Crisi climatica in Emilia-Romagna, scaricabarile nel governo Meloni. Musumeci: “Piano sul dissesto idrogeologico fermo da 5 mesi al ministero per l’Ambiente”

“Il piano nazionale sul dissesto idrogeologico è fermo da cinque mesi nelle strutture del ministero per l’Ambiente”. Non si tratta della solita accusa delle associazioni ambientaliste contro il governo dopo l’ennesimo evento climatico catastrofico. No. Questa volta è fuoco amico: a parlare è direttamente un esponente del governo, nella fattispecie il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, durante una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi. Nella spiegazione della sua dichiarazione, poi, Musumeci ha detto anche altro: “Conosco la sensibilità del collega Pichetto Fratin ma il piano rimane ancora fermo perché l’esame sembra essere particolarmente laborioso”. Da capire, inoltre, se quel “esame particolarmente laborioso” sia un’espressione con accento sarcastico o meno. Di certo sono dichiarazioni parecchio inusuali, che non mancheranno di creare polemiche all’interno del Governo Meloni. Il ministro per la Protezione Civile, del resto, ha fatto capire chiaramente che i suoi tecnici sono pronti a partire: “Non appena avremo l’ok anche del ministero dell’Ambiente potremo portare al consiglio dei Ministri il disegno di legge – ha detto Musumeci – che consente una serie di interventi su scala nazionale per neutralizzare gli effetti del dissesto idrogeologico, per il quale l’Italia è esposta per il 94% del territorio”.

Pichetto Fratin parla di “maltempo” – E Pichetto Fratin? Al momento ha parlato solo sui social, elencando con malcelato entusiasmo l’azione del suo ministero. “Prevenzione, mitigazione e protezione dell’ambiente: queste sono le priorità che guidano il nostro impegno nella cura dei territori” ha detto il titolare del Mase, che poi ha aggiunto: “Sono vicino agli emiliani e romagnoli e a chi sta subendo danni e vive queste ore di difficoltà a causa del maltempo”. Sì, maltempo: il ministro dell’Ambiente ha bollato l’ennesimo evento climatico estremo come frutto del maltempo e non di quel cambiamento climatico che ogni anno mette in ginocchio mezza Italia e per cui sono stati scritti il piano sul dissesto idrogeologico e il piano di adattamento al cambiamento climatico, guarda caso due documenti fondamentali che da mesi sono bloccati nei cassetti del ministero guidato da Pichetto Fratin. Che però, nella sua dichiarazione social, non ha mancato di ringraziare chi sta lavorando per evitare il peggio: “Governo, Regione ed Enti locali sono al lavoro senza distanze, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, coordinando tutti gli interventi necessari – ha detto il ministro dell’Ambiente – Un ringraziamento speciale va ai Vigili del fuoco, alle Forze dell’ordine e a tutti gli operatori impegnati nelle operazioni di soccorso e messa in sicurezza. Tieni duro Emilia Romagna“.

Musumeci attacca l’Emilia Romagna – Al netto dei messaggi chissà quanto subliminali diretti al collega di governo, il ministro per la Protezione Civile ha duramente attaccato anche la politica dell’Emilia Romagna, rea di aver dato il via ad un enorme consumo di suolo e di non aver speso bene le centinaia di milioni di euro ricevute da Roma negli ultimi anni. “L’Ispra ci dice che l’Emilia-Romagna è tra le regioni che maggiormente hanno consumato suolo negli ultimi decenni – ha sottolineato Musumeci – Cementificare significa facilitare l’effetto ruscellamento quando piove abbondantemente perché l’acqua non viene assorbita”. A seguire il ministro si è concentrato sulle cifre: “In questo decennio l’Emilia-Romagna ha ricevuto dal governo di Roma 594.567.679 euro per la lotta contro il dissesto idrogeologico – ha elencato – Se la regione potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa (spero tutta o quasi) e quali sono i territori più vulnerabili, sui quali bisogna intervenire, noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario”. Il ministro, inoltre, ha spiegato di non voler essere “polemico” nei confronti dell’amministrazione regionale perché “non sappiamo quanta di questa risorsa sia stata già utilizzata e tradotta in opere”. “Quando avremo il dato preciso – ha concluso – saremo nelle condizioni di esprimere una valutazione obiettiva“.

“Bloccato al Mase anche il piano di adattamento al cambiamento climatico” – In questa atmosfera si inserisce anche la denuncia del Wwf, che accusa il ministero dell’Ambiente di tenere bloccato nei suoi cassetti anche un altro documento fondamentale, ovvero il piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. “È stato approvato alla fine dello scorso anno – ha scritto in una nota il Wwf – Nel dicembre 2023 il ministro Pichetto ha meritoriamente accelerato la conclusione di un iter che pareva infinito, anche se il Piano stesso è carente sotto due aspetti fondamentali“. Quali? “Non individua né le priorità, né le fonti di finanziamento” ha specificato l’associazione ambientalista, che poi però racconta anche un altro aspetto, già noto, ma che ora acquista importanza maggiore dopo le parole del ministro Musumeci: “Il piano è stato messo in un cassetto e non è entrato nelle priorità del Governo, anche in vista della prossima legge finanziaria: la classe dirigente, anche industriale, sembra invece molto più attratta dalle grandi opere inutili, dal nucleare al Ponte sullo Stretto“. Da non dimenticare, poi, la questione rimborsi: “Nel 2023 il Governo aveva promesso rimborsi del 100% ai cittadini: questi rimborsi non sono arrivati affatto e la maggior parte degli alluvionati ha potuto contare solo sulla società civile e il supporto locale“.

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Il Fatto Quotidiano

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