Crisi Amt, mercoledì il piano di risanamento in cda e (forse) la presentazione delle nuove tariffe

  • Postato il 20 ottobre 2025
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Genova. Sarà presentato mercoledì al consiglio di amministrazione il piano di risanamento aziendale di Amt Genova. È quanto è emerso stamattina in occasione dell’incontro tra i sindacati e il presidente Federico Berruti. Nella stessa giornata, da quanto trapela, dovrebbe essere convocata una conferenza stampa per svelare le nuove tariffe, o almeno la prima delle tre fasi che scatteranno con l’obiettivo di riportare i ricavi da bigliettazione ai livelli che precedevano la politica sperimentale. Dopodiché il piano passerà al vaglio dell’assemblea dei soci e non si esclude anche una deliberazione in consiglio comunale.

Nemmeno nell’ incontro odierno ci è stato consegnato il piano industriale, aumentando di conseguenza le nostre preoccupazioni. Siamo stati unicamente informati su quali saranno i punti dello stesso – riferisce Edgardo Fano, segretario regionale della Faisa Cisal -. Le leve per l’equilibrio saranno l’adeguamento dei finanziamenti relativi al contratto di servizio, una nuova politica tariffaria già in vigore da novembre e misure di efficientamento interno”.

Si tratta degli stessi punti annunciati da Berruti nella commissione consiliare andata in scena la settimana scorsa a Tursi. Il presidente aveva spiegato il piano a grandi linee: per riportare in equilibrio i conti di Amt servono maggiori entrate per 60 milioni all’anno, di cui 10 milioni dalle tariffe e 50 milioni da contributi pubblici. E se la prima parte del risultato si otterrà con una manovra correttiva rispetto ai prezzi e alle agevolazioni in vigore, per quanto riguarda i finanziamenti dagli enti locali non è chiaro chi possa metterci tutti quei soldi, tenendo presente che il Comune di Genova ha già deciso (con difficoltà) un’integrazione al contratto di servizio per 7,8 milioni. Per dare un’idea di confronto, il totale delle risorse per il trasporto pubblico in tutta la Liguria cuba 210 milioni di euro, compreso il ferro.

Sulle “misure di efficientamento” i sindacati mettono le mani avanti: “Secondo noi – commenta ancora la Faisa Cisal – si possono ottenere legandole solo ed esclusivamente a un esodo incentivato (fondino), che consenta un recupero dei costi strutturali, dato dal differenziale di costo esistente tra giovani e anziani”. È stata ribadita “l’imprescindibile esigenza di mantenere gli attuali elementi contrattuali, sia economici che normativi”. Al momento invece “resta in stand-by l’ipotesi di rimodulazione del servizio, vagliata nelle scorse settimane”.

Domani si terrà un nuovo incontro tra sindacati e direzione finanziaria di Amt. E mercoledì 22 ottobre, prima del cda, è previsto un ulteriore appuntamento con la sindaca Silvia Salis e il vicesindaco Alessandro Terrile. Non convincono alcuni punti della relazione compilata da Pwc che evidenzia un buco di 74 milioni nel 2024 e un deficit patrimoniale di 86 milioni ad agosto 2025. Soprattutto quest’ultima circostanza, se fosse confermata, rappresenterebbe l’anticamera del fallimento per l’azienda, che nel frattempo ha presentato al Tribunale l’istanza di composizione negoziata della crisi per sospendere gli obblighi di ricapitalizzazione e quelli nei confronti dei creditori.

I numeri reali non sono stati dati neppure ai sindacati – accusa Ilaria Cavo, capogruppo di Orgoglio Genova-Noi Moderati in Comune -. Alla vigilia di un cda strategico, che nelle intenzioni dovrebbe ridisegnare il futuro dell’azienda, non è ammissibile che non si conoscano i numeri di una crisi finora solo raccontata dal Comune, senza la base di un bilancio, di un’analisi finanziaria su dati certi o su una vera due diligence. I conti di Amt li ha chiesti Regione Liguria già prima di importanti anticipazioni di liquidità, sarebbero dovuti essere resi noti nel bilancio consolidato del Comune, ora neppure ai sindacati sono stati comunicati”.

“Chiediamo al sindaco e alla dirigenza dell’azienda di uscire da questa insostenibile situazione di mistero. Parole di chiarezza sono dovute prima di tutto ai lavoratori e ai cittadini genovesi che dovranno usufruire del servizio, conoscendone le tariffe e le vere ragioni della revisione della gratuità, che per noi è invece da proseguire”, conclude Cavo.

Autore
Genova24

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