Corruzione in Liguria, Spinelli: “Toti chiedeva sempre soldi, per lui in ogni momento c’erano elezioni. Il patteggiamento? Io ero contrario”

“Per lui in ogni momento arrivava un’elezione. C’erano campagne politiche sue, campagne politiche del sindaco di Genova, campagne politiche a Savona, e il suo è un partitino… però all’ultima cena elettorale eravamo in seicento e io sono quello che gli ha dato meno di tutti”. Subito dopo aver raggiunto l’accordo di patteggiamento con la Procura di Genova – tre anni e due mesi di carcere, confisca di 470mila euro – Aldo Spinelli, 84 anni, magnate della logistica imputato per corruzione insieme all’ex governatore ligure Giovanni Toti e all’ex presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini, si sfoga in un’intervista a Repubblica, Stampa e Secolo XIX. “I miei avvocati mi hanno consigliato di patteggiare perché lo hanno fatto Toti e Signorini. Io però non volevo, assolutamente. Ma se un medico dice che devi prendere la Tachipirina alla fine la prendi”, riassume. E sulle pratiche relative alle concessioni portuali, per cui secondo l’accusa ha pagato Toti e Signorini, dice: “Alla fine mi pare che gli atti siano stati giudicati leciti e questa è la cosa importante”.

Spinelli descrive così il suo rapporto con l’ex governatore: “Non c’era niente di particolare, ci conoscevamo e basta, in nove anni siamo diventati amici. Pensi che dovevo essere io il candidato del centrodestra nove anni fa, ho detto no, poi è venuto fuori Toti. E allora io ho dato i soldi sia a lui che alla Paita (candidata per il centrosinistra nel 2015, ndr). Tutto registrato”. Sui 470mila euro confiscati perché equivalenti alla somma delle presunte tangenti dice: “Quei soldi alla fine li vorrei indietro, non mi fa piacere che me li abbiano presi. Mi hanno restituito solo due fucili da caccia che erano di mio suocero”, detenuti senza licenza: “Gli ho detto “teneteveli”, non sapevo neanche cosa fossero, pagherò pure la multa per questo”.

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Il Fatto Quotidiano

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