Cori, striscioni e citazione del Guernica di Picasso: così in Spagna negli stadi di calcio i tifosi denunciano l’orrore di Gaza
- Postato il 7 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Arte e calcio diventano veicolo di protesta. La curva de l’Estadio Mendizorrotza di Vitoria-Gasteiz espone il “Guernica” rivisitato con i colori della Palestina e gli Iraultza – storico gruppo ultras dell’Alavés – esibiscono lo striscione: “Oltre 20.000 bambini assassinati! Stop al genocidio! Palestina libera!”. Contro l’Elche, sugli spalti, i tifosi indossano una kefiah e in braccio sorreggono dei finti neonati insanguinati per sottolineare le morti innocenti causate dagli attacchi israeliani. La Spagna e il tifo organizzato non restano in silenzio. La denuncia prosegue (dopo la manifestazione Propal durante la Vuelta) e le tensioni continuano a crescere. Anche in Galizia. Mentre viene da chiedersi cosa succederà in Italia: a Udine c’è allerta massima, il match tra la Nazionale di Gattuso e Israele si avvicina.
Gli ultras del Depor vicini alla causa palestinese
Non solo gli Iraultza. Anche gli ultras del Deportivo La Coruna si dimostrano vicini alla causa palestinese. I Riazor Blues, storicamente di estrema sinistra, hanno mostrato il loro appoggio qualche settimana fa contro il Huesca – nella gara di seconda divisione spagnola – intonando ripetutamente il coro: “La Palestina vincerà”. Una dimostrazione di protesta e vicinanza a Gaza che aveva già fatto notizia nel novembre 2021 quando, all’Estadio Riazor, gli ultras esposero alcune bandiere della Palestina durante una partita di Youth League contro gli israeliani del Maccabi Haifa.
Il nucleo delle proteste contro Israele è in Liga
Non solo Iraultza e Riazor Blues (tifoseria, peraltro, più volte premiata come una delle più attive di Spagna). In Liga sono diversi i gesti e le iniziative che hanno mostrato pubblicamente il loro appoggio alla causa palestinese. Durante la partita tra Barcellona e Getafe un uomo ha invaso il campo dei blaugrana con una bandiera della Palestina. Nella gara tra Osasuna e Getafe, invece, i tifosi di casa hanno lanciato palline da tennis dagli spalti per fermare la partita, mentre lo stadio intonava cori Propal. Un evento simbolico quanto di protesta contro il genocidio di Gaza.
Il gesto più forte non arriva da un gruppo ristretto di tifoseria, ma da un intero club. È il caso dell’Athletic Club, simbolo di identità e responsabilità sociale. Dopo aver esposto al San Mamés – durante la partita di Champions League contro l’Arsenal – uno striscione in lingua basca dedicato alla Palestina: “Staremo dalla tua parte da oggi fino all’ultimo giorno”, pochi giorni fa il club ha annunciato l’apertura della Fondazione Athletic Club, un progetto creato in collaborazione con l’UNRWA Euskadi – l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi – per aiutare bambini rifugiati palestinesi in Siria. Attraverso questa iniziativa internazionale, circa 8mila bambini riceveranno lezioni di educazione fisica in 16 scuole gestite proprio da UNRWA. Per celebrare l’accordo è stata organizzata una cerimonia prima della gara di Liga contro il Mallorca, con l’ingresso di alcuni rifugiati in campo. Il tutto colorato da una grande bandiera palestinese.
Un programma che fa seguito all’adesione del club basco alla campagna “Show Israel the Red Card”, una campagna internazionale di pressione su Fifa e Uefa e di boicottaggio verso la federazione israeliana nata (nel febbraio 2025) dal gruppo organizzato “Green Brigade” del Celtic.
Per la Lega Calcio italiana è “Propaganda ideologica non consentita”
In Italia non è passato inosservato quanto accaduto lo scorso settembre in Serie C. Nella gara tra Bra e Livorno, infatti, i sostenitori del club amaranto avevano intonato un coro a sostegno della Palestina. Un gesto punito dalla Lega Calcio e classificato come “Propaganda ideologica non consentita“. Ancora più recenti sono i casi di Modena e Bologna, con entrambe le tifoserie pubblicamente schierate con la Palestina. Non sono un caso gli striscioni “Stop al genocidio. Free Palestine” esposti prima della gara in Serie B contro l’Entella e durante la sfida al Dall’Ara contro il Pisa disputate nell’ultimo weekend. E proprio in quello stadio, lo scorso anno, durante un’amichevole tra Italia e Turchia alcuni tifosi erano stati obbligati a rimuovere una bandiera Propal.
Cresce la tensione in vista di Italia-Israele
A otto giorni da Italia-Israele, Udine è sotto allerta. Il sindaco della città Alberto Felice De Toni ha chiesto il rinvio della partita. Ma allo stato attuale la gara si giocherà. Le forze dell’ordine stanno studiando un piano ad hoc e nel frattempo il ministro Matteo Piantedosi è in contatto con le autorità di Israele. Gli spostamenti della Nazionale di Tel Aviv saranno infatti sorvegliati da una pattuglia di agenti del Mossad, agenzia d’intelligence. Come lo scorso anno, il Bluenergy Stadium sarà sotto gli occhi di tutto il mondo. E dopo le proteste davanti ai cancelli di Coverciano, la promessa dei manifestati pro-Gaza è stata quella di ripresentarsi anche fuori dallo stadio. Intanto, il calcio passa in secondo piano e i soli 4mila biglietti venduti sono la fotografia chiara della situazione.
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