Comunali, scontro su Amt. Salis rivendica “discontinuità” con la sinistra, Piciocchi: “Siete in stato confusionale”

  • Postato il 7 maggio 2025
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Generico maggio 2025

Genova. Si infiamma sui temi del trasporto pubblico il dibattito in vista delle elezioni comunali a Genova. Al confronto tra candidati organizzato dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal presso il Cral di Amt in via Ruspoli – tutti presenti eccetto Francesco Toscano di Democrazia Sovrana Popolare e Raffaella Gualco di Genova Unita – il clima si è scaldato non tanto sulle grandi opere, quanto invece sul futuro dell’azienda: nel 2029 scadranno i contratti di servizio e il prossimo sindaco dovrà decidere se prorogare l’affidamento in house all’azienda o scegliere la strada della gara. Un tema caldissimo per i lavoratori dopo lo storico sciopero selvaggio del 2013 contro la delibera della giunta Doria che apriva le porte all’ipotesi di privatizzazione dell’azienda sull’orlo del baratro finanziario.

La candidata del centrosinistra Silvia Salis ha messo subito le mani avanti alla prima risposta: “Non vedevo l’ora di incontrarvi – ha detto rivolgendosi alla platea di lavoratori e sindacalisti, compreso qualche sostenitore estraneo al settore -. In questi mesi ho sentito serpeggiare molte notizie false. Il trasporto pubblico rimarrà pubblico, costi quel che costi. Io non porto le croci della sinistra del passato, non c’è nessuna ambiguità“.

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Poi, a lanciare la pietra è stato Pietro Piciocchi difendendo la fusione Amt-Atp, vicenda che ha avuto diversi risvolti giudiziari tra cui un’inchiesta per truffa che vede tra gli indagati anche l’attuale presidente Ilaria Gavuglio. “Noi abbiamo avuto sempre un’azione potentissima del Pd e della sinistra contro questa operazione. La delibera del 2019 che dava la stura a questa operazione portava i voti contrari del Pd e l’astensione del M5s. Abbiamo dovuto difenderla contro Autoguidovie. Da chi difende Amt in house mi sarei aspettato solidarietà anziché chiedere la testa della presidente di Amt. Lo dico con rispetto a Silvia Salis: non si può dire io non c’ero, io non porto le croci, questi signori sono candidati nelle sue liste“.

Quindi l’affondo della vicepresidente del Coni: “Ognuno di noi ha un pregresso di coalizione, io non lo nego ma rivendico il progetto della mia candidatura civica“. E svela un retroscena: il mantenimento di Amt pubblica col servizio affidato in house era una delle precondizioni per accettare la candidatura“. Poi continua: “Rivendico la mia discontinuità. Non è che arrivo da Marte e non pensate che diventare sindaca in questa città sia una cosa presa a cuor leggero. Ho ben presente cosa è successo e quanto ha pesato sul vostro giudizio verso la mia coalizione. L’affidamento resterà in house e lo rivendico, ci metto la faccia. Amt deve rimanere forte e stabile economicamente. Non credo di dover continuare a difendere l’operato di altre persone, io ho messo condizioni molto chiare, sono figlia di un operaio e la condizione di chi lavora è il primo punto del mio programma. Noon accetto che vengano inquinati i pozzi giocando sulle paure di chi deve far quadrare i conti a fine mese”.

Prendo atto che viene disconosciuto l’operato dell’opposizione per otto anni consecutivi. Siete in stato confusionale“, la replica di Piciocchi che poi si rivolge direttamente alla sfidante: “Quando avevi già accettato la candidatura l’opposizione continuava a chiedere la decapitazione di Gavuglio per la fusione Amt-Atp. Siamo stati messi sistematicamente in croce in consiglio comunale, mi domando quale sia la credibilità di questo progetto politico, non si governa da soli ma in coalizione. Non ho dubbi sulla buona fede, ma francamente abbiamo assistito a una storia tutta diversa”.

“Oggi – aggiunge il vicesindaco reggente entrando nel merito – non è sufficiente dire che per noi sarà in house, bisogna creare le condizioni, come dice la norma, di convenienza economica. L’ordinamento italiano non è amico dell’affidamento in house. Vinceremo la sfida nella misura in cui realizzeremo il bacino unico regionale e un’azienda regionale che possa realizzare economie di scala. È un percorso estremamente serio e accidentato. O si ha una granitica volontà, con un’esperienza che dimostri che si è sempre lavorato senza equivoci, oppure non basta dirlo: potremmo trovarci di fronte a brutte sorprese”.

A rimproverarli entrambi è Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione: “Non è accettabile prendere le distanze nei confronti di qualcosa fatto non anni fa, ma fino all’ultimo giorno di consiglio comunale, e soprattutto accettare la candidatura per una coalizione il cui primo partito, il Pd, è il più liberista del nostro ordinamento. Il riordino dei servizi pubblici locali è quello che rende difficile l’affidamento in house. Nel governo Draghi il Pd era primo azionista, io fui cacciato dal M5s. Ma in quel governo c’erano anche molti partiti della coalizione di Piciocchi“.

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Dunque tutti d’accordo sul trasporto pubblico in house e si pensa anche a ulteriori processi di aggregazione su base regionale. “Sono favorevole a un’estensione del bacino per assicurare la natura in house dell’azienda – risponde Piciocchi -. Secondo me lo strumento è l’agenzia regionale“. Più scettica Salis: “L’integrazione Amt-Atp è sicuramente stata positiva, ma va organizzata sempre meglio per evitare sovrapposizioni. Se diventasse regionale dovrebbe essere o a guida Amt o a prevalenza Amt. Da sindaca e da azionista, la preoccupazione sarebbe che assorbendo altre realtà si possano assorbire anche le loro criticità. Prima di tutto la tutela dei posti di lavoro e la tutela dei conti di Amt”.

La candidata del centrosinistra conferma il no allo Skymetro anche se non entra nel merito delle alternative: “Tre anni, quattro progetti, ancora non ce n’è stato uno definitivo. Pensiamo che una volta arrivati a Tursi pensiamo possa esserci un dialogo col ministero, tanto più che non c’è un progetto cantierabile, quindi chiunque arriverà dovrà farlo”. “Non è vero, c’è un progetto molto dettagliato al vaglio del Consiglio superiore dei lavori pubblici – replica l’avversario -. Penso non sia corretto dirlo di fronte a un decreto del ministro che vincola i finanziamenti allo Skymetro e dice che i lavori devono essere assegnati entro il 31 dicembre 2025. Queste sono le carte”.

Sugli di assi di forza ribadisce Piciocchi: “Mi spiace che vengano fatte circolare ad arte informazioni infondate sul taglio di linee collinari che non ci sarà, perché l’obiettivo è aumentare le frequenze con velocizzazione dei tempi di trasporto”. Per Salis, oltra alla preoccupazione per le linee collinari accorciate, desta perplessità “la quantità di corsie protette, era al 70% e sta calando, questo annullerebbe in parte i benefici”.

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Posizioni critiche sulle opere in corso anche dagli altri candidati. “Tagliare 37 e 47 è un dramma per quei quartieri – dice Cinzia Ronzitti del Partito Comunista dei Lavoratori -. Bisogna semmai aggiungere. Noi non siamo per lo Skymetro, siamo per un tram a Genova. Lo Skymetro è invasivo anche per chi ci abita, il presidente della Regione ha detto che non importa se i cittadini staranno sei anni con le finestre chiuse. Il tram non creerebbe tutti questi disagi”. Di simile avviso anche Antonella Marras di Sinistra Alternativa: “La promessa era fare il tram e si è fatto altro, riteniamo prioritario l’intervento sul trasporto pubblico locale e siamo favorevoli a una tranvia e/o filobus sempre in sede protetta. C’è necessità di disincentivare il trasporto privato. Liberare spazi mettendo tram significa anche migliorare la qualità della vita. Il tram ha maggiore capacità di carico, maggior comfort. Gli assi di forza hanno criticità sulle rotture di carico: se pensiamo alle linee collinari della Valbisagno, far scendere da un bus per salire sull’asse di forza non è così semplice. Siamo contrari allo Skymetro: non garantisce il bisogno di mobilità della popolazione e non si tiene conto dei costi di manutenzione.

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Genova24

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