Corruzione in Liguria, torna libero (per ora) l’ex presidente del Porto Signorini: revocati i domiciliari in attesa dell’ok al patteggiamento

Torna (momentaneamente) in libertà Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova arrestato per corruzione a maggio insieme all’ex governatore ligure Giovanni Toti e all’imprenditore dello shipping Aldo Spinelli. Su richiesta della difesa, il gup di Genova Matteo Buffoni ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, sostituendola con il divieto di esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per 12 mesi. Signorini era stato l’unico degli arrestati a finire in carcere ed è l’ultimo a uscire dai domiciliari. Al momento in cui è scoppiato lo scandalo era amministratore delegato della multiutility Iren, carica da cui è stato licenziato per giusta causa.

Come Toti e Spinelli – rinviati insieme a lui a giudizio immediato – il manager ha raggiunto con la Procura un accordo di patteggiamento che dovrà essere ratificato dal gup in un’apposita udienza. Nel suo caso, la pena concordata è di tre anni e cinque mesi di carcere oltre alla confisca di centomila euro (equivalente di versamenti e regali con cui, secondo l’accusa, è stato corrotto da Spinelli per la definizione di varie pratiche di interesse dell’imprenditore). Se il gup approverà l’accordo, quindi, il manager dovrà scontare un residuo di pena detentiva intorno ai tre anni, che lo stesso giudice – in base alla riforma Cartabia – potrà sostituire con la semilibertà, la detenzione domiciliare oppure, in caso risulti inferiore ai tre anni, con il lavoro di pubblica utilità, lo stesso concordato da Toti con i pm.

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Il Fatto Quotidiano

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