Cosenza Calcio, manifestazione dei tifosi che chiedono rispetto

  • Postato il 26 giugno 2025
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Cosenza Calcio, manifestazione dei tifosi che chiedono rispetto

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Manifestazione dei tifosi del Cosenza calcio in piazza: numeri bassi, ma concetti importanti. «Servono unità, risposte e uno scatto d’orgoglio. La società deve cedere la mano»


COSENZA – Numeri non particolarmente alti, ma messaggi chiari, precisi e significativi. Tra l’altro rappresentativi del pensiero di tutto il popolo bruzio. Di chi c’era e di chi non c’era. L’avversione nei confronti di questa società e la voglia di cambiare appartengono a tutti: anzi, sono proprio gli elementi che uniscono in maniera solida tutta la tifoseria rossoblù, nessuno escluso. Ieri sera a piazzetta Carratelli, proprio davanti alla Fontana di Giugno, si sono ritrovati molti tifosi rossoblù per manifestare il loro grido di dolore, ma anche per ribadire i concetti di sempre, quelli legati al rispetto, alla passione, alla rappresentatività e alla condivisione. Tutti assenti, purtroppo, nella società rossoblù attualmente in carica.

Moderati dall’eterno Giuseppe Milicchio, diversi sono stati gli interventi, dai giornalisti Eliseno Sposato, Vittorio Scarpelli e Roberto Barbarossa all’assessore Pasquale Sconosciuto e a Claudio Dionesalvi, docente, ultrà nell’anima e intellettuale tra i più illuminati della nostra città. Ognuno ha sottolineato pensieri e principi condivisibili e comuni a tutti. In sostanza, la parola dei tifosi. Il comune sentire del popolo rossoblù in questo particolare momento storico.

La città è stanca e serve uno scatto d’orgoglio, uno dei primi concetti espressi, insieme al rammarico per il fatto che Cosenza è una città che si divide su tutto e che ha sprecato un’occasione non partecipando in massa. Unità è la parola chiave: se non si sta tutti uniti, si è detto, è difficile ottenere risultati anche nei confronti di questa società refrattaria a tutti e soprattutto al confronto. Continuare a protestare è un obbligo morale, perché la società si nutre delle divisioni che ci sono nella città e tra i tifosi.

In tutti, poi, la convinzione che l’era Guarascio sia ormai finita e che il prossimo presidente del Cosenza Calcio dovrà avere una voce e un’anima, perché la cosa peggiore è non sentirsi degnamente rappresentati. Proprio come in questo momento. Perché Cosenza non bada alla categoria e ha sempre riempito gli stadi, ma merita di più che un presidente fantasma. I tifosi sono i veri custodi della storia, che poi era lo slogan che ha animato la manifestazione con tanto di striscione rappresentativo.

«Viviamo in un momento di silenzio assordante – ha sottolineato l’assessore Pasquale Sconosciuto, intervenuto a rappresentanza delle istituzioni – Può succedere che si retroceda e può capitare un’annata storta, ma quella di quest’anno è stata una retrocessione programmata. Questa società deve passare e la mano. Vogliamo un presidente che unisca e che faccia dei tifosi una risorsa. I tifosi a Cosenza si sono sempre contraddistinti per la passione. E questa passione aspetta solo di essere risvegliata».

Claudio Dionesalvi he tenuto a sottolineare di parlare per se stesso, ma non si sbaglia se si sottolinea il suo pensiero come rappresentativo dell’umore di gran parte della tifoseria rossoblù. «Veniamo da sette anni paradossali, il nostro è un popolo meraviglioso che smuove le montagne. Dall’altro lato, però, i risultati sono stati scadenti, con umiliazioni, ansie e retrocessioni. Vogliamo risposte, in maniera civile ma le vogliamo. Aspettiamo ancora un po’, poi andremo a bussare alla porta della società, ma andranno due persone in maniera educata a chiedere cosa si sta facendo per il calcio cosentino e per la passione dei tifosi».

«Siamo gente abituata alla polemica – ha concluso Dionesalvi – e per attitudine abbiamo la critica. Ma negli ultimi anni abbiamo perso di vista l’obiettivo di portare in alto i nostri colori. Io dico mettiamo da parte i personalismi, perché quando ci mettiamo insieme muoviamo anche le montagne».

Insomma, quella di ieri sera in piazza, indipendentemente dai numeri, è stata una sorta di sintesi di ciò che in questo momento la tifoseria cosentina rivendica affinché si possa registrare una rinascita decisa del calcio bruzio. E’ chiaro che non ci si illude che le parole possano cambiare il corso degli eventi: da questo punto di vista la testardaggine di questa società si può dire che fa scuola, ma certi concetti, è stato il messaggio finale, devono essere ribaditi. I tifosi del Cosenza voglio rispetto e dignità, non di certo scuse, bugie e ipocrisie…

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