Conte, ma quali dimissioni: è compito suo far funzionare il Napoli

  • Postato il 11 novembre 2025
  • Di Panorama
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Il duro attacco alla squadra del post sconfitta di Bologna, appena mascherato dall’apparente autocritica per non aver saputo trapiantare il cuore in un gruppo, evidentemente sprovvistone secondo chi lo ha costruito e allenato, ha lasciato in eredità il moltiplicarsi delle voci di dimissioni di Antonio Conte e poi la presa di posizione presidenziale di De Laurentiis a mettere la sordina su tutto. Conte non se ne va, e ci mancherebbe essendo architetto e progettista del Napoli post scudetto, e De Laurentiis ha tolto alibi a tutti: giocatori e allenatore.

Ribadendo la fiducia incondizionata al tecnico leccese, il patron ha lanciato due messaggi: ai calciatori, semmai dovessero avere in testa di potergli fare la guerra dentro lo spogliatoio misurandosi con un uomo delegittimato, e allo stesso Conte che a Bologna aveva gettato la bomba spiegando che avrebbe dovuto parlare con il club anche della sua incapacità di fare un buon lavoro in questi mesi. Tradotto il messaggio di ADL: caro Antonio, vai avanti per la tua strada.

Quella che resta è, dunque, una strada stretta ma obbligata per tutti a partire da Conte: non ci saranno scorciatoie o vie d’uscita per nessuno. Gli investimenti sul mercato sono stati ingenti e, fino a prova contraria, tutti richiesti ed avallati da un allenatore da sempre artefice dei suoi destini in fase di costruzione della squadra. Era accaduto un anno fa, si è ripetuto la scorsa estate. Se alcuni di questi profili (qualche nome? Beukema, Lang e Lucca ma non solo) oggi sono ai margini tocca a chi li ha voluti integrarli e farli rendere.

Questo è il compito di Conte, non innescare un cortocircuito nel quale tutte le ipotesi compresa quella di un clamoroso passo indietro hanno dignità d’esistenza. In fondo a Bari, Torino, Milano e Londra Conte lo ha fatto e questo suo curriculum vieta di bollare come semplici “stupidaggini” le interpretazioni date allo sfogo di Bologna. Se poi rispondesse a verità l’intenzione di De Laurentiis di mettere ancora mano al portafogli a gennaio per qualche correzione da 50 milioni di euro, ecco che il conto dei due anni di Conte sul mercato supererebbe quota 400 disintegrando ogni alibi, ammesso ne esistano.

Esaurita la crisi di nervi, insomma, rimane il campo e a quello ADL ha richiamato tutti. Conte difficilmente potrebbe uscire bene da una situazione di fallimento tecnico (squadra non in lotta scudetto da favorita o Europa abortita prima di marzo) o, peggio ancora, da una fuga lontano da Napoli. Mai come questa volta all’allenatore leccese è stato concesso di entrare in un ristorante da cento euro con un budget addirittura superiore a quello di tutti gli altri commensali; averlo svilito, deprezzato (prima a parole e poi nelle scelte), messo alla berlina pubblicamente senza uno straccio di spiegazione tattica a supporto è un’aggravante, non un’esimente.

Autore
Panorama

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