Così il veto socialista su Fitto rischia di bloccare la Commissione

  • Postato il 13 novembre 2024
  • Politica
  • Di Formiche
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Il governo europeo rischia di non partire per il veto di Socialisti-Democratici (S&D) e Verdi alla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della commissione. Mentre ieri tutto lasciava intendere che oggi sarebbe stato il giorno buono per far decantare lo scontro politico e mettere nero su bianco le competenze (mai messe in dubbio in audizione) del ministro italiano, una decisione del centrosinistra europeo ha di fatto innescato una crisi politica che potrebbe ripercuotersi sull’intero impianto governativo, dopo le tensioni seguite al processo di audizioni per confermare i commissari designati. L’ultimo vertice andato in scena oggi tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e i capigruppo di Ppe, S&D ed Renew non ha prodotto una soluzione all’impasse. I Verdi addirittura sostengono che Fitto non abbia “mostrato competenza nell’audizione”.

Lo scontro

Il riconoscimento politico dell’allargamento della maggioranza ai Conservatori di Ecr è lo scoglio che il gruppo S&D non intende superare. “Oggi è in gioco il voto sul prossimo collegio della Commissione europea. A causa del comportamento irresponsabile del loro capogruppo Manfred Weber, il Ppe ha infranto lo storico accordo democratico e pro-europeo tra i gruppi conservatore, socialdemocratico e liberale in questa Camera”, spiegano. Secondo il presidente del gruppo dei Socialisti e democratici Iratxe Garcia Perez non c’è ancora un accordo, “votiamo la prossima settimana sui commissari e noi siamo contrari su Fitto e Varhelyi”, come a non voler chiudere ancora una volta la partita.

Raddoppiano la dose i Verdi, secondo cui la responsabilità sarebbe addirittura dei popolari, accusati dal co-presidente dei Verdi Ue, Terry Reintke, di “giochi politici irresponsabili e miopi che stanno mettendo a pentimento l’alleanza democratica dell’Europarlamento”. Il punto di caduta secondo gli ambientalisti è una maggioranza democratica pro-europea “messa a pentimento dall’insistenza sconsiderata del Ppe nel sostenere un candidato di estrema destra che non è idoneo a ricoprire la carica di vicepresidente esecutivo”. E aggiungono un particolare quando osservano che Fitto “ha chiaramente dimostrato di non sostenere i valori dell’Unione europea e nella sua audizione ha mostrato una totale mancanza di competenza e interesse per gli argomenti trattati nel suo portafoglio”. Una presa di posizione che cela il vero vulnus della questione: l’allargamento a Ecr del governo Ursula bis.

Qui Roma

Decisa la reazione del governo italiano. Secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni la sinistra vuole togliere una poltrona di peso all’Italia. Su X scrive: “Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein: a Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”.

Matteo Salvini chiede che i veti ideologici non ostacolino la nomina di Fitto mentre il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, definisce la posizione del Pd sulla vicepresidenza di Fitto “vergognosa e dovrebbe suscitare lo sdegno di chiunque, nelle istituzioni come nelle redazioni dei giornali, abbia a cuore l’interesse nazionale”.

Secondo l’esponente di FdI “chi da settimane blatera di ‘spostamento a destra’ della maggioranza e di altre amenità lo fa solo per nascondere l’unica, inconfutabile, realtà: chi rema contro la vicepresidenza italiana rema contro l’Italia e, pur di colpire Giorgia Meloni, è disposto a ridimensionare il peso della nostra nazione”. Sponda anche dai popolari, increduli per il muro socialista. Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, osserva che Fitto non deve temere. “È sotto l’ombrello dei popolari e di Tajani. Le dichiarazioni di Weber confermano l’asse con l’Italia e la posizione di rilievo del nostro Paese all’interno della maggioranza europea. L’Italia è partner di primo piano, e questo è la conseguenza della forza del governo Meloni”.

Autore
Formiche

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