Cos'è e come funziona lo spyware Graphite di Paragon
- Postato il 7 febbraio 2025
- Di Il Foglio
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Cos'è e come funziona lo spyware Graphite di Paragon
Nessuna dietrologia: è naturale che l’industria dietro agli spyware si muova nell’ombra, in quel limbo senza confini certi tra la sicurezza nazionale e la violazione della privacy individuale. L’ultima rivelazione di Citizen Lab che ha individuato Graphite, questo il nome del software di sorveglianza della società israeliana Paragon Solutions che si è attivato attraverso WhatsApp - sui cellulari di novanta persone in quattordici paesi europei, tra cui sette attivisti e giornalisti italiani, ha riacceso il dibattito sulla proliferazione di questi strumenti e sulle loro implicazioni.
Il mercato degli spyware
Paragon Solution, come altri operatori del settore, vende software di sorveglianza avanzata ai governi, promuovendoli come strumenti essenziali per il contrasto alla criminalità e alla protezione della sicurezza nazionale. Tuttavia, la realtà è complessa e come ogni strumento può essere utilizzato con finalità diverse da quelle originarie: le cronache raccontano le storie di giornalisti, attivisti, oppositori politici e funzionari vittime di spyware realizzati dalla moltitudine di aziende che proliferano nel settore. Insomma, anche in questo caso, nonostante spesso ci siano dichiarazioni pubbliche di intenti etici con la promessa di vendere esclusivamente a governi democratici e stabili, il rischio di abusi rimane alto per la stessa natura dei “software spia”.
La stessa Paragon, recentemente acquisita dal gruppo di investimenti statunitense AE Industrial Partners, si posiziona come alternativa più responsabile rispetto ad altri competitor tipo NSO Group, il produttore di Pegasus, ma il contesto è quello che conta. L’uso specifico di queste tecnologie è determinato dai clienti, ovvero governi e agenzie di intelligence, sebbene le società mantengano la facoltà di eseguire controlli per verificare che vengano rispettate le condizioni stabilite nei contratti. Come pare sia accaduto in questo caso con la rescissione del contratto, anticipata dal Guardian, tra la società e il governo italiano.
Zero-click, la minaccia invisibile
Spiare senza lasciare tracce non è impossibile. Basta pagare e, se una volta la cyber-sorveglianza era un problema per pochi, oggi anche gli utenti comuni possono essere bersagliati da attacchi sofisticati, come i cosiddetti zero-click exploit. Già il nome spiega come funziona: un attacco zero-click si basa su falle di sicurezza nel software per colpire un dispositivo senza alcuna azione da parte dell’utente. Approfittando di queste vulnerabilità, l’exploit può installare malware o compiere operazioni dannose senza che la vittima debba aprire file sospetti, cliccare su link o eseguire qualsiasi altra operazione. Infatti, il codice malevolo si nasconde banalmente all’interno di e-mail, messaggi di testo, file PDF, immagini e testo e permette praticamente ogni tipo di funzione: dal controllo del microfono all’accesso della posizione GPS, dalla registrazione delle chiamate all’attivazione della fotocamera. E tutto senza che l’utente se ne accorga.