Consiglio regionale, via libera alla Legge di Stabilità con le modifiche Irpef
- Postato il 25 marzo 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Regione. Con 16 voti a favore (maggioranza) e 9 astenuti è stato approvato il disegno di legge 58 “Modifiche alla legge regionale 9 ottobre 2024, n. 17 (Legge di stabilità della Regione Liguria per l’anno finanziario 2025 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2025-2027)). Il provvedimento modifica alcune disposizioni contenute nella Legge di Stabilità, approvata nel dicembre scorso, relative all’addizionale regionale sull’Irpef per renderle coerenti con il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025- 2027. In particolare nel triennio 2025-2027 la normativa regionale viene uniformata ai tre scaglioni di reddito previsti dalla normativa statale attuativa della riforma fiscale introdotta dalla Legge n.111 del 2023.
In particolare: nel 2023 il legislatore statale ha portato da 4 a 3 gli scaglioni dell’IRPEF per il solo anno 2024, consentendo alle Regioni di adeguare il proprio sistema fiscale e, dunque, anche la Liguria, attraverso la legge regionale n. 4 del 2024 si era adeguata ai tre scaglioni dell’IRPEF previsti dallo Stato. Successivamente la legge di Bilancio dello Stato (n. 207 del 30.12.2024) ha portato “a regime”, cioè non più solo annualmente, gli scaglioni dell’IRPEF portandoli, definitivamente, da 4 a 3. La Liguria, pertanto, con il ddl 58 si è adeguata nuovamente stabilendo lo stesso regime fiscale, già previsto per il 2024, anche per l’anno 2025 ed i due successivi: questa manovra garantirà una stabilità ai contribuenti liguri (la misura valida per il 2024 prosegue per altri tre anni), confermando la riduzione della pressione fiscale sui redditi sino a 28 mila euro, che vedono azzerata la maggiorazione dell’addizionale regionale all’Irpef. È una manovra identica a quella effettuata l’anno scorso. Il termine massimo entro il quale le Regioni si devono adeguare è il 15 aprile 2025.
Il provvedimento contiene anche alcuni adeguamenti per quanto riguarda la normativa in materia di pesca professionale e acquacoltura: la concessione di aree demaniali marittime e loro pertinenze e di zone di mare territoriale destinate all’esercizio delle attività di pesca professionale e di acquacoltura è rilasciata dal Comune, al termine di una procedura di evidenza pubblica. La durata delle concessioni è stabilita sulla base del piano economico finanziario degli investimenti legato alla concessione e dei relativi costi da ammortizzare e, comunque, per un periodo non inferiore a quindici anni. Il testo stabilisce che la Regione possa approvare direttive vincolanti per l’esercizio delle funzioni amministrative per favorire lo sviluppo delle attività relative alla pesca, all’acquacoltura, alla tutela e all’incremento delle risorse alieutiche. In prima applicazione la durata delle concessioni demaniali marittime è stabilita in quindici anni.
Nel corso delle votazioni degli articoli sono stati respinti i sei emendamenti presentati da alcuni consiglieri di minoranza (tre da Armando Sanna, due da Selena Candia e uno da Stefano Giordano).
Alessandro Bozzano (Vince Liguria-Noi Moderati), presidente della I Commissione Affari generali, istituzionali e Bilancio, ha illustrato la relazione di maggioranza con gli aspetti che caratterizzano il provvedimento e le sue finalità. “Regione Liguria si adegua all’ordinamento statale, stabilendo il medesimo regime fiscale per gli anni dal 2025 al 2027 e, conseguentemente, garantendo una stabilità ai contribuenti liguri e la coerenza della disciplina dell’addizionale regionale all’IRPEF alla nuova articolazione. Con questa manovra – ha precisato – si conferma la chiara riduzione della pressione fiscale sui redditi sino a 28 mila euro, che vedono completamente azzerata la maggiorazione dell’addizione regionale all’IRPEF, e un beneficio anche per i redditi superiori, per effetto della progressività cui è improntato il sistema fiscale, unito alla riduzione operata a livello statale”.
Il presidente della I Commissione ha aggiunto: “Le nuove disposizioni regionali assicurano, pertanto, la razionalità del sistema tributario nel suo complesso e la salvaguardia del principio di progressività. Questa manovra fiscale è stata condivisa nel “Tavolo tecnico con le Organizzazioni sindacali”, che continuerà le interlocuzioni relativamente alle azioni a sostegno dei redditi più bassi e delle famiglie”. Alessandro Bozzano ha rilevato che sul disegno di legge, durante le consultazioni delle rappresentanze sindacali generali in I Commissione, è emersa un’ampia condivisione dei contenuti e ha annunciato che, ne corso dell’esame in commissione, è stato approvato anche un emendamento per riordinare il quadro normativo in materia di pesca professionale e acquacoltura marittima.
Armando Sanna, capogruppo del Pd, ha presentato la relazione del gruppo. “Ci troviamo di fronte a un provvedimento che si limita a recepire le modifiche degli scaglioni IRPEF nazionali, senza alcuna riflessione – ha esordito – sulle specificità del territorio ligure e sulle esigenze dei suoi cittadini. È indicativo che nella stessa giornata si parli di una manovra fiscale e di un disavanzo sanitario che impatta in maniera rilevante sull’organizzazione della sanità al punto da avere quasi 100mila liguri che rinunciano a curarsi”.
Secondo Sanna, dunque, la Giunta “è incapace di una visione d’insieme e non è riuscita nemmeno a portare il provvedimento sull’IRPEF assieme al rinnovo del sistema delle detrazioni né a stanziare risorse adeguate come, invece, era stato fatto negli anni precedenti. Il sistema di welfare regionale risulta così indebolito proprio nel momento in cui i cittadini avrebbero più bisogno di sostegno». Il consigliere ha aggiunto: «Non è stata presentata alcuna analisi né valutazione d’impatto delle manovre fiscali degli anni scorsi. La Giunta è ferma agli adeguamenti normativi obbligatori senza strategie di lungo periodo, senza una visione per il futuro, senza un piano d’azione per risanare le finanze regionali e rilanciare l’economia locale”.
Secondo Sanna “questo provvedimento è la dimostrazione lampante di un approccio che si limita all’ordinaria amministrazione, incapace di affrontare le sfide strutturali che la nostra regione ha davanti”. Il consigliere, infine, ha criticato l’inserimento, tramite un emendamento presentato ieri in I Commissione, relativo alle concessioni demaniali marittime.
“Abbiamo proposto di fermare la grande distribuzione chiedendo di sospendere la presentazione di autorizzazioni. Abbiamo chiesto la difesa del territorio e dei suoi abitanti con l’abrogazione della norma salva Skymetro voluta da Toti per compiacere Bucci quando era sindaco di Genova, che consente di costruire in deroga a ridosso dei corsi d’acqua, compreso il Bisagno. Abbiamo chiesto l’eliminazione dell’Agenzia dei rifiuti, un contenitore vuoto, che non ha mai svolto il suo compito e genera solo sprechi, e abbiamo chiesto agevolazioni negli interventi migliorativi per le Rsa – hanno rincarato i consiglieri regionali del Gruppo PD in Regione -. Ma tutte le nostre proposte presentate alla Legge di stabilità per l’anno finanziario 2025 sono state bocciate. La Giunta così approva un disegno di legge vuoto e senza prospettiva. Lo avevamo chiaro fin dall’inizio e ora lo è ancora di più. Per questo ci siamo astenuti perché era impossibile votare una proposta che non guarda al futuro della Liguria, ma la tiene ancorata al passato”.
Selena Candia (AVS) ha presentato la relazione del gruppo dichiarando che “sebbene nel disegno di legge si dichiari che la pressione fiscale viene ridotta per i redditi fino a 28 mila euro, in realtà desta particolare preoccupazione il percorso verso l’aliquota impositiva univa”. Secondo la consigliera, infatti, “il sistema ad aliquota unica è incompatibile con il principio costituzionale della progressività fiscale, che richiede che l’incidenza percentuale del prelievo aumenti con l’aumentare del reddito”. Secondo Selena Candia, dunque, “l’introduzione del sistema a tre scaglioni, rispetto ai precedenti quattro, indica già un passo verso una semplificazione che prelude all’adozione dell’aliquota unica. Questa tendenza – ha sottolineato – rischia di produrre effetti regressivi suo sistema fiscale regionale, favorendo i redditi più elevati a discapito di quelli medio bassi”.
Secondo la consigliera, inoltre, “la relazione di accompagnamento al disegno di legge non documenta come il criterio della progressività sia realizzato”. Selena Candia ha chiesto, pertanto, la revisione del documento con un riesame in I Commissione “allo scopo di garantire la progressività fiscale, la protezione delle fasce più fragili delle famiglie liguri e il ripristino delle misure di detrazione per le famiglie”.
Stefano Giordano (Movimento 5 Stelle) ha spiegato: “La politica regionale dimostra di essere incapace di ascoltare il monito della Caritas che anche quest’anno ha messo in luce come le povertà irrompono sulla scena sociale, lasciando migliaia di cittadini senza il necessario per vivere. Si chiama povertà assoluta. Non da meno sono gli effetti della povertà relativa, che riguarda chi non riesce a far fronte a spese vitali come le cure sanitarie. Consapevole che la Liguria si trovi ad affrontare una combinazione di povertà crescente, pressione fiscale iniqua e disuguaglianze marcate, come M5S abbiamo chiesto che la Regione metta sul tavolo un impegno congiunto per affrontare le sfide attraverso politiche fiscali giuste, supporti al reddito efficaci e misure per ridurre le diseguaglianze”.
“Per questo ho proposto un emendamento per ripristinare un finanziamento già attivato nella precedente legislatura, vale a dire il “Fondo straordinario per la riduzione della pressione fiscale” per un importo di 5 milioni. Respingendo il nostro emendamento, la maggioranza confessa le misure introdotte dal centrodestra nella precedente legislatura. Destra non solo sempre più incoerente, ma incapace di cogliere un’occasione per aiutare i cittadini economicamente più fragili”.
Gianni Pastorino (Andrea Orlando presidente) nella sua relazione ha sottolineato soprattutto alcuni aspetti legati all’amministrazione sanitaria. “Siamo a fine mese e dobbiamo ancora capire quale indirizzo intende assumere l’attuale giunta rispetto a questa materia». Secondo il consigliere «è stato sottovalutato il deficit della sanità ligure e non è stato concesso di capire al Consiglio quanto ammontasse il buco della sanità e come questo buco sarebbe stato colmato”. Pastorino ha avvertito: “La riduzione dei fondi alle Asl comporterà la riduzione di molti servizi sanitari”. Secondo il consigliere l’organizzazione del servizio sanitario, così come era stata concepita, dimostra le differenze di natura politica nella sua gestione da parte delle diverse amministrazioni regionali.