Corea del Nord, il commercio illegale e distruttivo di specie protette

  • Postato il 9 maggio 2025
  • Di Agi.it
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Corea del Nord, il commercio illegale e distruttivo di specie protette

AGI - Un nuovo studio rivoluzionario condotto dai ricercatori dell'University College di Londra (UCL) rivela che il governo nordcoreano è coinvolto in un commercio illegale e distruttivo di specie selvatiche, che include specie protette dalle sue stesse leggi e rappresenta una minaccia per il ripristino della biodiversità nella regione.

Lo studio, pubblicato su Biological Conservation, ha rilevato che, sebbene la Corea del Nord abbia un sistema di regolamentazione delle aree e delle specie protette, tale sistema viene regolarmente violato da persone che cacciano e catturano animali selvatici per il consumo personale o per il commercio sul mercato nero, sia a livello nazionale che per la vendita ad acquirenti in Cina. Inoltre, lo stesso stato nordcoreano è implicato, e trae profitto attivamente, dalla cattura e dal commercio di specie in via di estinzione protette dal diritto nazionale o internazionale.

Tra le specie protette segnalate nel commercio statale di fauna selvatica figurano l'orso nero asiatico, il goral dalla coda lunga e la lontra eurasiatica. Il nuovo studio si basa su ampie interviste con disertori nordcoreani, tra cui ex cacciatori, intermediari del commercio di fauna selvatica e acquirenti, e rappresenta la prima valutazione approfondita del complesso commercio di fauna selvatica in Corea del Nord, condotta tra il 2021 e il 2022.

I ricercatori sostengono che il rispetto da parte del governo nordcoreano della legislazione nazionale sulle specie protette dovrebbe essere una priorità immediata. Invitano la Cina, in quanto mercato chiave per i prodotti della fauna selvatica nordcoreana, a proseguire gli sforzi per frenare la domanda interna di fauna selvatica illegale e a esercitare pressioni diplomatiche sul suo vicino affinché si disimpegni dal commercio illegale di fauna selvatica.

L'autore principale, il dott. Joshua Elves-Powell (UCL Geography), ha affermato: “La caccia su larga scala di animali selvatici in Corea del Nord, causata dalle limitazioni economiche dello Stato nordcoreano e dalla carenza di cibo, medicine e beni di prima necessità di cui soffrono molti dei suoi cittadini, rappresenta una grave minaccia per la biodiversità della Corea del Nord e della regione in generale”.

La Cina è il principale mercato per il commercio di fauna selvatica nordcoreana, con prodotti di spicco tra cui carne selvatica, pellicce e parti del corpo utilizzate nella medicina tradizionale. Parte di questo commercio viola gli impegni assunti dalla Cina in qualità di Parte della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES) e membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

I disertori nordcoreani che hanno preso parte allo studio hanno riferito che lo Stato nordcoreano riceve animali selvatici e le loro parti del corpo da cacciatori autorizzati dallo Stato e dalle comunità locali. Lo studio ha rilevato che tra queste specie sono incluse specie legalmente protette in Corea del Nord, tra cui i goral dalla coda lunga – mammiferi ungulati simili a capre – e le lontre eurasiatiche. Queste specie sono utilizzate a livello nazionale, ad esempio per la produzione di pellicce per la produzione di abbigliamento invernale, ma si segnala anche che vengono utilizzate come risorsa commerciale.

Lo studio descrive inoltre dettagliatamente come lo stato nordcoreano gestisca allevamenti di animali selvatici, tra cui lontre, fagiani, cervi e orsi neri asiatici. Si ritiene che la Corea del Nord abbia iniziato ad allevare orsi per la loro bile nel XX secolo, prima che la pratica si diffondesse in Cina e Corea del Sud. La bile d'orso è stata utilizzata in diverse medicine tradizionali asiatiche, tra cui la medicina tradizionale coreana e quella tradizionale cinese. 

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Autore
Agi.it

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