Conclave, troppi i cardinali elettori: Santa Marta non basta e 13 rimangono senza stanza. Ecco dove dormiranno

  • Postato il 5 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sono così tanti i cardinali elettori che i posti disponibili nella residenza Domus Sanctae Marthae – nel 1996 designata come residenza dei porporati chiamati ad eleggere il nuovo pontefice non bastano per tutti. Nel conclave dei record, con il numero più alto di cardinali elettori (ben 133), scatta così il piano B. Tredici di loro dormiranno a Santa Marta vecchia, un edifico alle spalle della struttura alberghiera scelta dallo stesso Bergoglio come residenza durante il suo pontificato. A Santa Marta infatti, oltre alla suite papale sigillata dopo la morte di Francesco, rimanevano solo 120 stanze. Così si è andati alla ricerca di un altro edificio all’interno del Vaticano che potesse essere vicino e garantire l’isolamento dei cardinali durante il conclave. Come spiega il Messaggero, Santa Marta vecchia include alcuni appartamenti papali, ma ha anche una parte dove una volta era ospitata la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori.

Le due strutture che ospiteranno i cardinali sono attigue e collegate da un passaggio. Intanto nella congregazione generale di lunedì mattina, il cardinale decano Giovanni Battista Re ha informato che il camerlengo ha effettuato nella giornata di sabato il sorteggio delle stanze. Il portavoce del Vaticano ha anche specificato che i 133 porporati elettori “sono tutti arrivati” a Roma “anche se non tutti partecipano alle Congregazioni”.

Intanto nella Cappella Paolina si è svolto (lontano da telecamere e giornalisti) il giuramento degli officiali e degli addetti al conclave. Ecclesiastici e laici, approvati dal Cardinale Camerlengo e dai tre cardinali assistenti, a norma della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, devono infatti prestare e sottoscrivere il giuramento di riservatezza totale e segreto assoluto: non potranno rivelare, né in questi giorni né mai, cosa vedono e sentono in quello che è il momento più importante nella vita della Chiesa, pena la scomunica. Tutti loro, nei giorni del conclave, non potranno avere alcun contatto, neanche con i propri familiari.

Per proteggere la riservatezza del conclave, in più, il Vaticano mette in campo anche i jammer: apparati di disturbo delle frequenze elettromagnetiche – utilizzati anche in contesti di guerra – che inficiano le comunicazioni cellulari. La Cappella Sistina diventerà una sorta di bunker impenetrabile a intrusioni, sia fisiche ma soprattutto elettroniche. Ovviamente, come accaduto già durante le ultime due elezioni di Pontefici, i porporati dovranno consegnare i loro telefoni cellulari e dispositivi portatili, prima di entrare in assemblea. Due le aree particolarmente protette, la Cappella Sistina e le zone adiacenti. Avranno una doppia restrizione – sia di accesso sia di schermatura degli ambienti e tra stanze contigue -, in modo che nessuno possa captare quanto si dicono i cardinali nell’ambiente chiuso “con clave”. Ogni finestra verrà oscurata, impedendo il contatto con il mondo esterno, ed è prevista una vera e propria bonifica ambientale per escludere la presenza di microspie, dispositivi di trasmissione o strumenti di intercettazione di vario genere.

Altre zona fortemente controllate saranno la Casa di Santa Marta e Santa Marta vecchia dove i cardinali soggiorneranno: lì mangeranno in ambienti comuni, potranno confessarsi, avranno momenti di preghiera, ma tutto lontano da persone che non abbiamo prestato giuramento di riservatezza assoluta. Ormai manca davvero poco all’inizio del conclave. Mercoledì alle 16.30 con la la frase “Extra omnes” (“Fuori tutti”) si chiuderanno le porte della Cappella Sistina e inizieranno le votazioni.

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Il Fatto Quotidiano

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