Costanza Cavalli: l'ex deputata democratica alla guida dei servizi segreti

  • Postato il 21 febbraio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Costanza Cavalli: l'ex deputata democratica alla guida dei servizi segreti

Ben 8 senatori repubblicani hanno storto il naso quando si è trattato di votare la conferma di Tulsi Gabbard, neodirettrice dell'Intelligence nazionale, ex democratica, 43 anni, un tirabaci con tre striature bianche segno non di vanità, tantomeno di trascuratezza. La canizie cominciò quando era nella Guardia Nazionale e la spedirono in Iraq, a Balad, anno 2004: «Ho scelto di tenerli come promemoria quotidiano del terribile costo della guerra, di chi paga il prezzo della guerra e dell'importanza della pace»- rispose a un giornalista che, povero caro, le chiese perché non facesse un giro dal parrucchiere- «Non ho alcuna intenzione di tingermi».

Come Rogue degli X-Men, Gabbard sembra avere il dono di assorbire poteri e psiche di chiunque tocchi e le sarà capitato di dare un cozzo a Donald Trump. Così democratica da fare il tifo per Bernie Sanders nelle primarie del 2015, nel 2020 corse lei stessa per la nomination presidenziale, puntando su assistenza sanitaria pubblica, tasse universitarie gratuite, alloggi a prezzi accessibili, norme contro il cambiamento climatico e per il controllo delle armi. «Siamo per aloha»- diceva, con una ghirlanda di fiori bianchi al collo - «Siamo per la diversità. Siamo per la pace», e si definiva una Karma Yogi.

 

 

 

Non diffondeva pace e amore perché si era bevuta il cervello: nata nelle Samoa americane e cresciuta alle Hawaii da padre cattolico e madre indù, è stata principalmente istruita a casa. A 21 anni divenne la più giovane ad essersi mai seduta nel Camera dei rappresentanti del suo stato, poi l'arruolamento come conseguenza dell'11 Settembre, le missioni in Iraq e in Kuwait. Nel 2013 è stata la prima indù a sedere al Congresso ed è rimasta in quota blu fino al 2022 quando si registrò come indipendente: il suo ex partito era diventato una «cabala elitaria di guerrafondai» guidata dalla “vigliacca” ideologia woke, disse.

Nonostante la “flessuosità” di vedute, Trump – che l'ha piazzata a supervisionare 18 agenzie di intelligence, tra cui la Cia, l'Fbi e la National Security Agency, e a gestire un budget di oltre 70 miliardi di dollari – dice che «non è mai stata una vera democratica, nel suo cuore è repubblicana da sempre». Soprattutto è «dotata di common sense», buon senso (oramai cosparso sull'intera squadra di governo come polvere di fata), «si è scagliata contro la sinistra radicale, lo Stato Profondo e mi ha sempre difeso». Meglio di così.

Secondo gli 8 senatori di cui sopra, da Susan Collins del Maine a John Curtis dello Utah, c'era meglio di così: Gabbard non ha alcuna esperienza di intelligence, ha difeso Edward Snowden e ha dato ragione alla Russia. Il giorno dell'invasione dell'Ucraina disse che la guerra avrebbe potuto essere evitata se gli Stati Uniti e i loro alleati avessero riconosciuto le «legittime preoccupazioni per la sicurezza» di Mosca riguardo alla richiesta di Kiev di aderire alla Nato. E aggiunse che in Ucraina erano presenti laboratori finanziati dagli Usa che avrebbero potuto «diffondere agenti patogeni mortali».

Nel 2017 ha incontrato il dittatore Bashar al-Assad, alleato storico di Putin, e non ha mai creduto che il regime siriano fosse responsabile di aver usato armi chimiche contro il suo stesso popolo. Opinioni e azioni che hanno portato all'inserimento del nome Gabbard in una watchlist sul terrorismo interno con l'accusa di promuovere la propaganda russa: «Colpa di un algoritmo», secondo fonti della Cnn, colpa del “regime di Biden”, secondo Trump.

 

 

 

Durante l'audizione di conferma, è stata bersaglio per freccette sia dei democratici che dei repubblicani: «Può affermare che Snowden è un traditore?» è stata la domanda più gettonata. «Ha infranto la legge», è stata sempre la stessa risposta. E sulla sua posizione “solidale” con Putin e Assad: «Coloro che si oppongono alla mia nomina suppongono che io sia fedele a qualcosa o qualcuno che non sia Dio, la mia coscienza e la Costituzione» – ha detto – «accusandomi di essere un burattino di Trump, di Putin, di Assad, di un guru (la sua guida spirituale, ndr), di Modi (il presidente indiano, in quanto induista, ndr). Senza rendersi conto dell'assurdità di essere il burattino di cinque diversi burattinai nello stesso momento».

Di quegli 8 senatori, soltanto uno, Mitch McConnell, non si è convinto: è preoccupante che il direttore dell'intelligence nazionale abbia «una storia di allarmanti errori di giudizio», ha spiegato. Gabbard sostiene che l'intelligence abbia fatto troppi sbagli, dalle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein alle rivelazioni di Snowden che dimostrarono attività di spionaggio a danno di cittadini qualunque. Tali «costosi» errori «hanno portato all'indebolimento della sicurezza nazionale e delle libertà date da Dio e sancite dalla Costituzione», ha spiegato. E i seguaci MAGA sono galvanizzati nel vedere le spie, più impopolari che mai, che si spaventano per un “aloha”.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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