Cresce l’occupazione femminile al Sud, ma il divario resta ampio. L’intervento di De Luca

  • Postato il 5 marzo 2025
  • Economia
  • Di Formiche
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L’occupazione femminile in Italia sta crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto a quella maschile. Nei primi nove mesi del 2024, il numero delle lavoratrici è aumentato del 2,3%, mentre per gli uomini l’incremento è stato dell’1,4%.

Complessivamente, su 413 mila nuovi occupati, 227 mila sono donne, pari al 55% del saldo occupazionale. Anche nel quinquennio 2019-2024 si registra una crescita più marcata per le donne, con un +3,9% contro il +3,2% degli uomini.

Il miglioramento ha interessato in particolare la fascia 55-64 anni, che ha visto un incremento di 354 mila occupate (+18,9%) e un aumento del tasso di occupazione dal 43,9% al 49,1%. Anche tra le giovani si rilevano segnali positivi: nella fascia 25-34 anni l’occupazione è cresciuta del 6%, con oltre 100 mila nuove lavoratrici, mentre tra le under 25 l’aumento è stato dell’1,6%. Tra le prime, il tasso di occupazione è passato dal 54,3% al 60,8%. A questo sviluppo quantitativo si affianca un miglioramento nella qualità dell’occupazione.

Crescono le donne in professioni qualificate (+7,7% tra 2019 e 2024), in particolare tra quadri, dirigenti e imprenditrici (+31%), oltre che nelle professioni intellettuali (+6,5%) e tecniche (+6,8%). Su 385 mila nuove occupate, 284 mila rientrano nelle professioni ad alta qualificazione. Questo cambiamento riflette una maggiore presenza femminile nei ruoli di responsabilità e un progressivo superamento delle barriere che storicamente hanno ostacolato l’accesso delle donne a posizioni di vertice.

Un altro dato positivo si riscontra dal punto di vista territoriale: è il Mezzogiorno ad aver registrato la crescita più significativa dell’occupazione femminile. Tra il 2019 e il 2024 l’aumento è stato del 6,4%, più del doppio rispetto al Centro (+3,1%) e al Nord (+3,2%). Nell’ultimo anno, il Sud ha visto 90 mila nuove occupate, portando il saldo dal 2019 a 146 mila. Questa crescita ha contribuito ad aumentare di 3,7 punti percentuali il tasso di occupazione femminile nelle regioni meridionali, passato dal 33,2% del 2019 al 36,9% del 2024.

Tuttavia, il divario con il resto del Paese rimane marcato: al Centro il tasso è salito al 60,8%, mentre al Nord ha raggiunto il 62,8%.

Questi dati, evidenziati nel dossier realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su dati Istat, mostrano un cambiamento positivo, ma anche quanto resti da fare. L’occupazione femminile cresce, ma i livelli di partecipazione al lavoro sono ancora inferiori rispetto a quelli maschili, soprattutto nel Mezzogiorno.

Inoltre, permangono criticità come il part-time involontario, il divario salariale e le difficoltà di conciliazione tra vita privata e carriera. Affinché questa crescita diventi strutturale, è necessario investire in politiche di sostegno al lavoro femminile, favorire l’accesso alle professioni più qualificate e ridurre le disparità territoriali. Il futuro del mercato del lavoro italiano dipenderà dalla capacità di valorizzare il talento e il contributo delle donne, garantendo pari opportunità e condizioni favorevoli per una piena partecipazione al mondo del lavoro.

Autore
Formiche

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