%). Rispetto a ottobre l’indice destagionalizzato aumenta invece dello 0,3%, con aumenti congiunturali per l’energia (+1,6%), i beni di consumo (+0,9%) e i beni intermedi (+0,3%) e una flessione per quelli strumentali (-0,6%).

Intanto da un’indagine di Bankitalia sulle aspettative di inflazione e crescita, condotta tra fine novembre e metà dicembre tra imprese con almeno 50 addetti, emerge che i giudizi sulla situazione economica generale sono peggiorati. La percentuale di aziende che ha espresso valutazioni negative è salita al 30%, da 21% nell’indagine precedente. Il deterioramento dei giudizi, rileva BankiNelle valutazioni delle imprese la domanda si è indebolita, in particolare quella estera e quella rivolta al comparto dei servizi. “Le prospettive sulle proprie condizioni operative a breve termine sono complessivamente sfavorevoli“, scrive via Nazionale. “Vi incidono l’incertezza economico-politica e, in misura più contenuta, i timori sull’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche e, specialmente tra le imprese esportatrici, sulle politiche circa gli scambi commerciali internazionali“, leggi i dazi minacciati da Donald Trump.

Le imprese prevedono comunque un’espansione degli investimenti nella prima metà del 2025. Le condizioni di accesso al credito sono valutate invariate e la posizione complessiva di liquidità ancora soddisfacente. La maggior parte delle imprese prevede di mantenere invariata la propria forza lavoro. La crescita dei prezzi di vendita si è stabilizzata su livelli contenuti nei servizi e nell’industria in senso stretto. Nelle costruzioni è diminuita, rimanendo tuttavia più sostenuta rispetto agli altri comparti. Nei prossimi 12 mesi la dinamica dei listini resterebbe sostanzialmente stabile in tutti i settori, “a fronte di attese di aumenti salariali contenuti”.

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