Corona rimuove l’audio degli “occhi spaccanti” di Raoul Bova ma rilancia con il nome di un’altra presunta fiamma dell’attore: “Va avanti da 3 anni, ci sono chat e audio”
- Postato il 23 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Davanti all’intimazione del Garante della Privacy, Fabrizio Corona rimuove l’audio degli “occhi spaccanti” di Raoul Bova dall’episodio di Falsissimo e dai social. A quello che potrebbe sembrare un passo indietro, però, corrisponde in realtà un rilancio. “Per quanto riguarda l’avvocato Bernardini De Pace, ci vediamo tra un mese, quando la puntata verrà ripristinata sul nostro canale YouTube” scrive l’ex re dei paparazzi tra le storie di Instagram, e avvisa: “La puntata di lunedì sarà ancora peggio. C’è solo un modo per fermarci, sparateci”. Non solo, perché Corona torna sull’argomento delle presunte relazioni dell’attore. Non ci sarebbe infatti solo Martina Ceretti, ma anche altre donne con cui Bova avrebbe avuto rapporti mentre stava con Rocio Munoz Morales.
“Dopo la puntata, abbiamo raccolto testimonianze di più di dieci donne con cui avrebbe avuto rapporti negli ultimi quattro anni”, scrive Fabrizio Corona, facendo il nome di una in particolare: “Una relazione che va avanti da 3 anni – documentata da chat e audio”. Non ci saranno però contenuti in tal senso, perché non disporrebbe del suo consenso al contrario di quanto avvenuto con Ceretti, “quindi la vicenda, per noi, si chiude qui”. L’avvocato della donna in questione ha fatto sapere attraverso Fanpage: “Sto procedendo per tutelare nelle opportune sedi civili e soprattutto penali la reputazione e l’immagine della dottoressa Basta dal grave danno personale e reputazionale che la condotta del sig. Corona le ha arrecato e potrebbe arrecarle in futuro, tenuto conto che egli ha diffuso sul suo profilo social, che conta oltre un milione e ottocentomila followers, dichiarazioni in cui fa espressamente riferimento alla sig.ra Basta e alla sua conoscenza personale con il sig. Bova.”.
Tra le stories di Instagram, infine, Corona non risparmia un attacco a quello che lui definisce il “circolino milanese”, che avrebbe ordinato a “un tale Garante della Privacy che non ha nulla a che vedere con il Codice Civile o il Codice Penale” la rimozione del famigerato audio. Ma Fabrizio non vuole fermarsi: “Non ci fermeremo davanti a un provvedimento insulso“.
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