Cosa fanno i militari italiani nelle basi Unifil in Libano

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Di Agi.it
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Cosa fanno i militari italiani nelle basi Unifil in Libano

AGI - Monitorare la cessazione delle ostilità, assistere l'attività delle forze armate libanesi, monitorare il rispetto della Blue Line, supportare la popolazione locale, check point e pattugliamento. Sono i compiti della missione Unifil, la forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (United nations interim force in Lebanon) cui l'Italia partecipa con circa 1.200 militari: la consistenza massima annuale autorizzata dal nostro Paese è di 1.256 unità, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. In ambito nazionale l'operazione è denominata "Leonte".

La missione è nata con la Risoluzione 425 adottata nel marzo 1978 dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele. Successive risoluzioni ne hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata. Nel luglio 2006, un attacco di Hezbollah alle Israeli defence force, nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zarit, innescò la reazione israeliana e una campagna militare in Libano: a conflitto finito, 34 giorni dopo, una nuova Risoluzione, la numero 1701, sancì l'inizio della seconda fase della missione.

 

La Joint task force italiana è principalmente composta da militari della Brigata 'Granatieri di Sardegna' e comprende diversi assetti nazionali: il Comando del Settore Ovest stanziato nella base "Millevoi" a Shama; il Centro amministrativo d'intendenza di stanza nella base di Shama; un'unità di supporto alle attività operative dislocata presso la base di Shama per il supporto diretto al Settore Ovest attraverso assetti specialistici; una task force di manovra Italbatt, dislocata presso la base di Al Mansouri, su base 1 Reggimento "Granatieri di Sardegna" che contribuisce con i Battle Groups delle altre nazioni al controllo della Blue Line e del territorio del Sud in assistenza alle forze armate libanesi.

Completano il contingente nazionale una componente di polizia militare dei Carabinieri (sempre a Shama) e una componente dell'Aviazione dell'Esercito. In Libano sono schierati anche i militari di Mibil, la Missione bilaterale italiana in Libano che si inquadra nel più ampio contesto delle iniziative dell'International support group for Lebanon (Isg), sempre in ambito Onu. L'Isg si propone di supportare il Libano che, alla luce del conflitto siriano, è affetto da gravi disagi sociali ed economici, con forti ripercussioni sulla situazione di stabilità e sicurezza.

L'impegno italiano mira all'implementazione di programmi di formazione e addestramento in favore delle forze di sicurezza libanesi con la costituzione di un Centro di addestramento nel sud del Paese. Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall'Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è 160 militari, 7 mezzi terrestri e un mezzo navale.

 

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Autore
Agi.it

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