Cosa vedere a Londra durante il London Design Festival 2025

  • Postato il 12 settembre 2025
  • Design
  • Di Artribune
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Dal 13 al 21 settembre 2025, dieci quartieri di Londra si trasformano in un grande laboratorio diffuso grazie al London Design Festival. Una manifestazione che ha una doppia anima, locale e internazionale, e si propone di valorizzare la scena creativa cittadina riflettendo sul potere trasformativo del design. Tra i temi più caldi di questa edizione, la ventitreesima, ci sono infatti questioni di attualità come l’intelligenza artificiale, sempre più importante nei mestieri creativi sia come strumento che come spauracchio, l’innovazione nell’ambito dei materiali e il rilancio dell’artigianato in chiave contemporanea – siamo pur sempre nella patria di William Morris e delle Arts and Crafts. Ecco quali sono, secondo noi, le proposte da non perdere in un programma tanto vasto quanto ambizioso.

I landmark projects, installazioni urbane firmate da designer

Tra i momenti più attese dagli habitué del festival c’è il disvelamento dei Landmark Projects, installazioni in luoghi nevralgici della città che hanno l’obiettivo dichiarato di mostrare, nei fatti, come il design possa rivitalizzare lo spazio pubblico. A Trafalgar Square, il designer Paul  Cocksedge, in collaborazione con Google Arts and Culture, presenta What Nelson Sees: un sistema di tubi ottici che permette di osservare la città dall’alto. Il Nelson in questione è l’ammiraglio Horatio Nelson, che osserva il panorama dall’alto della colonna commemorativa a lui dedicata al centro della piazza, da un punto di vista privilegiato e di solito precluso agli esseri umani. Oltre a esplorare Londra com’è oggi, i visitatori possono muoversi tra epoche diverse grazie all’intelligenza artificiale e allo strumento di filmmaking generativo di Google, rendendosi conto dell’evoluzione de passaggio urbano nell’ultimo secolo oppure calandosi in un futuro ipotetico. Sulle sponde de Tamigi, Beacon, l’installazione del designer della luce Lee Broom, è una struttura illuminata realizzata con vetro riciclato e ispirata alle architetture brutaliste del Southbank Centre che prende vita con delle coreografie luminose in concomitanza con i rintocchi del Big Ben. Ha anche un aspetto sostenibile: una volta esaurita la sua prima vita, potrà essere smontata e convertita in lampade singole o elementi costitutivi da assemblare per formare dei lampadari.

I musei: il design come fonte di ispirazione e laboratorio

Il Victoria & Albert Museum, il più grande museo del mondo dedicato alle arti decorative e applicate, è come al solito uno dei cuori pulsanti del London Design Festival. Quest’anno propone un programma di mostre e installazioni site-specific che si interrogano sulla capacità del design di rispondere ai grandi problemi del nostro tempo, dai conflitti in corso all’estrazione selvaggia delle risorse naturali, e ospita il Global Design Forum (dal 13 al 15 settembre), un momento di confronto critico con voci influenti da tutto il mondo. Non lontano da lì, al Design Museum, inaugura proprio durante il festival la mostra Blitz: the club that shaped the 80s, un’esplorazione della scena creativa legata al famoso club londinese negli anni Ottanta e del suo impatto sulla cultura popolare, un’onda lunga che arriva fino a oggi viste e considerato che in quel brodo di coltura sono nate star come Boy George e gli Spandau Ballet. Per chi non le avesse ancora viste, ci sono anche la platform sul lavoro di Bethan Laura Wood e l’esposizione More than Human, alle ultime battute (chiuderà il 5 ottobre): si tratta di una interessante carrellata di progetti di design, soprattutto di natura esplorativa, che non mettono al centro l’uomo ma le altre specie viventi, tenendo come obiettivo la prosperità di tutti.

I dieci distretti e la fiera che esplora il futuro dei materiali

Un po’ sulla falsariga di quanto accaduto a Milano, anche a Londra nel corso degli anni il festival è diventato sempre più multicentrico, con una serie di iniziative dislocate in dieci distretti della città e pensate proprio per rifletterne la complessità, con l’apertura al pubblico di studi e atelier di creativi e più in generale di spazi in cui la dimensione artigianale va a braccetto con l’innovazione. Uno dei più interessanti è senz’altro Shoreditch, una zona dell’East End già trendy di suo, che per la sua diciottesima partecipazione propone una lunga serie di eventi diffusi. Qui, nell’edificio vittoriano dell’ex municipio riconvertito in spazio multifunzionale, debutta anche la fiera Design London Shoreditch (16-18 settembre), con tre collettive dedicate rispettivamente al design dei luoghi di lavoro, alla sostenibilità e agli interni iconici alle quali partecipano numerose aziende italiane. Dal Fuorisalone milanese arriva anche Isola, con la sua selezione di designer internazionali e di progetti che spaziano dal collectible all’illuminazione e al nuovo artigianato. Brompton, un altro punto caldo, ha costruito il suo percorso curato dal gallerista newyorchese Alex Tieghi-Walker intorno al tema A Softer World, un mondo più morbido, con installazioni “lente” che invitano alla gentilezza e alla contemplazione. La novità dell’edizione 2025 è invece il distretto EC1, a cavallo tra Farringdon e Barbican, con un programma legato all’architettura che tiene conto dell’alta densità di professionisti e studi in queste due aree. Imperdibile è anche la fiera Material Matters, nata alcuni anni fa sulla scia di un podcast in cui il giornalista Grant Gibson discute con architetto, designer e artisti sul tema dei nuovi materiali. La quarta edizione è in programma dal dal 17 al 20 settembre in una nuova location dal fascino brutalista, la Space House progettata da Richard Seifert a Covent Garden.

Giulia Marani

L’articolo "Cosa vedere a Londra durante il London Design Festival 2025" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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