Cori fascisti a Parma, Schlein: “Meloni tacerà anche stavolta”. Presidio di protesta davanti alla sede di Fdi

  • Postato il 31 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Quei cori inneggianti al Duce nella sede di un partito di governo sono un episodio che non può essere sottostimato: questo ritengono la sinistra e l’area antagonista, che si mobilitano. Il collettivo Azione Antifascista ha convocato un presidio che inizierà questo pomeriggio alle 18, in Borgo del Parmigianino a pochi metri dalla sede di Fratelli d’Italia di Parma, dove un gruppo di iscritti ha intonato cori del ventennio, con un video che, tanto più popolare diventa sul web, altrettanto suscita reazioni politiche.

Il Pd chiede che sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere le distanze, e appare poca cosa che la sezione sia stata commissariata. La segretaria Elly Schlein: “È molto grave. Aspettiamo di sentire una presa di distanza dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. O forse tacerà anche questa volta? Chissà”. La matrice è “chiara: giovani inneggiano al duce in una sede di FdI. Per questo chiediamo alla Premier Meloni di condannare senza esitazione un episodio grave che offende una città e la storia di un paese – scrivono Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei deputati e al Senato – Meloni dovrebbe ricordare ai suoi, soprattutto ai più giovani, che governa democraticamente eletta perché qualcuno combatté il fascismo anche a costo della vita. E dovrebbe ricordare ai suoi giovani, di cui va tanto fiera, che la Costituzione su cui ha giurato è nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal nazifascismo”.

Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, ricorda che “ogni giorno la presidente del Consiglio lancia attacchi feroci contro l’opposizione, impartisce lezioni di morale, arriva perfino a dire che siamo peggio di Hamas. Ma quando nella sede del suo partito, a Parma, si cantano cori fascisti, si inneggia al Duce, la Presidente del Consiglio improvvisamente tace. Non una parola, non una presa di distanza. È questo il volto reale della destra al governo del Paese”. Secondo Bonelli la vicenda “non può essere né liquidata come una bravata o goliardia, né come episodio isolato: è l’ennesima prova di un clima di odio e di violenza verbale che continua a crescere. Un clima d’odio che Meloni, con i suoi continui attacchi contro chi dissente, contribuisce ad alimentare ogni giorno”.

Duro anche il commento del M5s: “Esprimiamo la nostra più ferma condanna. È un fatto di una gravità inaudita, che offende la memoria democratica e la dignità della nostra regione”, scrivono i coordinatori regionali Marco Croatti e Gabriele Lanzi. “Parma è città Medaglia d’Oro della Resistenza, simbolo dell’Italia che si è liberata dal nazifascismo: sentirvi risuonare inni al regime è una vergogna che riporta l’orologio della storia indietro di ottant’anni. Chiediamo che le autorità competenti accertino rapidamente le responsabilità. Se un partito di governo tollera simili episodi nei propri locali, deve interrogarsi sulla propria connivenza morale con chi calpesta la Costituzione e i valori antifascisti su cui si fonda la Repubblica. L’Emilia-Romagna è, e resterà sempre, terra di Resistenza, di libertà e di civiltà democratica”.

Ma da Fratelli d’Italia queste critiche sono mal digerite, come afferma Stefano Cavedagna, portavoce di Gioventù nazionale ed europarlamentare: “La presa di distanze richiesta dalla sinistra nei confronti dei cori nella sede, da parte di frequentatori di Gioventù Nazionale, è già stata portata avanti con il commissariamento dei responsabili locali di GN e, una volta identificati, con l’allontanamento degli individui ritenuti responsabili, se iscritti all’organizzazione giovanile. Come comunicato alla stampa alle 8:23 di questa mattina, questo intervento è avvenuto ben prima che la notizia venisse diffusa”.

Cavadegna poi rilancia: “Aspettiamo ora che, con la stessa coerenza, il Pd prenda le distanze e allontani i propri iscritti e simpatizzanti che partecipano a manifestazioni violente, intonano contro la polizia, occupano i binari delle stazioni, come accaduto a Parma, inneggiano alle P38 e alle brigate rosse. La sinistra non pensi di poter venire a darci lezioni se in casa propria consente questo”. Ma per Alessandro Zan, componente della segreteria nazionale Pd, il commissariamento non è sufficiente: “Giorgia Meloni può raccontare di aver archiviato il passato, ma quando il fascismo risuona dentro le sedi del suo partito, significa che quel passato non è mai stato espulso dalla cultura politica di Fratelli d’Italia. La presidente del Consiglio condanni subito quanto accaduto”.

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Il Fatto Quotidiano

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