Consiglio regionale, minuto di silenzio per il 7 ottobre: caos in aula e seduta chiusa in anticipo

  • Postato il 7 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Bagarre in Consiglio regionale dopo il minuto di silenzio nel secondo anniversario della strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas. L’iniziativa del presidente Stefano Balleari, comunicata insolitamente a seduta già iniziata, ha scatenato il caos in aula e i lavori sono stati chiusi in anticipo, dopo circa un’ora e mezza.

I lavori erano iniziati normalmente, ma dopo qualche minuto il capogruppo di Vince Genova Matteo Campora ha chiesto una sospensione per un confronto. Secondo indiscrezioni, a pesare erano i malumori interni alla maggioranza per la mancata chiamata del minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’attentato.

Al rientro in aula il presidente Balleari ha chiesto il momento di raccoglimento con queste parole: “Oggi, 7 ottobre, nel secondo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas che ha causato la morte di 1200 israeliani, tra cui 800 civili, nonché il rapimento di 251 persone, di cui 48 ancora nelle mani dei terroristi, ci uniamo in silenzio e rispetto per ricordare le vittime innocenti di questa strage, colpite da un’ondata di violenza crudele e ingiustificabile. A loro, ai loro cari, va la nostra più profonda solidarietà. Ma in questo momento di dolore, è doveroso ricordare anche il popolo palestinese, che da anni vive in condizioni drammatiche e che oggi, ancora una volta, paga il prezzo altissimo delle azioni terroristiche di Hamas, un’organizzazione che non rappresenta la pace né la dignità. Condanniamo con fermezza ogni forma di terrorismo, da qualunque parte provenga, e riaffermiamo il diritto di ogni popolo a vivere in sicurezza, libertà e giustizia. Solo riconoscendo il dolore di tutti potremo costruire un futuro di pace. Con questo spirito e in memoria delle vittime innocenti del 7 ottobre 2023, invito l’aula ad osservare un minuto di silenzio”.

Prima della lettura quasi tutti i consiglieri di opposizione sono usciti dall’aula. Sono rimasti al loro posto solo Armando Sanna, Davide Natale, Katia Piccardo e Simone D’Angelo del Partito Democratico. I primi tre si sono alzati in piedi solo quando Balleari ha citato il “popolo palestinese”.

Dopodiché è scoppiata la bagarre. Il capogruppo del Pd Sanna ha contestato il mancato rispetto delle procedure: “Si è creato un precedente storico, è la prima volta che si fa un minuto di silenzio dopo l’inizio della seduta ed è la prima volta che accade dopo una sospensione chiesta dalla maggioranza”. Balleari, dal canto suo, ha spiegato: “C’è già stato un caso simile. Il ritardo nella mozione di sentimento è dettato dal fatto che volevo parlarne in un ufficio di presidenza al completo, ma non è stato possibile perché il vicepresidente Arboscello sarebbe arrivato alle 13″.

Un “gesto inadeguato“, secondo Gianni Pastorino di Linea Condivisa: “Ho sempre definito Hamas un’organizzazione terroristica, ma per tutto il 2024 non si è fatto nulla per ricordare i 70mila palestinesi uccisi”. Poi lo scontro a suon di urla col presidente Marco Bucci. “Speculare sui morti è sempre sbagliato, oggi esco da qui con un po’ di vergogna”, ha aggiunto Simone D’Angelo del Pd. All’attacco Selena Candia di Avs: “Volete continuare a ricordare da che parte state, con il governo Meloni che è complice di Netanyahu”.

“Sono io che mi vergogno – ha ribattuto Rocco Invernizzi, capogruppo di Fratelli d’Italia -. Abbiamo ricordato tutti i morti, anche i palestinesi, non c’è alcuna ideologia”.

Angelo Vaccarezza di Forza Italia ha accusato gli avversari: “Siete voi ed essere dalla parte sbagliata della storia”.

“E’ vergognoso che alcuni consiglieri di minoranza abbiano scelto di uscire dall’aula e di non partecipare – ha dichiarato il capogruppo regionale della Lega Sara Foscolo -. Alle sinistre dico che non esistono vittime di serie A e di serie B. I bambini israeliani uccisi non sono diversi dagli altri. Noi siamo per la pace e combattiamo contro l’odio e la violenza, che in Italia abbiamo visto anche nelle piazze. In questa triste giornata per tutti ribadisco con forza che l’incontro a Genova, spostato da Palazzo Ducale ai Giardini Luzzati, con la relatrice dell’Onu pro palestinesi Francesca Albanese, che veicola messaggi antisemiti e ‘fake news’, è a dir poco divisivo, inopportuno e una provocazione. Pertanto, ancora una volta, chiedo al sindaco Silvia Salis di non partecipare all’evento o, almeno, di dirle in faccia che la liberazione degli ostaggi è necessaria per il processo di pace, che si sta avvicinando soltanto grazie al grande impegno e al proficuo lavoro del presidente Usa Donald Trump”.

Dopo una discussione all’insegna della tensione, D’Angelo è intervenuto nuovamente definendo quella di Balleari “un’imboscata” perché “nessuno sapeva che ci sarebbe stato un ricordo del 7 ottobre in aula”. A quel punto tutti i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula e Balleari ha chiuso in anticipo la seduta, visto che all’ordine del giorno c’erano prevalentemente interrogazioni dell’opposizione.

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L’opposizione: “Perché non per i palestinesi uccisi? È solo strumentalità politica”

“Oggi in Consiglio regionale della Liguria è stato proposto un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’attentato del 7 ottobre in Israele. Abbiamo scelto di uscire dall’aula – dichiarano i consiglieri regionali Gianni Pastorino (Gruppo Orlando Presidente), Selena Candia e Jan Casella (Alleanza Verdi Sinistra) e Stefano Giordano (Movimento 5 Stelle) in una nota congiunta -. Non perché non rispettiamo il dolore delle vittime ma perché consideriamo questo gesto del tutto strumentale e quindi inaccettabile”.

Abbiamo sempre definito Hamas per quello che è: un’organizzazione terrorista. Ma il 7 ottobre ha segnato uno spartiacque. Israele ha utilizzato quell’attentato come giustificazione per intensificare, con una ferocia senza precedenti, una violenza che va avanti da decenni: bombardamenti, distruzioni, assedi, un genocidio del popolo palestinese sotto gli occhi del mondo. E allora la domanda è semplice: perché oggi un minuto di silenzio e non l’anno scorso, non di fronte alle migliaia di civili palestinesi uccisi? Il dolore non può avere due pesi e due misure. Quando il silenzio diventa un gesto di parte, piegato alla propaganda, non è più memoria né rispetto: è solo strumentalità politica. E noi a questo gioco non ci stiamo. Un crimine perpetrato da un regime, quello israeliano, che continua a definirsi democratico. Ma se una democrazia si sente legittimata a sopprimere, discriminare e annientare un popolo intero, allora non è così diversa da un regime autoritario o da un’organizzazione terrorista. Anzi, è ancora più grave: perché tradisce i valori che dice di rappresentare”.

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Il Vostro Giornale

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