Con Laudato Si’ il Papa si era convertito alla “mia” scienza, l’ecologia. Mi ero illuso che bastasse
- Postato il 22 aprile 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel 2015 Francesco pubblicò Laudato Si’, un’Enciclica con diversi precedenti. Giovanni Paolo II, nel 2000, aveva pronunciato la frase profetica: “Operate in modo da resistere alle tentazioni di una produttività e di un guadagno che vadano a discapito del rispetto della natura. Da Dio la terra è stata affidata all’uomo ‘perché la coltivasse e la custodisse’ (cfr Gn 2, 15). Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e non custodi della natura, questa prima o poi si ribellerà”, in occasione di un giubileo del mondo agricolo, e Benedetto XVI, nel 2009, disse: “Se vuoi custodire la pace custodisci il creato”.
Francesco non arrivò all’improvviso a riconoscere l’importanza dell’ambiente, ma fu il primo a riconoscerla così profondamente. Laudato Si’ contiene i principali concetti dell’ecologia, e l’uso di parole che poi sarebbero entrate anche nella Costituzione: biodiversità, ecosistemi. Francesco ne riconobbe l’importanza con un concetto potentissimo: la conversione ecologica, richiesta a tutti gli umani e non solo ai seguaci della religione di cui era il principale esponente. Un papa che chiede la conversione a una scienza… La mia scienza, tra l’altro. Burocraticamente appartengo al gruppo concorsuale zoologia ma, nella sostanza, sono anche un ecologo, tanto che nel 1998, fui chiamato nel primo comitato editoriale della rivista Ecology Letters, a rappresentare l’ecologia italiana.
La zoologia studia la biodiversità animale, l’ecologia studia gli ecosistemi. Ed ecco il Papa che si converte alla “mia” scienza e chiede a tutti di fare altrettanto. Pur non avendo grandi inclinazioni religiose, avevo un amico particolarmente caro: Padre Rosario, un francescano che si curava del Museo di Storia Naturale della Parrocchia di Fulgenzio, a Lecce. Passavo spesso a trovarlo, dopo che mi aveva chiesto una mano per il suo Museo; un’amicizia per me preziosa. Padre Rosario mi chiese di spiegare l’Enciclica ai frati francescani. L’abbiamo letta, ma ci sono troppe cose non chiare per noi, non abbiamo sufficiente cultura per comprenderla fino in fondo, c’è bisogno che qualcuno ci spieghi. Mi fai questo piacere?
Non potevo dire no a quel matto che girava vestito di tela di sacco, con i sandali, senza calze, anche d’inverno, a cui mancava qualche dito a seguito di distrazioni in falegnameria, che si curava di un museo, una pinacoteca, una biblioteca e un cinema. Così mi ritrovai al Santuario di Jaddico, vicino a Brindisi, di fronte a un pubblico in abiti medioevali, ansioso di leggere con me le parole di Francesco.
Laudato Si’ scorreva sullo schermo, pagina per pagina, e la leggemmo assieme. Definii i concetti dietro alle parole, man mano che si presentavano. C’era qualche imprecisione (ad esempio dimentica i batteri nello spiegare il funzionamento degli ecosistemi, nel capitolo 22) ma il messaggio è potentissimo e profondissimo, visto il pulpito dal quale proviene. Fui chiamato altre volte a spiegare l’Enciclica, ad esempio presso il Santuario di Santa Caterina a Galatina, per non parlare di una conferenza all’Ambasciata Spagnola presso la Santa Sede, e un incontro all’Accademia Pontificia delle Scienze.
Anche se l’Enciclica non ne parla, in quelle occasioni mi piaceva ricordare che il Creatore, nella Genesi, affida un solo compito ad Adamo: dare il nome agli animali; e che, sempre nella Bibbia, il Creatore dice a Noè di mettere nell’arca una coppia di tutti gli animali, in modo da ricostituire la struttura degli ecosistemi dopo la catastrofe del diluvio universale. Questi concetti sono ben radicati nelle sacre scritture, ma Francesco li disseppellì dall’oblio e li rese attuali.
Con quale risultato? Zero. Convertì all’ecologia solo chi era già convertito, gli altri fecero finta ma continuarono con le vecchie convinzioni. Per un po’ mi illusi, lo confesso. Quando la Commissione Europea lanciò il Green Deal e la Transizione Ecologica mi dissi: la conversione è avvenuta! Ma fu un breve momento, ed eccoci alla transizione militare. Francesco, memore di Benedetto, associa l’ambiente alla guerra, e chiede la pace e il disarmo. I soldi dedicati all’ambiente, invece, sono dirottati verso la guerra, le armi. In nome della pace. Che beffa per chi ha continuato fino alla fine a chiedere rispetto per l’ambiente e per la vita umana.
Chi protesta per l’ambiente commette un reato, e chi esprime idee sulla falsariga dei dettami di Francesco (e, quindi, dell’ecologia) è un gretino.
Durante le mie frequentazioni ecclesiali ho conosciuto diversi cardinali nominati da Francesco: sono portatori delle sue convinzioni. Saranno loro a scegliere il nuovo pontefice. Non ho particolari inclinazioni verso la religione e, visti i risultati, non credo che un futuro pontefice tanto illuminato quanto Francesco possa davvero cambiare le cose. Non c’è riuscito lui, non nutro speranze che ci riescano altri. Confido nella premonizione di Giovanni Paolo II sulla ribellione della natura e sulle conseguenze che stiamo pagando per una condotta dissennata.
L’ecologia ha convinto tre papi, ma non fa parte della nostra cultura, non si insegna a scuola. Se l’insegnamento di Francesco fosse stato davvero recepito, Laudato Si’ sarebbe letto nell’ora di religione, e spiegato passo passo, con approfondimenti. Sarebbe un corso di ecologia, dalla prima elementare alla quinta superiore. Ma gli insegnanti di religione sono convertiti all’ecologia? Nutro i miei dubbi.
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