Condannato a un anno di reclusione il presidente della Repubblica Serba di Bosnia Milorad Dodik
- Postato il 26 febbraio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un anno di reclusione e sei anni di interdizione dall’attività politica: è questa la condanna inflitta dal Tribunale di Sarajevo al presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (detta anche Republika Srpska) Milorad Dodik. L’accusa è quella di avere disobbedito all’Alto rappresentante internazionale Christian Schmidt, incaricato di supervisionare la pace nel paese balcanico, e la sentenza è arrivata dopo un processo durato più di un anno. “Dicono che sono colpevole. Mi hanno condannato a un anno. Rallegratevi, non c’è motivo di preoccuparsi“, è stata la prima reazione a caldo di Dodik.
Si tratta di una sentenza di primo grado e il leader serbo-bosniaco ha diritto a presentare ricorso: in pratica fino all’appello e al verdetto definitivo per lui non cambia nulla e potrà continuare a svolgere le sue funzioni di presidente. Nello stesso processo, il Tribunale di Sarajevo ha assolto Milos Lukic, direttore della Gazzetta Ufficiale della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina di cui Dodik è presidente, anch’egli accusato di disobbedienza all’Alto rappresentante del quale il suo giornale si rifiuta di pubblicare le delibere.
Dodik, che non era presente in aula al momento della lettura della sentenza, si è brevemente rivolto ai manifestanti radunati davanti al parlamento dell’entità nel capoluogo Banja Luka, che lo hanno acclamato a lungo. Irridendo i giudici, Dodik ha ribadito la sua convinzione secondo cui si è trattato di un processo farsa motivato politicamente per estrometterlo dalla guida della Republika Srpska e farlo fuori dalla scena politica. Nessuna preoccupazione, ha sottolineato, aggiungendo di essere sopravvissuto a situazioni più difficili.
Al momento a Banja Luka e nel resto dell’entità serbo-bosniaca non si registrano criticità in fatto di sicurezza e ordine pubblico. Nei giorni scorsi, in vista della sentenza, lo stesso Dodik e il resto della dirigenza in Republika Srpska avevano annunciato reazioni dure e radicali in caso di una sua condanna, non escludendo il ritiro dei rappresentanti serbo-bosniaci dalle istituzioni centrali della Bosnia-Erzegovina. Secondo i media a Belgrado, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha parlato con Dodik e potrebbe recarsi a breve a Banja Luka. Il processo a Dodik – che non riconosce la legittimità dell’alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt – era iniziato nell’ottobre 2023, e aveva registrato una lunga interruzione in occasione dell’intervento chirurgico al quale il leader serbo-bosniaco è stato sottoposto il 9 dicembre scorso a Belgrado per problemi a stomaco e esofago.
La minaccia separatista di Dodik ha riacceso le paure in Bosnia, dove la guerra del 1992-95 ha causato la morte di 100.000 persone e lo sfollamento di milioni di civili. Gli Accordi di Dayton, sponsorizzati dagli Stati Uniti, hanno posto fine al conflitto quasi tre decenni fa, creando due entità: la Repubblica Serba e la Federazione Croato-Bosniaca. Le due entità godono di un’ampia autonomia, ma condividono alcune istituzioni, tra cui l’esercito, l’alta magistratura e l’amministrazione fiscale. Nella vicina Serbia, i media filogovernativi hanno riferito che il presidente Aleksandar Vucic ha convocato una sessione urgente del consiglio di sicurezza nazionale.
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