Comunali, Tognoni (Pd): “I giovani non se ne vanno da Genova solo se c’è lavoro di qualità”
- Postato il 20 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Nel 2024 oltre 1000 giovani genovesi hanno lasciato la città. Per fermare questa emorragia non basta sperare nel turismo, bisogna creare un’occupazione di qualità puntando sul mantenimento delle industrie esistenti e favorendo l’insediamento di nuove, e bisogna puntare su diverse politiche della casa, su un’idea di città complessiva che non concentri i finanziamenti e i progetti solo su alcuni quartieri a discapito di altri”.
E’ il pensiero di Francesco Tognoni, 28 anni, candidato con la lista Pd a sostegno di Silvia Salis al consiglio comunale alle elezioni del 25 e 26 maggio a Genova. Tognoni, già presidente dei Giovani Democratici, si occupa da sempre di politica e, alla vigilia del voto, è preoccupato anche per le dinamiche dell’astensionismo: “Un problema non solo genovese, e non solo italiano”.
Tognoni, i numeri relativi ai giovani che se ne vanno sono drammatici. Come fare per tenerli a Genova?
“Questa è una emorragia silenziosa che noi denunciamo da molti anni. Solo nel 2024, l’anno scorso, i giovani che sono andati via da Genova sono 1174 e molti di loro sono giovani che hanno studiato nella nostra città, quindi con un investimento sia in termini economici sia in termini formativi, e il fatto che queste persone vadano via, spesso perché non hanno la possibilità di rimanere, è questo il vero dramma. Perché se una persona va via da Genova e dall’Italia per formarsi, per fare un’esperienza all’estero, ma poi ha la possibilità di tornare a Genova si tratta di uno scambio che arricchisce anche quello che è il tessuto economico, sociale e culturale della nostra città. Invece questo numero, che è veramente stratosferico – sono più di 1000 l’anno scorso e se risaliamo agli anni precedenti è un trend che purtroppo trova conferma – è legato a persone che magari vorrebbero tornare a Genova ma purtroppo non trovano un’offerta lavorativa all’altezza in termini salariali ma non solo. In questi anni si è battuto molto su una terziarizzazione dell’economia della nostra città, pensiamo al turismo, che però spesso offre un lavoro povero. Quindi noi diciamo che ben venga il fatto che si sviluppi anche quella che è una pulsione turistica della nostra città ma va tutelata un’occupazione di livello che può venire fornita solo da altri tipi di settori economici”.
Cosa intende per lavoro di qualità?
“Penso ad esempio all’industria, al mantenimento del del patrimonio industriale ma anche al reinsediamento di alcune attività economiche di livello. Questa è una sfida della quale noi siamo ben consapevoli, è uno dei punti centrali del programma della nostra candidata sindaca, Silvia Salis”.
Molti giovani laureati e non se ne vanno perché non trovano un’occupazione di livello, ma ci sono altri elementi che possono portare un giovane, o non giovane, a trasferirsi. Uno di questi è la difficoltà a trovare una casa a un prezzo accessibile…
“Certo, il tema della casa, dell’abitare è un altro punto centrale della nostra campagna elettorale. Abbiamo fatto un’iniziativa su questo qualche giorno fa con Irene Tinagli, europarlamentare che presiede la commissione della casa. Questo è un tema che va affrontato su vari livelli: la competenza sull’edilizia popolare è regionale e l’amministrazione comunale ha un ruolo diretto ma anche di stimolo. Il problema sta diventando sempre più grande a Genova. Alcune zone si stanno gentrificando, per via della grande offerta di alloggi turistici. Ma questo proliferare di b&b spesso allontana i residenti. E quindi ci troviamo con zone anche centrali o zone spostate più sul litorale, penso ad esempio al levante genovese, che in alcuni periodi dell’anno, quelli di più bassa affluenza turistica, diventano dei deserti. E ciò si connette a una serie di altre problematiche, sia di impoverimento del tessuto economico e commerciale, perché chiaramente fanno più fatica all’attività commerciale insediarsi in un tessuto che è più povero di abitanti stabili, sia dal punto di vista della sicurezza. Penso ad esempio al centro storico, dove in questi anni la situazione è peggiorata. Questo non è l’unico fattore, ma è senza dubbio uno dei fattori. E poi c’è anche un altro tema, quello dell’offerta abitativa per gli studenti. Genova su questo è veramente molto indietro, offre pochi posti letto negli studentati e spesso questi studentati sono in pessimo stato. Di fronte a tanti annunci, in questi anni non è stato fatto praticamente niente.
Francesco Tognoni, candidato per il consiglio comunale per il Pd alle Comunali di Genova, uno dei temi di questa campagna elettorale sono quelli che a votare non ci andranno.
“L’astensionismo è il tema non di questa campagna elettorale ma di tutte le ultime campagne elettorali, è chiaramente un tema che travalica le elezioni amministrative che purtroppo a volte riscontrano tra i dati di affluenza più bassi – penso anche alle ultime comunali genovesi del 2022 – ma è un tema complicato, noi stiamo chiaramente lavorando anche in questi ultimi giorni per cercare di convincere più persone possibili di andare a votare, di andare a votare per noi perché riteniamo di avere quella che è l’idea di città migliore, ma chiaramente il tema dell’astensionismo è un tema nazionale e anche internazionale. Penso che, i partiti in primis, ma poi tutti coloro che ne fanno parte, debbano porsi questa domanda: come fare a tornare a parlare con chi a votare non ci va più, con chi evidentemente non va più a votare perché ritiene che la politica non sia in grado di fornire delle risposte alle proprie esigenze. Ecco, io penso che sia una sfida che parte sia dal basso, da quello che può fare un’amministrazione comunale, ma che appunto va affrontata a tutti i livelli, quindi spero, penso e sono convinto che è un tema che il mio partito ha molto a cuore, ma credo che sia una sfida, diciamo, della democrazia tutta, quella tornare a far aumentare il livello di partecipazione al voto.
Ecco: perché i genovesi dovrebbero votare per lei, Tognoni, o per la sua lista?
“Io sono contento e orgoglioso di far parte della lista del Partito Democratico. Siamo 40 candidati tutti validi e competitivi. E credo che siamo una percentuale importante di quella che è la coalizione progressista, la coalizione che fornisce un’idea di città diversa da quella degli ultimi anni, ma anche solo che un’idea di città, perché da altre parti a volte sono stati fatti degli interventi spot, privilegiando alcune zone della città a scapito di altre. Ecco, noi vogliamo costruire una Genova diversa, una Genova più accogliente, più sicura, che riesca, e torno su quello che dicevamo all’inizio, a tenere qui i propri giovani. Chiaramente sento molto questo tema come mio, anche dal punto di vista generazionale e voglio provare a dare il mio contributo in quella che è la lista del Partito Democratico”.