Così Trump ha attaccato il porto della droga di Maduro
- Postato il 31 dicembre 2025
- Esteri
- Di Formiche
- 1 Visualizzazioni
Un attacco con droni, guidati dalla Central Intelligence Agency degli Stati Uniti, avrebbe fatto esplodere le installazioni di un porto in Venezuela. Secondo fonti dell’emittente americano Cnn, ripresi dal quotidiano The New York Times, l’operazione farebbe parte della campagna di pressione del governo di Donald Trump contro il regime di Nicolás Maduro, nell’ambito della battaglia contro la rete di narcotraffico regionale.
L’esplosione sarebbe stata registrata la scorsa settimana e aveva come obiettivo colpire un magazzino utilizzato dall’organizzazione terroristica Tren de Aragua per lo stoccaggio e successivo carico di imbarcazioni con la droga destinata al territorio americano e non solo. Nell’attacco non ci sono stati morti né ferite perché al momento dell’esplosione non era presente nessuno.
Questa sarebbe la prima operazione americana confermata sul territorio venezuelano e il presidente Trump aveva già accennato la programmazione. Infatti, durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago, Trump ha confermato che la responsabilità dell’esplosione nel porto venezuelano è delle autorità statunitensi. “Caricano navi con droga. Quindi, abbiamo attaccato tutte le navi e adesso attacchiamo quella zona. È l’area di operazione, era lì che lavoravano, ma adesso non esiste più”, ha dichiarato il capo della Casa Bianca.
Non ci sono ancora informazioni se il drone (o i droni) usati in questa missione siano proprietà della Cia o siano stati messi a disposizione dalle forze armate americane. È stato verificato, invece, che il Pentagono ha inviato diversi droni MQ-9 Reaper, con missili Hellfire, nelle sue basi militari in Puerto Rico, come parte della campagna di pressione contro Maduro e la guerra contro il narcotraffico in Sudamerica.
Gli Usa avevano già colpito militarmente imbarcazioni e navi petrolifere vincolate al narcotraffico internazionale, ma questa sarebbe la prima incursione diretta della Cia in Venezuela, come si legge sul New York Times. Ad inizio del 2025, il presidente Trump autorizzò le operazioni di intelligence, con piani e missioni di diversa intensità.