Cosenza, convegno su Tommaso d’Aquino: attualità di un pensiero tra ragione e fede
- Postato il 9 febbraio 2025
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Cosenza, convegno su Tommaso d’Aquino: attualità di un pensiero tra ragione e fede
Cosenza, convegno provinciale dedicato a Tommaso d’Aquino, promosso dalla Fraternita laica di San Domenico di Cosenza. Attualità di un pensiero tra ragione e fede.
COSENZA – Il convegno “San Tommaso: tra ragione e fede”, ospitato nella Cattedrale di Cosenza, ha offerto un’importante occasione di riflessione sul pensiero del grande teologo medievale e sulla sua straordinaria attualità. Promosso dall’Ordine dei Predicatori – Provincia San Tommaso d’Aquino e dalla Fraternita laica di San Domenico di Cosenza, l’evento ha raccolto un pubblico attento, segno evidente di come le questioni affrontate da Tommaso d’Aquino continuino a interrogare il mondo contemporaneo.
A seguito dell’introduzione di Enrico Magnelli, delegato regionale delle fraternite laiche di San Domenico, e Maria Cristina Parise, presidente della Società Dante Alighieri di Cosenza, il dibattito è stato moderato da Francesco Reda, che ha sapientemente guidato gli interventi degli esperti.
Tommaso d’Aquino: tra ragione e fede
Il professor Francesco Luigi Gallo, dottore di ricerca in Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, ha evidenziato come il pensiero di San Tommaso rappresenti ancora oggi un punto di riferimento per chi cerca un equilibrio tra razionalità e spiritualità. Il suo approccio filosofico e teologico dimostra che fede e ragione non sono in opposizione, ma due strumenti complementari nella ricerca della verità. Uno degli errori più comuni nel dibattito tra fede e ragione è considerarli come due ambiti separati e contrapposti.
Spesso, si tende a considerare la ragione come l’insieme delle capacità intellettuali e cognitive dell’uomo e la fede come un elemento estrinseco, quasi in conflitto con la razionalità. Tuttavia, Gallo, rifacendosi al pensiero di Tommaso d’Aquino, ha ribadito che la fede non è una forza esterna che limita la ragione, ma una declinazione specifica di una facoltà umana fondamentale: la fiducia. Questa rappresenta una struttura antropologica di base, essenziale per l’esperienza umana e per la costruzione delle relazioni sociali.
La fiducia come fondamento dell’esperienza umana
L’importanza della fiducia come elemento costitutivo dell’essere umano è stata evidenziata da diversi studiosi, tra cui Riccardo Fanciullacci, che ha osservato come essa si preservi persino in contesti sociali corrotti. Anche Platone sottolineava la necessità della fiducia come fattore di coesione, persino all’interno di gruppi criminali. Samuel Johnson arrivava ad affermare che persino la società infernale avrebbe bisogno di un minimo di fiducia reciproca per poter esistere. Questi esempi dimostrano come la fiducia, pur potendo essere manipolata, resti un elemento imprescindibile nella costruzione delle relazioni umane.
In ambito teologico, Franco Ardusso ha proposto di riformulare la concezione dell’atto di fede cristiana alla luce del concetto di “fiducia originaria”. Secondo questa prospettiva, la fede non sarebbe altro che un’estensione e un approfondimento della fiducia umana, che consente all’individuo di aprirsi alla realtà e al divino. Senza la capacità di affidarsi, l’essere umano rischierebbe una chiusura narcisistica che impedirebbe l’incontro autentico con il mondo e con gli altri.
Da questa analisi emerge un punto cruciale: la vita umana si sviluppa non tanto sulla base della razionalità astratta, ma grazie alla fiducia che permette di costruire relazioni e strutture di pensiero sempre più complesse. In questa prospettiva, la fede cristiana si distingue dalle dinamiche sociali orizzontali (uomo-uomo) proprio per la sua dimensione verticale (uomo-Dio), arricchendosi dell’elemento della carità, come sottolinea Tommaso d’Aquino.
Le due dimensioni del credere: “credere in” e “credere che”
Infine, Gallo ha analizzato le due principali modalità di affidamento: il “credere in” e il “credere che”. Mentre il primo esprime una relazione di fiducia e abbandono, il secondo ha una connotazione più cognitiva e concettuale. La comprensione di queste due dimensioni è essenziale per superare la dicotomia tra fede e ragione e per cogliere la profonda unità che le lega.
L’intervento di Gallo ha offerto un’importante rilettura del rapporto tra fede e ragione, invitando a considerare la fede non come un elemento estraneo alla razionalità umana, ma come una sua naturale estensione, radicata nell’esperienza della fiducia. Un contributo che stimola il dibattito e apre nuove prospettive di riflessione su una delle questioni fondamentali della filosofia e della teologia.
La missione della teologia
Don Luca Perri, parroco della Cattedrale di Santa Maria Assunta, ha posto l’accento sulla missione della teologia come ascolto dell’agire di Dio. La riflessione tomista, ha sottolineato, non è solo un esercizio intellettuale, ma una chiave per comprendere la natura dell’uomo e il suo rapporto con il divino. In un’epoca in cui la spiritualità sembra spesso separata dalla razionalità, il pensiero di San Tommaso ricorda che conoscere Dio significa anche conoscere sé stessi. Don Luca Perri si è soffermato sul ruolo del teologo nel Medioevo: «All’epoca, il termine magister designava chi si dedicava all’insegnamento e alla ricerca teologica, ma non era scontato che i membri dei nuovi ordini mendicanti, francescani e domenicani, potessero accedere alle cattedre universitarie, tradizionalmente riservate al clero diocesano. Nei suoi interventi all’Università di Parigi, Tommaso d’Aquino dovette difendere questa presenza, chiarendo il ruolo e la legittimità dei frati predicatori nell’ambito accademico».
Da questi interventi emerge il senso profondo della teologia per San Tommaso: essa non è un semplice discorso su Dio, ma un ascolto della sua rivelazione. Dio stesso è il soggetto della teologia, e il compito del teologo non è scoprire Dio, bensì mettersi in ascolto della sua parola per tradurla in un linguaggio razionale e accessibile a tutti. La teologia è quindi il ponte tra la rivelazione divina e la comprensione umana.
L’uomo è fatto per Dio: la destinazione ultima secondo Tommaso D’Aquino
Un altro aspetto fondamentale della riflessione tomista riguarda la destinazione ultima dell’uomo. Don Luca Perri ha concluso il suo intervento osservando che «Tommaso D’Aquino ha realizzato una grande produzione teologica affinché tutti possano conoscere il Cristo e attraverso di lui raggiungere il fine dell’uomo che è Dio. Tommaso afferma che l’essere umano è fatto per Dio e solo in lui trova la propria verità».
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