Cosenza, accesso abusivo a sistemi informatici: quattro condanne, 6 anni all’avvocato Quaglio
- Postato il 30 ottobre 2024
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Il Quotidiano del Sud
Cosenza, accesso abusivo a sistemi informatici: quattro condanne, 6 anni all’avvocato Quaglio
Condanne in primo grado per accesso abusivo a sistemi informatici inflitte a due finanzieri, un’ex consigliera comunale di Rende e un legale di Cosenza
Un avvocato, due finanzieri e una ex consigliera comunale sono stati condannati per accesso abusivo al sistema informatico. La sentenza di primo grado è stata emessa dal gup di Catanzaro. Si tratta di un’inchiesta che nel 2023 portò all’arresto degli indagati e che ruotava attorno alla società informatica Sirinformat, riconducibile all’avvocato cosentino Domenico Quaglio. Quest’ultimo è stato condannato a sei anni di carcere, i due finanzieri Ercole Iorio e Cosimo Antonio De Fazio sono stati condannati entrambi a 5 anni di reclusione. Mentre l’ex consigliera comunale di Rende, Maria Grazia Bafaro è stata condannata alla pena di 4 anni e 8 mesi di carcere.
Tra gli altri indagati, Germano Filice ha patteggiato la pena a 3 anni di reclusione con conversione della pena in lavoro di pubblica utilità. Jessica Filice è stata assolta da tutti i capi di imputazione. Tutti gli imputati sono stati condannati anche al risarcimento nei confronti dell’Inps che si è costituita parte civile. I finanzieri dovranno risarcire anche il MEF.
ACCESSO ABUSIVO AL SISTEMA INFORMATICO E CORRUZIONE
Gli indagati erano accusati a vario titolo di accesso abusivo al sistema informatico e corruzione. Le successive indagini hanno evidenziato una gravità indiziaria costituita da successive ipotesi di reato tra le quali associazione a delinquere, corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Secondo l’accusa, i responsabili di una società informatica, si sarebbero avvalsi, con la mediazione di altre persone, dei militari della Guardia di Finanza coinvolti nella vicenda, per estrapolare una mole enorme di dati relative a persone fisiche e giuridiche. E i militari, mediante accessi abusivi al sistema informatico, lo avrebbero fatto ottenendo in cambio rilevanti somme di danaro. In questo modo i dati illecitamente estratti sarebbero stati, successivamente, commercializzati dalla società informatica, con un considerevole incremento del proprio fatturato.
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