Conferenza Genoa-Inter, De Rossi: “Eventuale sconfitta deve essere un dramma”
- Postato il 12 dicembre 2025
- Calcio
- Di Genova24
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Conferenza stampa pre Genoa-Inter, in programma domenica alle 18 al Ferraris. Mister Daniele De Rossi non vuole che nella squadra e nell’ambiente si insinui il pensiero “i punti che dovevamo fare li abbiamo fatti e quindi si può anche perdere”. Questo il messaggio principale dell’allenatore, che insieme alla squadra cercherà di giocare la partita perfetta contro una formazione che, come sottolinea, è in grado di rivelarsi devastante. Lato formazione, non ci sarà Ostigard. L’infortunio non è grave ma per non accelerare i tempi, ha spiegato, non sarà nella lista dei convocati. Spazio quindi ancora ad Otoa, in grande crescita e per il quale il tecnico pronuncia parole al miele.
“Otoa può crescere ancora – afferma -, è un giocatore che mi sta piacendo molto. Lo vedo come un giocatore molto moderno. Alto ma veloce e tecnico. È anche molto attento, a volte vorrei che parlasse di più ma non so quanto sappia bene l’italiano. A volte si sottovaluta l’importanza del parlare italiano. Voglio che comunichi, ma in ogni caso non sarà mai un urlatore del campo sebbene non sia moscio. È pacato come lo sono spesso i giocatori scandinavi. Ha un potenziale incredibile. Forse se avessi potuto non gli avrei fatto giocare la terza partita di seguito. Sabelli si sta allenando benissimo ma vogliamo tenere tanti centimetri in difesa.
Guai a pensare di non potercela fare: “Arriviamo con la consapevolezza di affrontare una squadra molto forte. La positività non deve tramutarsi in presunzione o in calma. In tal caso l’Inter è la squadra migliore per far passare la positività. Bisogna essere quasi perfetti per non essere umiliati. Troveremo una squadra arrabbiata dopo la sconfitta contro il Liverpool”.
“Non c’è bisogno che io dica ai giocatori che l’Inter è più forte di noi e che i giocatori dell’Inter sono più forti di loro così come l’allenatore è più bravo di me. C‘è la classifica che ce lo ricorda. Come c’era la possibilità di perdere contro il Verona anche se siamo più forti, dico che pur essendo più deboli non è detto che l’Inter vinca. Ogni partita si può vincere, in ogni partita c’è una lettura che può regalare una serata magica. Bisogna analizzare bene l’Inter e capire in quale situazione riesce a dare il meglio. Spetta a me trovare la lettura giusta. I nostri ragazzi però dovranno essere perfetti per battere una squadra così“.
Il feeling è sbocciato fin da subito con la squadra agevolato dai risultati positivi: “Speravo di poter entrare in sintonia con i ragazzi. Troppe volte si dà troppa importanza all’aspetto tattico – che mi piace, non ci dormo la notte – e si parla meno di quello che può fare la testa, l’aspetto mentale, il cuore. La squadra ha deciso di dare tutto per la consapevolezza dell’importanza di questo club e delle sua tifoseria. In qualsiasi categoria e in qualsiasi situazione è importante entrare nella testa dei giocatori. Comunque non c’è bisogno di tenere in mano lo spogliatoio quando ci sono professionisti seri”.
Sull’altra panchina siederà un ex compagno e avversario come Chivu: “Eravamo due che in campo avevamo sempre qualcosa da dire a livello tattico ed emozionale. Ricordo un ragazzo molto intelligente e per questo sono felice dei suoi successi. Merita le critiche positive che sta ricevendo. Sono contento di riabbracciarlo. Nel suo staff c’è un fratello come Kolarov. Non ho scritto a nessuno dei due in questa settimana.
Tanti tabu sono stati sfatati in queste partita, dalla prima vittoria in casa ai due successi consecutivi oltre ai goal che mancavano al Ferraris. Ora serve lo scalpo di prestigio. Un successo contro una big che manca pensando anche alla scorsa stagione. E di sfide alle squadre della zona alta della classifica ce ne saranno molte nelle prossime settimane: “Speriamo di poter fare punti in queste partite. I piccoli traguardi diventano grandi all’interno del risultato positivo finale, altrimenti restano statistiche. L’unica cosa che non mi piace è parlare di serenità e di calma. “Se perdiamo non è un dramma”, pensare così è sbagliato. Poi siamo consapevoli che il campionato è lungo però vestiamo la maglia di un club importante davanti ai nostri tifosi. Non dobbiamo perdere e se perdiamo è un problema”.
Feeling con Genova: “Ho percepito da subito il rispetto dell’ambiente, che ha dimenticato quanto ero ostico ed ostile in campo. Per me il calcio è contrapposizione ed essere scorbutici. Hanno percepito che il mio spirito è simile al loro o che fa piacere averlo dalla loro parte. Non sono una persona fredda. Anche all’apertura dello store abbiamo respirato un po’ di aria genoana. Dopo un mese mi sono accorto di non aver mai visto casa mia con la luce perché quando rientro a casa è sempre buio. C’è pure il terrazzo. L’aria positiva è determinata dai risultati, questo amore torna indietro in un’altra forma quando i risultati sono negativi”.