Con "Parthenope" Paolo Sorrentino torna alla sua Napoli: "Non ho paura di essere sentimentale"

  • Postato il 22 ottobre 2024
  • Di Tgcom24
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Con "Parthenope" Paolo Sorrentino torna alla sua Napoli: "Non ho paura di essere sentimentale"

 

Napoli e le donne   Parthenope infatti non è soltanto il nome della città progenitrice di Napoli, luogo che ha dato i natali a Sorrentino, bensì anche il nome della protagonista, una donna in carne ed ossa e non un personaggio mitologico. A interpretare il ruolo principale saranno Celeste Dalla Porta per il ruolo di Parthenope giovane e Stefania Sandrelli, che invece recita in quello di Parthenope adulta.  "E' un film sentimentalmente fatto sulle varie tappe della vita: dalla giovinezza dove ci si abbandona e si tocca la vita, per poi diventare adulti. Da grandi la vita provi a vederla ma è lei che non ti vede e ti volta le spalle", racconta Sorrentino specificando che il momento profondamente malinconico verrà smentito dal sospiro finale di Stefania Sandrelli nell'affermare "la vita è andata così".

 

 

 

Il film a Cannes  Nelle sale italiane il film uscirà il 24 ottobre in 500 copie, ed è stata l'unica pellicola italiana in concorso al Festival di Cannes a maggio scorso dove Sorrentino aveva già vinto il Premio della Giuria per 'Il Divo' nel 2008 e dove aveva già presentato titoli come 'Le conseguenze dell'amore', 'L'amico di famiglia', 'This Must Be The Place', 'La grande bellezza' e 'Youth'.
 

 

Gli attori  Nel cast anche Silvio Orlando, napoletano pure lui, ritrova il premio Oscar Paolo Sorrentino dopo la collaborazione nella serie tv 'The Young Pope' e nel sequel 'The New Pope'.
Orlando, che sta vivendo un periodo d'oro per la sua carriera e che interpreta il prof. Devoto Marotta in 'Parthenope', si dice "orgoglioso di aver incarnato con il mio personaggio quel pezzo di Napoli, c'è un fermento culturale straordinario anche di artisti. Napoli è una città irraccontabile - dice l'attore - che ti sfugge da tutte le parti, forse Fellini voleva fare un progetto su Napoli ma non so quanti film avessero questa ambizione. E' un riconoscimento a Napoli".

 

 

Il ruolo del cinema  "Cosa ho scoperto sulle donne e sul femminile? Niente, ho solo altre domande. C'è un errore di fondo quando ad un film come ad un libro si chiede di dare risposte, in casi patologici si chiede addirittura un messaggio. Non sono queste le funzioni del cinema: le domande piuttosto che le risposte. Io sono affascinato dai dubbi".

 

Storia di gioventù e di incontri sentimentali  "Parthenope", un ideale seguito di "È stata la mano di Dio", racconta una storia di gioventù che Sorrentino non ha vissuto: "Ho scritto il film attingendo a zone anonime del mio io. Mi lega a Parthenope un'idea di libertà. La protagonista non si allontana mai da questa bussola che è la libertà, che riesce a frequentare favorita anche da una città che è libera, poco giudicante, per niente perbenista". Il film è anche la storia degli incontri di Parthenope, l'amore ragazzino, il fratello suicida e poi con il professore interpretato da Silvio Orlando ("un film con lui è come vincere un'esperienza di freeclymbing!"), con l'attrice ex bellissima Isabella Ferrari ("Ho sentito spessissimo il pregiudizio della bellezza, non nego di aver sentito rancore per molti anni della mia vita e la maschera che indossa Flora Malva nel film mi ha aiutato molto, perchè per una attrice non guardarsi allo specchio, non vedere le rughe del tempo passato, è una grande libertà"), con il laido Tesorone vescovo del Tesoro di San Gennaro interpretato da un grandissimo Peppe Lanzetta, con la rancorosa diva Luisa Ranieri ("Sophia Loren non c'entra niente, nel personaggio di Greta Cool c'è l'archetipo di una star al tramonto"), con lo scrittore Gary Oldman.  Dice Stefania Sandrelli, la Parthenope ormai anziana alla fine del film: "Il tempo passa - sospira - ma a me piace talmente tanto vivere. Sono esagerata in tutto, vorrei vivere 250 anni, ma sono felice di chiudere la mia carriera artistica con Sorrentino dopo averla cominciata con Germi".

 

 


Il cinema è fantasia  Il film è ricco, visivamente e narrativamente, come nello stile di Paolo Sorrentino, che concepisce il cinema come fantasia, immaginazione al potere. "Camus diceva 'la verità è noiosa' mi fanno fare un film solo se non sono noioso, sono condannato a non dire il vero, il che non significa non raggiungere attraverso un film delle verità ma sono verità più profonde che hanno a che fare con la vergogna, il senso del pudore. La verità vera è imbarazzante".

 

 

 

Gli auguri a Maura Delpero per "Vermiglio"  Sorrentino ha fatto gli auguri a Maura Delpero il cui "Vermiglio", premiato con Leone d'argento a Venezia, è stato designato dall'Italia nella corsa all'Oscar. "Sono felicissimo che vada Vermiglio che è un bellissimo film. Io ho già fatto due volte l'esperienza, la prima indimenticabile per "La Grande Bellezza" e sono francamente anche sollevato perché è anche qualcosa di faticoso e impegnativo e io sono pigrissimo. E' giusto così, che vada qualcuno più giovane e motivato, c'è un momento per tutto", ribadisce. Si augura Sorrentino che il film "emozioni, commuova, che venga visto senza filtri, mi auguro che lo vedano i giovani mi farebbe tanto piacere".
 

 

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Tgcom24

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