Comuni montani, anche la Liguria in allarme per la riforma Calderoli. Piana: “Non faremo tagli”

  • Postato il 17 dicembre 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 3 Visualizzazioni
Generica

Genova. Anche in Liguria scoppia il caso dei comuni montani. I nuovi criteri della legge voluta dal ministro Roberto Calderoli finirebbero per escludere un centinaio di centri abitati della nostra regione: per essere definito “montano” un comune dovrà avere almeno il 25% di superficie sopra i 600 metri e il 30% di superficie con almeno il 20% di pendenza, oppure avere un’altimetria media superiore ai 500 metri, o ancora essere circondato da territori che rispettano i primi due criteri.

Ad accendere lo scontro oggi sono state le parole del ministro durante il question time alla Camera: “Se è vero che oltre 1.100 Comuni non saranno più qualificati come montani, questi stessi sono i Comuni che sinora impropriamente hanno fruito dei vantaggi previsti per la montagna, sottraendo risorse alle zone realmente montane che sono le uniche legittimate a protestare sul come siano state gestite le risorse da 73 anni ad oggi”.

Il ministro ha ricordato che l’obiettivo del Governo è “ridurre l’attuale elenco di oltre 4.000 Comuni, che contiene realtà quali Roma e Bologna che, con un’altimetria media rispettivamente di 67 e 82 metri, non hanno certo le caratteristiche geografiche della montagna”. La nuova classificazione intende concentrare le risorse disponibili sulle zone autenticamente montane. Sulla base dei nuovi criteri, saranno montani 2.844 Comuni.

“Le affermazioni del ministro Calderoli sui comuni montani – che ha sostenuto che alcuni enti avrebbero usufruito impropriamente dei vantaggi previsti per la montagna – rappresentano uno schiaffo a chi vive e amministra territori che ogni giorno fanno i conti con servizi e risorse limitate e carenti – attacca la ligure Valentina Ghio, vicecapogruppo del Pd alla Camera -. La nuova classificazione dei comuni montani deve essere rivista. In Liguria rischia di avere ricadute pesantissime, proprio come temevamo, con ben 60 comuni che si ipotizza potrebbero rimanere tagliati fuori. Questo comporterà tagli agli enti locali che già oggi fanno i salti mortali per garantire servizi essenziali ai cittadini che vivono nelle aree interne. Per il ministro è evidente che esiste una montagna di serie A e una di serie B. Tutto questo avviene nel silenzio assordante della Regione Liguria, che continua a non muovere un dito per modificare parametri ingiusti e penalizzanti”.

Il tema è stato trattato anche in consiglio regionale durante la sessione di bilancio. “Accogliamo con favore l’impegno a sostenere i comuni montani attraverso nuove politiche di inclusione e supporto, soprattutto alla luce dei nuovi preoccupanti criteri imposti dal Governo nazionale, che rischiano di mettere in seria difficoltà molti enti locali e di escludere tantissimi Comuni liguri, in particolare quelli delle vallate e delle aree interne”, dichiara la vicecapogruppo del Pd in Liguria Katia Piccardo, dopo l’approvazione in aula del suo ordine del giorno collegato alla Nadefr sulla salvaguardia dei comuni montani.

“I comuni montani – prosegue Piccardo – hanno bisogno di certezze, tutele e della garanzia di non vedere drasticamente ridotti i fondi nazionali su cui oggi si reggono servizi essenziali di presidio sanitario, scolastico, politiche di sviluppo territoriale, agevolazioni fiscali e per le attività economiche (come invece prevede la legge per la montagna da cui troppi comuni, ad oggi, resterebbero radicalmente esclusi). Per questo rammarica che la Giunta abbia scelto di approvare l’ordine del giorno solo parzialmente, escludendo l’impegno ad attivare misure regionali compensative e risorse economiche dedicate per quei comuni che, ad oggi, vedono concretamente il rischio di essere penalizzati dalla nuova classificazione nazionale, ribadita in maniera assai miope dal ministro Calderoli”.

A stretto giro la replica del vicepresidente ligure Alessandro Piana: “Il Partito Democratico continua a dimostrare di non saper distinguere tra una risposta negativa e una risposta positiva, seppur su richieste parzialmente plausibili. È un problema di capacità di discernimento politico e amministrativo. Siamo stati chiari: la Regione Liguria non farà tagli ai territori montani. È un impegno già assunto e ribadito più volte. Forse il fondo Fismit a livello nazionale può subire una diminuzione, ma questo non significa tagliare risorse ai territori. La Regione Liguria non ridurrà i finanziamenti ai Comuni montani e continuerà a garantire loro il sostegno necessario attraverso una gestione attenta e responsabile delle risorse. La differenza tra noi e il Pd – conclude il vicepresidente – è semplice: loro chiedono impegni già presi e noi continuiamo a dare sostegno concreto ai Comuni della montagna ligure”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti