Cosa sappiamo sulla morte di Alessandro Coatti, il ricercatore ucciso in Colombia. La pista omofoba, la scopolamina, lo scambio di persona

  • Postato il 15 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Cosa sappiamo della morte di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano ucciso a Santa Marta in Colombia, il cui corpo è stato smembrato e ritrovato in più punti. Coatti, 38 anni, era originario di Portomaggiore in provincia di Ferrara. Era in Colombia per un viaggio in solitaria. Nella città di Santa Marta è scomparso: il suo corpo è stato poi ritrovato smembrato. La prima tragica scoperta è avvenuta domenica 6 aprile intorno alle 13.30. Un gruppo di bambini ha ritrovato la testa, il busto e le braccia nei pressi dello stadio Sierra Nevada. Le parti superiori del corpo erano avvolte in un sacco per i rifiuti e nascoste in una valigia. Lunedì 7, il giorno seguente, poco dopo l’ora di pranzo alcuni passanti hanno avvistato il tronco e una coscia dell’uomo nelle acque del fiume Manzanares.

Martedì 8 è arrivato un altro ritrovamento: una gamba dell’uomo, sempre in un’area nelle vicinanze dello stadio di Santa Marta. Infine è stata ritrovata l’altra gamba, l’ultimo macabro ritrovamento, avvenuto sempre lungo il fiume Manzanares, all’altezza del ponte denominato El Mayor, nella zona residenziale di Villa Alejandria. A ritrovarla è stato il Corpo investigativo tecnico della Procura federale che ha utilizzato l’unità cinofila.

Alessandro Coatti
Cosa sappiamo sulla morte di Alessandro Coatti, il ricercatore ucciso in Colombia. La pista omofoba, la scopolamina, lo scambio di persona – Blitz Quotidiano

Cosa sappiamo della morte di Alessandro Coatti

Sulla sua morte si seguono attualmente varie ipotesi. La polizia investigativa colombiana si sta avvalendo della collaborazione dei Ros italiani. Il quotidiano Noticias Caracol ha scritto che le autorità avrebbero interrogato un amico del 38enne, che avrebbe fornito agli investigatori alcuni dettagli circa i luoghi che lo stesso biologo avrebbe frequentato dal suo arrivo in Sudamerica. Gli inquirenti sono al lavoro anche sui tabulati telefonici e sugli ultimi movimenti bancari di Coatti. Passate al setaccio anche le telecamere di sicurezza presenti nelle zone del ritrovamento del corpo.

Tra le ipotesi seguite fin da subito c’è stata quella legata alle organizzazioni criminali della zona. La pista è stata però smentita dalla stessa organizzazione Autodefensas Conquistadoras de la Sierra Nevada, un gruppo nato dopo la dissoluzione dei gruppi paramilitari. L’organizzazione ha postato un video in cui ha spiegato di non essere responsabile della morte del ricercatore italiano aggiungendo che le loro azioni sono tutte pubblicate sul loro sito.

A parlare è stato poi anche lo zio Gianni Coatti. Che ha raccontato che suo nipote si era licenziato per poter andare in Colombia. “Probabilmente si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato”, ossia ci sarebbe stato uno scambio di persona, ha aggiunto lo zio della vittima che aveva ipotizzato già nei giorni scorsi “un’azione di trafficanti di organi” o “il gesto di una banda che ha voluto ricattare il governo colombiano”.

L’ambasciatore italiano e la pista della scopolamina

Della vicenda ha parlato anche l’ambasciatore italiano a Bogotà, Giancarlo Maria Curcio, che è stato intervistato dal Corriere della Sera. Curcio, al quotidiano ha confermato quanto già si sapeva: Coatti nella serata del 5 aprile ha lasciato l’hotel per andare in una discoteca: “Ora la polizia colombiana e i Ros stanno cercando di scoprire da altre immagini se là si è incontrato con qualcuno e dove è andato”.

Il diplomatico, nell’intervista ha spiegato che Santa Marta è una zona sì turistica ma “anche piena di insidie: traffico di droga, prostituzione maschile e femminile. Noi, sul nostro sito e su Viaggiare Sicuri della Farnesina, raccomandiamo la massima prudenza agli italiani in vacanza: nelle discoteche, nei locali notturni, nei ristoranti, si può finire prede delle bande della scopolamina”. L’ambasciatore ha aggiunto: “Gruppi criminali che abbordano i turisti e durante la serata, di nascosto, versano nei drink questa sostanza ricavata da una pianta, che quando fa effetto ti annulla la volontà. Cioè rimani sveglio ma sei alla totale mercé di qualcun altro e scatta la rapina. Il turista viene portato al bancomat e gli fanno prelevare un sacco di soldi oppure tramite il computer lo fanno collegare alla sua banca e gli svuotano il conto e poi lo abbandonano incosciente in qualche zona remota. È successo anche con molti italiani, che il più delle volte forse per la vergogna preferiscono non denunciare. Ragazzi che siamo andati a recuperare, 24-48 ore dopo, a Bogotà”.

Perché il corpo del 38enne è stato fatto a pezzi? Secondo l’ambasciatore chi ha ucciso Coatti potrebbe essersi accorto della nazionalità del giovane. E quindi “un corpo può essere smembrato per non farlo identificare o ritrovare, perché l’omicidio di un turista crea poi tanti problemi ai criminali: la polizia si mette a indagare, l’ambasciata del Paese d’origine fa pressione”.

Ipotesi omofobia

Tra le ipotesi ce n’è anche un’altra: quella dell’omofobia. Curcio, nell’intervista ha aggiunto che potrebbe esserci trattato “di un crimine d’odio o di un incontro finito male. La Colombia è tollerante, c’è il matrimonio egualitario, ma certi casi non sono infrequenti: una persona trans giorni fa è stata vittima di un violentissimo agguato a Cali”.

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Autore
Blitz

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