Cosenza, “Mani creative”: il progetto promosso da L’Arte in corso

  • Postato il 16 settembre 2025
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Cosenza, “Mani creative”: il progetto promosso da L’Arte in corso

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Il progetto “Mani creative: welfare di prossimità attraverso l’arte e il fare”, promosso da L’Arte in Corso, ha coinvolto per tutta l’estate i residenti di case-famiglia e case rifugio della provincia di Cosenza. In programma, una mostra finale aperta al pubblico.


COSENZA – L’arte non è un lusso per pochi, ma un bisogno primario dell’essere umano. È ciò che ci distingue e al tempo stesso ci unisce: una forma di linguaggio universale che attraversa culture, epoche, confini. Platone la definiva “imitazione del reale”, Nietzsche la considerava “l’attività metafisica per eccellenza”, Jung la riconosceva come via privilegiata per accedere al mondo interiore.

Oggi, in Calabria, un territorio segnato da fragilità sociali ed economiche, l’arte si è fatta strumento di welfare di prossimità, capace di alleviare ferite invisibili e di aprire spazi di relazione laddove spesso dominano isolamento e silenzio. È questo il cuore del progetto “Mani creative: welfare di prossimità attraverso l’arte e il fare”, a cura de “L’Arte in Corso”, l’associazione di promozione sociale presieduta da Debora Falcone, con il sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, che per il secondo anno consecutivo ha scelto di sostenere l’iniziativa nell’ambito delle Nuove Linee Guida 2025–2026.

Il progetto “Mani creative: welfare di prossimità attraverso l’arte e il fare”

Il progetto ha coinvolto per tutta l’estate i residenti di case-famiglia e case rifugio della provincia di Cosenza. Donne, uomini, ragazzi e bambini in condizioni di vulnerabilità sociale hanno partecipato a un percorso di laboratori creativi e arteterapici. Non semplici attività manuali, ma esperienze di ricostruzione identitaria: plasmare l’argilla, dipingere un volto, comporre un mosaico significa, metaforicamente, riordinare i frammenti della propria vita, dare forma a emozioni spesso indicibili, riconoscersi come capaci di creare. Ogni incontro ha rappresentato una piccola rivoluzione interiore: chi non parlava da tempo ha trovato un modo per esprimersi con i colori; chi si percepiva invisibile ha riscoperto di avere uno sguardo che vale e mani che possono generare bellezza.

Il welfare di prossimità

In un territorio dove l’accesso ai servizi sociosanitari è spesso limitato, “Mani Creative” ha dimostrato che il welfare di prossimità non deve per forza passare da grandi strutture, ma può radicarsi in spazi intimi, comunitari, quotidiani. La dimensione laboratoriale ha favorito non solo l’autostima e la comunicazione emotiva, ma anche la coesione sociale: utenti, operatori e famiglie hanno costruito legami nuovi, fondati sulla fiducia reciproca e sulla condivisione. È un modello replicabile, che mostra come la cultura possa diventare parte integrante delle politiche sociali: non “ornamento” o “intrattenimento”, ma cura e prevenzione, al pari di ogni altro servizio essenziale.

L’arte nella vita quotidiana

La grande lezione di “Mani Creative” è che l’arte non appartiene soltanto ai musei o ai palcoscenici, ma alla vita quotidiana delle persone comuni. In epoche di crisi, le comunità hanno sempre trovato nell’arte un modo per resistere e rinascere: i canti popolari durante le guerre, i murales nelle periferie urbane, le danze rituali come linguaggi di guarigione collettiva. Allo stesso modo, i partecipanti di questo progetto hanno scoperto che creare significa esistere in modo nuovo, riappropriarsi della propria dignità, sentirsi parte di un orizzonte più grande.

“L’Arte in Corso” intende proseguire su questa strada, ampliando il progetto e trasformandolo in una pratica stabile di welfare comunitario. In programma, una mostra finale aperta al pubblico, che renderà visibile il lavoro svolto dai partecipanti e restituirà alla collettività il valore di ciò che è stato costruito insieme.

La presidente Debora Falcone: «Sono numerosi i progetti su cui stiamo lavorando. Ma per dare continuità a questa esperienza serve il contributo del territorio: imprenditori, fondazioni, enti pubblici e cittadini sono invitati a sostenere un’iniziativa che non si limita a “fare del bene”, ma rigenera persone e comunità attraverso la forza generativa dell’arte».

Se, come scriveva Hannah Arendt, “ogni azione è un inizio”, “Mani Creative” ha già piantato un seme che chiede di essere coltivato. Sostenere questo progetto significa credere in un’idea di società in cui la bellezza non è privilegio, ma diritto; in cui la fragilità non è stigma, ma possibilità di rinascita; in cui l’arte, da sempre specchio dell’umanità, diventa anche la sua medicina più autentica.

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