Con Fontana e Burri, va in asta da Sotheby’s a New York a maggio la collezione della gallerista Daniella Luxembourg

  • Postato il 16 aprile 2025
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  • Di Artribune
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Mentre si è conclusa da poco la sessione di aste di Parigi – e imperversa una gran confusione per i dazi trumpiani – il mercato dell’arte guarda ai cataloghi che saranno esitati a New York il prossimo maggio e uno dei segnali più potenti di scommessa sulla qualità delle opere e sul valore della storia dell’arte arriva da Sotheby’s, che nella Grande Mela presenterà una selezione di quindici opere dalla collezione di Daniella Luxembourg, protagonista del mondo dell’arte internazionale da oltre cinquant’anni. Da una Fine di Dio di Lucio Fontana in rosa e glitter a un nerissimo e perfetto Cretto di Burri, ecco tutti gli highlight di una vendita che si annuncia straordinaria, anche e a maggior ragione per il momento in cui arriva. 

La collezione Luxembourg in asta da Sotheby’s a New York 

Il catalogo della collezione selezionato per l’occasione è articolato in quindici opere, acquistate per lo più all’inizio degli Anni Duemila, di artisti sia italiani che americani del Secondo Dopoguerra, con tutto il loro portato di innovazione e ricerca e pratica extra-pittorica. Da Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto e Salvatore Scarpitta, ad Alberto Burri, Alexander Calder e Claes Oldenburg, gli artisti più radicali di questa congerie temporale e creativa sfileranno accomunati sotto lo stesso titolo, Im Spazio: The Space of Thoughts, in omaggio alla mostra epocale del 1967 curata da Germano Celant, considerata l’atto fondativo dell’Arte Povera. 
Esposte in anteprima da Sotheby’s a Milano per poi approdare a New York, le loro opere saranno protagoniste alla Contemporary Evening Auction del prossimo maggio 2025, con una stima complessiva superiore ai 30 milioni di dollari. E a impreziosirle ulteriormente è di certo la loro provenienza dalla collezione di Daniella Luxembourg, protagonista del mondo dell’arte internazionale da oltre cinquant’anni e una delle più appassionate sostenitrici di questo momento artistico. 
Nata in Israele, dove è stata co-fondatrice di Sotheby’s Israele nel 1984, Luxembourg è stata, infatti, prima Chairman della casa in Svizzera, all’inizio degli Anni ’90, e poi, all’inizio del Duemila, presidente e co-owner di quella che chiamavamo Phillips, de Pury & Luxembourg, per poi fondare la sua galleria nel 2009 specializzata in arte post-war e contemporanea. 

Gli highlight della collezione Luxembourg in mostra da Sotheby’s a Milano. Courtesy Sotheby’s
Gli highlight della collezione Luxembourg in mostra da Sotheby’s a Milano. Courtesy Sotheby’s

Tra passione e lungimiranza, il valore della ricerca modernista 

 “Ho sempre vissuto il collezionismo come un percorso istintivo e profondamente personale. Non sono mai stata attratta da un singolo movimento o nome, ma da opere che mi parlavano a livello viscerale”, ha dichiarato la gallerista e collezionista Daniella Luxembourg, “questi artisti portavano avanti la bandiera del modernismo in modo diverso, reinventando un nuovo vocabolario”.
Con passione, istinto e lungimiranza, fu lei a sostenere sempre quel manipolo di innovatori che interpretarono con audacia il nuovo mondo che andava costruendosi dopo la Seconda Guerra Mondiale. E di lei ci ha detto Claudia Dwek, Chairman of Contemporary Art, Sotheby’s Europa, mentre visitavamo la mostra dedicata ad alcuni highlight dell’asta nelle gallerie di Sotheby’s a Palazzo Serbelloni a Milano: “Ne ammiro il coraggio”, sottolineando la forza e il valore del gusto e delle scelte di Daniella Luxembourg. Nella cui casa di New York, in modo esemplare, convivevano le sculture di Alexander Calder (Armada, 1945, stime $5-7 milioni) e Claes Oldenburg (Soft Light Switches, 1963-69, stime $1-1,5 milioni) e le opere di Fontana, Burri e Manzoni, a conferma del fatto che “ciò che rende la collezione così straordinaria è il modo in cui rivela i dialoghi nascosti tra questi pezzi, facendo emergere sfumature che altrimenti potrebbero rimanere invisibili”, come ha sottolineato Lisa Dennison, Chairman, Sotheby’s Americas. 

Michelangelo Pistoletto, Maria nuda, 1969. Courtesy Sotheby’s
Michelangelo Pistoletto, Maria nuda, 1969. Courtesy Sotheby’s

I top lot dell’ostinata collezione Luxembourg in asta da Sotheby’s 

Per Daniella Luxembourg, “la ricerca di queste opere è stata importante quanto le acquisizioni stesse”, come segnalato da Sotheby’s. In un inseguimento ostinato, e facendo tutto il necessario per ottenere i lavori che meglio rappresentassero i diversi artisti, e riconoscendo immediatamente il quoziente di innovazione contenuto in quegli inaspettati oggetti artistici. Non solo poi custoditi nella sua casa e collezione, ma promossi con il programma espositivo della galleria Luxembourg & Co., con sedi a Londra e New York.
Mettendo in discussione il primato della tela come mezzo artistico per eccellenza, gli artisti ora in catalogo da Sotheby’s a New York, e che consideriamo ovviamente ormai maestri, hanno, da pionieri, esplorato lo spazio e una materialità non convenzionale, mettendo in discussione la supremazia della tela come mezzo espressivo per eccellenza e immergendosi nel contatto tra l’opera d’arte e la vita: dall’impronta del dito di Fontana sulla superficie scintillante e perforata di Concetto spaziale, La Fine di Dio del 1963(stime di $12-18 milioni), alle fratture del monumentale Nero Cretto del 1976 (stime di $2,5-3,5 milioni) di Alberto Burri – il primo esemplare monumentale della serie ad essere offertoin asta negli ultimi 15 anni, e uno dei più grandi mai presentati sul mercato secondario –, passando per la forma dell’Italia riplasmata da Luciano Fabro in Sullo stato (datato 1970 e con stime preasta di $700.000-1 milione) e per uno specchio dei più rari di Michelangelo Pistoletto, Maria nuda, del 1969 (stime di $1-1,5 milioni).

Cristina Masturzo

L’articolo "Con Fontana e Burri, va in asta da Sotheby’s a New York a maggio la collezione della gallerista Daniella Luxembourg" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune

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