Conceicao si conferma la kriptonite di Inzaghi: il Milan spezza l’obiettivo “triplete” dell’Inter
- Postato il 24 aprile 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Quando quest’anno vede nerazzurro, il Milan si trasforma e non sbaglia mai. Conceicao si conferma la kriptonite di Inzaghi, Jovic è il protagonista che non ti aspetti: nel quinto derby stagionale, il netto 0-3 per i rossoneri (grazie alla doppietta del provvidenziale attaccante serbo e al gol del solito Reijnders) vale la finale di Coppa Italia e rappresenta il paradosso di una stagione da dottor Jekill e Mr.Hyde. Male in campionato e in Europa, viva e affamata nelle coppe che fanno da contorno – ma che rimangono comunque dei trofei a tutti gli effetti – contro un’Inter che chiude il cerchio di una quattro giorni da dimenticare sotto tutti i punti di vista. Quello che sarebbe potuto essere un esame in vista della semifinale di Champions si è rivelato un flop. A prescindere dall’ennesimo turnover fallito e dal dispendio di energie dell’ultimo periodo.
La provvidenza Jovic
“Spero che l’allenatore se ne accorga” aveva detto Luka Jovic qualche settimana fa. La doppietta a San Siro può bastare per farsi notare? Il numero 9 si conferma ancora una volta l’uomo dai gol pesanti nonostante i soli 426 minuti giocati. Quando entra, il serbo lascia sempre il segno. E solo contro avversari di grande valore: Napoli e Fiorentina ne sanno qualcosa. Nella “partita” per eccellenza, la riserva della riserva si regala (inaspettatamente) una notte da protagonista. Conceicao si è davvero accorto di lui. E non solo perché ha migliorato la propria forma fisica (“Ha anche perso qualche chilo, questa è un bene” dirà di lui l’allenatore portoghese): quando viene chiamato in causa, l’attaccante fa quello che gli riesce meglio. Mancherà la continuità, ma non di certo i colpi.
Inter, addio obiettivo “treble”
“Siamo l’Inter e serve entusiasmo”. Prima la sconfitta a Bologna, poi i tre gol subiti dal Milan e la finale di Coppa Italia sfumata: in meno di una settimana i neroazzurri perdono punti e certezze. A partire dall’obiettivo “treble”, ormai non più raggiungibile. Dopo un buon primo tempo, l’Inter subisce (a ripetizione), non reagisce e si fa dominare: “Volevamo la finale e dovevamo fare di più”, parola di Simone Inzaghi. Dalle sei vittorie consecutive nei derby, a un digiuno che dura da cinque partite. E ora, il vero rischio diventa quello di compromettere tutto, trasformando il sogno triplete – ormai sfumato – in un incubo da zero titoli.
In un’annata ad alto livello i passi falsi, però, hanno una costante: passano sempre dai rossoneri e da un Conceicao “appassionato” e “che soffre forse più di altri”. E così per il Milan, in una stagione troppo brutta per essere vera, diventare la kriptonite dell’Inter non è cosa da poco. Toccato diverse volte il fondo, infatti, il picco emotivo è sempre stato raggiunto nei derby. Questione di motivazioni e carattere. E questa volta anche di tattica, perché il successo è stato netto. Oggi, più che mai, l’Inter deve pensare solo a sé stessa. Il Milan, invece, deve chiedersi: se sono riuscito contro di loro, perché non sono stato in grado di replicarmi anche nel corso dell’anno?
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