Conto corrente per tutti: le banche non potranno più dire no. Ecco cosa cambia davvero
- Postato il 24 luglio 2025
- Di Panorama
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Chiunque ha diritto ad avere un conto corrente. Svolta nel rapporto tra banche e clienti, con l’approvazione, all’unanimità alla Camera del ddl conti correnti (ora il testo passa al Senato). Gli istituti di credito non potranno più “liberarsi” dei clienti sgraditi, salvo casi gravi come riciclaggio e terrorismo
Conti correnti, cosa cambia
Con 254 voti favorevoli all’unanimità, la Camera ha dato il via libera al ddl sui conti correnti che introduce due grandi novità per la tutela dei risparmiatori italiani, che spesso si sono trovati con conti chiusi senza spiegazioni dettagliate, in un Paese dove i conti attivi sono oltre 48 milioni, cresciuti del 13,2% negli ultimi cinque anni. La novità centrale è l’introduzione dell’obbligo per le banche di stipulare contratti di conto corrente con chiunque ne faccia richiesta, tranne nei casi in cui emergano motivi legati al contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Anche in questi casi, la banca avrà l’obbligo di motivare per iscritto l’eventuale rifiuto entro dieci giorni, introducendo un principio di trasparenza che finora mancava nel rapporto tra cliente e istituto di credito. Questa disposizione nasce dalle numerose segnalazioni di cittadini che si sono visti negare o chiudere il conto senza spiegazioni precise, con comunicazioni generiche che parlavano di “rivalutazione del rischio” o “verifiche sulla gestione del conto”. Il ddl mira a colmare un vuoto normativo che, in un contesto di digitalizzazione dei pagamenti, rischiava di lasciare migliaia di persone escluse dalle operazioni economiche essenziali. L’accesso al conto corrente diventa così un diritto che le banche non potranno più limitare in maniera discrezionale, riequilibrando un rapporto spesso sbilanciato a favore dell’istituto di credito.
Conti correnti, cosa cambia: divieto di chiusura del conto con saldo attivo
Il secondo punto centrale riguarda il divieto imposto alle banche di chiudere unilateralmente i conti correnti, sia a tempo determinato che indeterminato, se i saldi risultano in attivo. Oggi, infatti, le banche possono recedere anche senza fornire spiegazioni dettagliate. Con l’approvazione definitiva del provvedimento, le banche potranno chiudere i conti solo in presenza di motivazioni legate alla normativa antiriciclaggio o antiterrorismo, mantenendo in tutti gli altri casi l’obbligo di mantenere attivo il rapporto con il cliente. Si tratta di un cambio che potrebbe avere un impatto concreto sul sistema, soprattutto per quelle persone segnalate come “non bancabili” che rischiavano di essere escluse dal circuito finanziario senza colpe specifiche.
L’accesso al conto corrente diventa un diritto non negoziabile, necessario per ricevere stipendi, domiciliare bollette e vivere in una società sempre più cashless. Alla soddisfazione di politica e associazioni consumatori hanno risposto le banche e l’Abi che contestano la misura come un potenziale limite alla libertà contrattuale e alla valutazione del rischio, temendo che possa generare rigidità e uno squilibrio competitivo rispetto ad altri Paesi europei.