“Cosa può insegnare Carosello alla tv di oggi? Mantenere il divertimento collettivo, cercando di alzare la qualità della cultura in generale”: così Giacomo Giorgio
- Postato il 29 novembre 2025
- Televisione
- Di Il Fatto Quotidiano
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Giacomo Giorgio e Ludovica Martino sono i protagonisti del nuovo film tv “Carosello In Love”, in prima visione il 30 novembre su Rai 1. “Racconta una storia dʼamore – spiega il regista Jacopo Bonvicini -. Un amore che, come tante volte accade nella vita, fa fatica a riconoscersi, a trovare la propria strada. Mario e Laura si conoscono da sempre, vivono a pochi metri di distanza l’uno dall’altra e condividono lo stesso ambiente di lavoro, ma nonostante tutto questo impiegano una vita intera nel tentativo di ‘trovarsi’. Seguendo le loro vite attraversiamo un pezzo di storia della televisione italiana e nello specifico di Carosello, un programma che più di ogni altro ha incarnato lʼevoluzione del costume e della società del nostro paese tra gli anni 50ʼ e 70ʼ del ‘900”. Abbiamo incontrato i protagonisti del film.
“Mi ha colpito il fatto che mi ha ricordato uno di quei film, senzatempo. Ecco, quindi, senza fare paragoni impropri, mi ha ricordato un po’ un ‘Harry Ti Presento Sally’. Le commedie romantiche che poi diventano eterne”, ha dichiarato Giacomo Giorgio in merito alla sceneggiatura.
Un aneddoto divertente accaduto sul set?
Ludovica Martino: Ma forse tutta la parte del teatro, della struttura storica, abbiamo lavorato su un set che però era vero.
Giacomo Giorgio: Soprattutto vorrei sfatare questo mito del set divertente, perché in realtà è divertente fare il nostro lavoro perché è un lavoro che amiamo, però non è che il set è un parco giochi, è un lavoro serio. Anzi questo è un film, che tra l’altro, abbiamo fatto con tempi molto serrati.
Ludovica Martino: Però devo dirti che mi sono divertita volto a vederti invecchiato sul set, avevi il viso tutto bianco! (ride, ndr)
Giacomo Giorgio: Vero! Qualche volta sono ridicolo (ride, ndr)
Dal 1950 a oggi la televisione è un potente mezzo di comunicazione, quali sono oggi i preghi e difetti?
Ludovica Martino: Per quanto ci riguarda che facciamo gli attori è un mezzo per raccontare le bellissime storie personalmente quindi sicuramente è un mezzo più positivo che negativo. Noi cerchiamo sempre di raccontare le storie che trattano temi attuali, che possono diventare degli spunti di riflessione. Poi, sì, potrebbe anche essere che ogni tanto ci sian dei programmi che, invece, sono ‘opinabili per così dire.
Della tv del passato quali sono gli insegnamenti per migliorare la tv di oggi?
Giacomo Giorgio: Mantenendo il divertimento, questo senso collettivo nel cercare di alzare un pochino più la qualità della culturale in generale.
Qual è il vostro ricordo televisivo a cui siete affezionati?
Ludovica Martino: Io mi sparavo un sacco di cartoni. Vedevo ‘Tre gemelle e una strega’, con le sorelle vestite di rosa, verde e giallo. Poi mia madre mi proibiva i ‘Teletubbies’, ma io volevo vederli anche perché un sacco di miei coetanei li vedevano.
Giacomo Giorgio: A me piacevano ‘L’albero azzurro’ e poi la ‘Melevisione’.
Protagoniste della tv di quei tempi sono state anche le Gemelle Kessler cosa vi ha colpito della loro arte fino al loro epilogo insieme con il suicidio assistito?
Giacomo Giorgio: Mi ha colpito il suicidio assistito che è un qualcosa che reputo degna in una società come dire ‘normale’. Un diritto che bisogna rendere a disposizione, che deve assolutamente essere regolamentato da una legge e deve essere permesso da una legge. Un atto di umanità. Umberto Veronesi, a tal propsito, ha scritto un libro dal titolo “Il diritto di morire”. Per quanto riguarda invece Carosello c’è citata l’introduzione delle calze più scure per evitare la nudità dei Caroselli. C’era una parte dove il mio personaggio girava un documentario che poi veniva bocciato perché si vedevano troppe gambe scoperte, troppa nudità e allora lui veniva in mente e credo sia preso da un aneddoto delle Kessler questa cosa di far di dire “sì sì ok metto i pantaloni” in realtà non è vero, ha fatto mettere le calze scure.
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