Così Modi e Jaishankar raccontano l’India dal Raisina Dialogue

  • Postato il 18 marzo 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
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Il Raisina Dialogue, in corso a Delhi, si conferma sempre più come la piattaforma privilegiata per proiettare l’India nel dibattito globale. L’evento organizzato dall’Orf (il più importante think tank indiano) non è solo un forum diplomatico, ma un vero e proprio laboratorio, dove Delhi afferma la propria visione del mondo, del potere e dell’ordine internazionale.

È in questo contesto che risaltano in modo sinergico due voci centrali della leadership indiana e della sua narrazione strategica: quella del ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar, intervenuto alla sessione “Thrones and Thorns: Defending the Integrity of Nations”, e quella del primo ministro Narendra Modi, protagonista di un’ampia (tre ore) e meditata intervista con il podcaster Lex Fridman, rilasciata quasi in contemporanea.

La centralità dell’ordine internazionale: convergenze di visione

Jaishankar ha offerto al Raisina un intervento denso e diretto, criticando l’incoerenza dell’attuale ordine globale. Una visione chiara di come l’India cerchi il proprio spazio come polo non più emergente, ma ormai emerso, nella multipolarità in costruzione. Il ministro ha denunciato l’ipocrisia delle grandi potenze, che applicano le regole internazionali in modo selettivo, spesso strumentale ai propri interessi. Il caso del Kashmir, trasformato dalle Nazioni Unite da un’invasione a una “disputa”, è stato citato come emblema dell’iniquità sistemica. “Serve un ordine […] Senza ordine, regna l’anarchia, e i Paesi disposti a sfidare le regole, grandi o piccoli che siano, finiscono per approfittarne”, ha detto, richiamando però a un ordine diverso dell’attuale.

Modi, nell’intervista a Lex Fridman, ha espresso una visione complementare. Ha parlato del ruolo dell’India come forza stabilizzatrice e del bisogno di un mondo multipolare, fondato sul rispetto reciproco, non sull’imposizione ideologica o sulla manipolazione delle norme. Ha evidenziato la coerenza come valore politico, anche criticando – sebbene indirettamente – le ambiguità occidentali. Come Jaishankar, ha sottolineato l’importanza della sovranità e dell’integrità territoriale, richiamando la necessità di un ordine fondato sulla legittimità e non sul privilegio.

La narrazione strategica dell’India: assertività e responsabilità

L’intersezione tra le due posizioni rivela una narrazione strategica matura e strutturata. L’India non si limita più a chiedere voce nei consessi globali: la pretende, perché di fatto la esercita, contribuendo a definirne i parametri. Il Raisina Dialogue diventa così un palco da cui il Paese si racconta non solo come vittima del vecchio ordine, ma come architetto di uno nuovo. Una potenza responsabile, capace di mantenere fermezza sui propri interessi, ma anche di offrire una visione ordinatrice alternativa.

È un messaging strategico, che parla sia ai grande player dell’ordine mondiale attuale – quelli che sono destinati ad avere parte centrale anche nella costruzione degli equilibri futuri – sia a coloro che sono momentaneamente esclusi e che ambiscono in futuro ad avere ruoli (non necessariamente più centrali, ma quanto meno riconosciuti e inclusi nelle dinamiche che verranno).

Sia Jaishankar che Modi parlano da una posizione di fiducia. L’uno denuncia le crepe dell’ordine postbellicco, rimasto in equilibri per decenni e attualmente arrivato a una fase di necessario rimodellamento; l’altro propone un’India spiritualmente ancorata alla propria cultura, ma tecnologicamente e diplomaticamente proiettata nel prossimo secolo. Entrambi evocano la necessità di una nuova conversazione globale, fondata su equità, coerenza e multipolarismo.

Raisina come strumento di potenza narrativa

Il Raisina Dialogue è il palcoscenico concreto in cui mandare in onda questo genere di visione profonda. Gli interlocutori presenti e l’attenzione che l’evento suscita a livello globale fanno da catalizzatore. L’edizione 2025 ha riunito ministri e leader di varie regioni del mondo – dalla Slovacchia alla Svezia, dal Liechtenstein agli Emirati – segnando ancora una volta il ruolo crescente dell’India come nodo cruciale del pensiero strategico internazionale.

In definitiva, ciò che emerge dall’insieme delle dichiarazioni di Modi e Jaishankar è un racconto di Delhi solido e convergente, che restituisce l’immagine di un’India assertiva, riflessiva, consapevole dei doppi standard e pronta a proporre regole nuove. Il Raisina Dialogue non è solo il luogo dove tutto ciò viene espresso: è parte integrante del messaggio.

Autore
Formiche

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