Con la realtà virtuale il fast-fashion diventa ecosostenibile
- Postato il 13 maggio 2025
- Di Agi.it
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Con la realtà virtuale il fast-fashion diventa ecosostenibile
AGI - Con la realtà virtuale sarà possibile rendere più ecosostenibile il fenomeno della fast-fashion, caratterizzato dalla produzione rapida di abbigliamenti scartati poi altrettanto rapidamente. È quanto emerge da uno studio guidato dall'Università di Portsmouth e pubblicato sull'International Journal of Retail and Distribution Management. Gli autori hanno approfondito il crescente fenomeno dell'e-fashion (abiti digitali indossati in ambienti virtuali) e hanno scoperto che questi elementi immateriali potrebbero contribuire a colmare il divario tra fast fashion e sostenibilità ambientale.
Dai filtri di Instagram alle skin per videogiochi, l'idea di presentarsi digitalmente non è nuova. Ma i marchi di moda stanno ora facendo un ulteriore passo avanti, offrendo collezioni digitali che esistono solo sullo schermo. Questi abiti possono cambiare colore, trasformarsi in forma e persino comunicare con le controparti fisiche tramite chip NFC (near-field communication). Fondamentalmente, sono privi dell'impatto ambientale della produzione, del trasporto e degli sprechi tradizionali.
La loro produzione, il loro consumo e il loro smaltimento non richiedono l'utilizzo di materie prime difficili da riciclare come il poliestere. La ricerca ha studiato come i consumatori reagiscono al fascino unico dell'abbigliamento digitale e cosa determina la loro disponibilità a pagare per capi che non possono toccare, provare e possedere fisicamente. I risultati mostrano che i consumatori con un forte interesse per esperienze innovative e tattili sono particolarmente attratti dall'e-fashion, apprezzandone la creatività, la personalizzazione e l'interattività.
L'attrattiva dell'e-fashion
Per loro, l'alta moda virtuale non è un compromesso, ma un'ulteriore nuova frontiera dello stile personale. La logica convenzionale suggerisce che i consumatori con un forte bisogno di contatto, che amano ispezionare fisicamente e provare un capo, siano meno propensi a trovare attraente l'e-fashion. Tuttavia, la ricerca mette in discussione questa logica. Scopre che i consumatori con un forte bisogno di contatto e una forte ricerca di sensazioni sono un target ideale per l'abbigliamento virtuale. La ricerca ha scoperto che i consumatori possono simulare mentalmente le caratteristiche tattili dell'e-fashion, un processo che diventa sempre più fattibile e vivido con l'adozione di visori per la realtà virtuale.
Potenziale ambientale dell'e-fashion
Uno dei coautori, il dottor Kokho (Jason) Sit, docente di Marketing presso l'Università di Portsmouth, ha dichiarato: "Resta da vedere se l'e-fashion sia una moda passeggera o una tendenza duratura, ma il suo potenziale ambientale è innegabile. A differenza del fast fashion, che si affida a materiali a basso costo, spesso non riciclabili, e a un ricambio che porta con sé un'elevata quantità di rifiuti smaltiti in discarica, i capi digitali possono essere prodotti, consumati e scartati con un solo tasto, o forse più tasti.
Non sono coinvolte materie prime, schiavitù moderna, spedizioni e consegne, il che riduce la deforestazione, le condizioni di lavoro disumane, l'impronta di carbonio e le discariche". Questa ricerca dimostra che l'e-fashion non è solo un espediente per gamer o influencer. Può potenzialmente rivoluzionare il modello del fast fashion, in modo redditizio per i marchi di moda. Anche se non potrà sostituire del tutto la moda fisica, lo studio suggerisce che l'e-fashion potrebbe ridurre significativamente la nostra dipendenza da capi d'abbigliamento di basso valore e contribuire a limitare l'impatto ambientale di un settore che ha urgente bisogno di riforme.
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