Corsa al Mondiale, niente alibi: Gattuso ha una nazionale di titolari
- Postato il 2 settembre 2025
- Di Panorama
- 5 Visualizzazioni


Estonia e Israele per cominciare a immaginare l’impresa. Che resta difficile, perché il crollo contro la Norvegia a giugno e la vittoria stentata con la Moldova hanno messo l’Italia del calcio spalle al muro nella corsa che porta al Mondiale 2026. La classifica del girone è impietosa: i norvegesi hanno 9 punti e 10 gol (differenza reti) di vantaggio sugli azzurri e nemmeno il dover giocare due partite in più consola.
Per evitare il purgatorio dei playoff o, peggio, di restare a casa come già successo in Russia e Qatar non ci sono strade alternative: vincere sempre e possibilmente con uno scarto importante per poi giocarsi il tutto per tutto nel ritorno contro la Norvegia in programma il prossimo 16 novembre. Un mezzo disastro costato il posto di ct a Luciano Spalletti, rispedito a casa prima dell’estate consegnando la nazionale a Rino Gattuso.
E’ lui l’uomo del destino. Non c’è tempo per costruire chissà quale progetto di gioco e nemmeno per sperimentare troppo: serve dare motivazioni a un gruppo sotto choc per l’avvio della corsa mondiale e capitalizzare tutto in fretta, già a partire dalla doppia sfida di settembre contro Estonia e Israele.
Italia, quanto hanno giocato i convocati di Gattuso
La cattiva notizia è che il debutto di Gattuso come ct sarà una sorta di salto nel vuoto senza rete di protezione. E’ vero che le avversarie non sono trascendentali, ma conterà anche il minimo dettaglio se l’obiettivo è dare corpo alle speranze di un ribaltone nei confronti di Haaland e compagni. Gattuso lo sa e non a caso ha trascorso l’estate in giro per l’Italia per parlare con il numero più alto possibile di azzurrabili e allenatori, cercando di creare intorno alla sua nazionale un clima di fiducia e collaborazione.
Se ci sarà riuscito lo dirà il campo. La prima annotazione, però, è che al duplice test settembrino – sosta tradizionalmente inadatta alle abitudini del calcio italiano – la sua Italia arriva con un bel carico di minuti nelle gambe. Non ci saranno alibi, insomma. Il gruppo che ha chiamato a Coverciano ha avuto modo di rompere il fiato nei primi impegni di stagione ed è stato protagonista con le rispettive squadre di club.
Tradotto in numeri, ben 22 dei 28 convocati nel primo giro di nominations azzurre firmate dal nuovo ct hanno disputato almeno 90 minuti che per 19 di loro si declina nell’aver calcato il campo non meno di due ore (120 minuti), quasi sempre da titolari. Solo Donnarumma, implicato nel caso di mercato del passaggio dal Psg al Manchester City, Leoni fino al Liverpool e Frattesi in recupero da operazione hanno alle spalle zero minuti.
Altri come Pio Esposito (22′ fresco di debutto a San Siro), Raspadori (24′ con l’Atletico Madrid) e Cambiaso (84′ ma per colpa dell’espulsione rimediata contro il Parma e della conseguente squalifica) sono rimasti sotto la fatidica soglia dei 90.
Italia, quanto hanno giocato i titolari di Gattuso
Donnarumma a parte, il quadro è ancora più confortante analizzando i dati dei possibili titolari della prima Italia di Gattuso. Immaginando che il portierone del Manchester City, nostro capitano, trovi posto sempre e comunque e con lui l’ossatura sia composta da Bastoni, Di Lorenzo, Dimarco, Mancini, Barella, Tonali, Locatelli e magari Orsolini, la media dei minuti giocati a testa nelle prime due fatiche di agosto è di 155 (1.403 il totale).
E sale a 178 inserendo nel listino ristretto dei titolari anche Kean, Retegui, Politano e Zaccagni che in quattro ne hanno accumulati 715 portando il conto complessivo a 2.118. Ce n’è abbastanza per sorridere, visto l’andazzo di un campionato in cui gli stranieri sono sempre più numerosi. Almeno questa volta, la nazionale non avrà l’alibi del mancato utilizzo dei suoi uomini più importanti.
Non solo, ma la coda dell’estate ha visto gli attaccanti già protagonisti: 2 gol Retegui in Arabia Saudita e uno ciascuno Orsolini, Scamacca e Zaccagni. Da qui si riparte, provando a mantenere un po’ di ottimismo in vista dell’impresa che attende gli azzurri.