Alcuni ritengono che l'estinzione delle zanzare avrebbe gravi conseguenze per gli animali che se ne nutrono, come gli uccelli. Ma secondo altri scienziati le zanzare non rappresentano una parte insostituibile della dieta di diverse specie onnivore.
Il biologo australiano Scott O'Neill, fondatore del World Mosquito Program, ritiene per esempio che la scomparsa di una delle zanzare più pericolose per l'uomo, la Aedes aegypti, non causerebbe danni immediati agli ecosistemi.. Ridurre le infezioni. L'obiettivo del World Mosquito Program è ridurre la diffusione di infezioni trasmesse proprio da insetti come la cosiddetta zanzara della febbre gialla, della famiglia dei Culicidae, portatrice di malattie come dengue, chikungunya e, appunto, febbre gialla.. In città. A differenza di altre specie di zanzare, che costituiscono fonte di cibo per rane e pesci, la Aedes aegypti ignora gli ambienti in cui vivono altri animali e si è adattata a vivere nelle città, dove punge solo esseri umani.
Esistono inoltre zanzare impollinatrici, ma secondo O'Neill anche la loro scomparsa avrebbe effetti trascurabili, poiché pochissime piante dipendono unicamente da questi insetti per la riproduzione. L'impatto sull'ecosistema sarebbe di gran lunga peggiore se, per esempio, scomparissero impollinatori vitali come l'ape mellifera..