Conte: “In Italia poca sicurezza e la prospettiva di crescita più bassa in Europa”
- Postato il 22 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giuseppe Conte delinea una situazione economica che definisce particolarmente allarmante per il Paese. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, “Abbiamo la prospettiva di crescita più bassa d’Europa nel prossimo triennio e senza il Pnrr saremmo già in piena recessione”. A questo si aggiunge un calo dei salari reali del 9% dal 2021, il livello di pressione fiscale più alto dell’ultimo decennio e un quadro sociale aggravato da sei milioni di lavoratori che non raggiungono i mille euro al mese.
Conte sottolinea inoltre come quasi sei milioni di cittadini rinuncino alle cure e come la povertà assoluta abbia raggiunto livelli record. “Una famiglia su tre taglia anche la spesa alimentare, aumentata del 25%”, afferma, evidenziando un Paese in evidente difficoltà.
Critiche al sistema produttivo e alle scelte del governo
Nell’intervista, Conte mette in discussione il ruolo delle principali associazioni industriali: “Con pieno rispetto del ruolo delle associazioni imprenditoriali, io credo che a partire da Confindustria ci si debba porre un profondo interrogativo. Si vogliono rappresentare solo gli interessi delle partecipate di Stato o si vuole tutelare il sistema produttivo e favorire la crescita?”. A suo avviso l’interesse nazionale dovrebbe puntare su crescita stabile, tutela del potere d’acquisto e forte sostegno all’innovazione industriale. Critica duramente la transizione 5.0 definendola “sotterrata dalla burocrazia. Un fallimento”, e denuncia il depotenziamento del fondo di garanzia per le Pmi.
Conte propone un ritorno ai crediti d’imposta per occupazione e innovazione, la cancellazione del divieto di compensazione con debiti previdenziali e accusa il governo di aver archiviato la decontribuzione Sud. “E dove sono finiti i 25 miliardi promessi da Meloni per reggere l’impatto dei dazi Usa?”, domanda.
Il caso Quirinale e la difesa di Garofani
La parte finale dell’intervista affronta anche le recenti tensioni istituzionali. Per Conte, “l’attacco al Quirinale è stato del tutto scomposto. Si è trattato di una polemica creata artificiosamente”. A suo giudizio, dunque, non vi sono motivi per chiedere passi indietro o ammissioni di responsabilità. Per questo, conclude con fermezza: “Garofani non deve dimettersi”.
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